He looks like you al Fotografia Calabria Festival 2024! by Filippo Venturi

Il mio lavoro “He looks like you”, su mio figlio e mio padre - basato su fotografie, fotografie d’archivio, ecografie 3d e immagini generate con l’intelligenza artificiale - sarà esposto al Fotografia Calabria Festival, a San Lucido (CS), dal 26 luglio al 25 agosto 2024!

Questa terza edizione del festival ha come tema “Fotografia di Famiglie”, un genere che mi sta molto a cuore, specie quando viene indagato in modo autoriale.

Il festival, sotto la direzione artistica di Anna Catalano, prevede le mostre di fotografi/e che stimo e che non vedo l'ora di conoscere e ascoltare :)

Pierluigi Ciambra, LULLABY AND LAST GOODBYE
Noemi Comi, ALBUM DI FAMIGLIA
Franzi Kreis, GENERAZIONE BETA
Josh Kern, RÄUBER
Carole Mills Noronha, THE PLACE HE GOES
Catherine Panebianco, NO MEMORY IS EVER ALONE
Hyun-min Ryu, KIM SAE-HYUN
Tim Smith, IN THE WORLD BUT NOT OF IT
Sofia Uslenghi, MY GRANDMA AND I
Filippo Venturi, HE LOOKS LIKE YOU

www.fotografiacalabriafestival.it


Fotografia di famiglie è il tema e il titolo di Fotografia Calabria Festival 2024. Una scelta non casuale in cui singolare e plurale non hanno solo un senso grammaticale, ma anche sociale.

Anche quest’anno si torna ad indagare la fotografia come linguaggio della contemporaneità, questa volta declinato sul tema della famiglia e delle sue rappresentazioni. La fotografia come strumento che ci permette di riflettere sul presente, sui rapporti profondi e a volte complessi che nascono nelle famiglie, ma che sono in grado di esistere e di resistere anche oltre i legami biologici. La fotografia come linguaggio che in tantissime famiglie, di ogni parte del mondo, viene utilizzato per fissare momenti, per mantenere vivi emozioni e sentimenti, per custodire piccole storie.

La fotografia come medium per riscoprire e riappropriarci di tutti quei momenti che spesso restano cristallizzati in un album lasciato in qualche mobile di casa, ma che riaccende la nostra memoria appena ne sfogliamo le pagine.

Fotografia di famiglie indaga questo universo fatto di emozioni e di memorie, non solo digitali, trattando i temi della malattia, delle relazioni tra parenti - anche con l’intelligenza artificiale, inevitabile specchio del nostro tempo - e le storie di tutte quelle famiglie che si discostano dai modelli tradizionali e che esistono al di là dei legami di sangue. 

Anna Catalano
Direzione Artistica

Workshop di Fotografia e Intelligenza Artificiale a Ferrara by Filippo Venturi

Lunedì 27 maggio, dalle 9 alle 13, terrò un workshop su Fotografia e Intelligenza Artificiale, a Ferrara!
L'evento è organizzato e finanziato da Make Together, presso il Laboratorio Aperto in Via Castelnuovo 10.

Per vedere i miei prossimi workshop: https://www.filippoventuri.photography/workshops


Make Together torna al Laboratorio Aperto, con 4 appuntamenti dedicati all’Innovazione Sostenibile:

1. Lunedì 13 maggio, dalle 9.00 alle 13.00 - Agricoltura Urbana: workshop di Speculative Design
2. Martedì 14 maggio, dalle 9.00 alle 13.00 - Sostenibilità: workshop su stili di vita e cittadinanza attiva
3. Lunedì 27 maggio, dalle 9.00 alle 13.00 - “Imagine” - Workshop di fotografia e intelligenza artificiale
4. Martedì 28 maggio, dalle 9.00 alle 13.00 - Progettare la moda circolare: workshop di Transformational Design

Make Together è un progetto promosso dal Comune di Ferrara, con il contributo della Regione Emilia Romagna e in collaborazione con Consorzio Factory Grisú, Coop. Il Raggio Verde e Consorzio Wunderkammer.

La partecipazione agli appuntamenti è gratuita.
I biglietti sono gratuiti e si possono prenotare fino ad un massimo di 100 biglietti.
Link per iscriversi: https://www.getcrowd.eu/event/9d76b62d


IMAGINE. FRA FOTOGRAFIA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Workshop di Fotografia e Intelligenza Artificiale
Il workshop è focalizzato sull’incontro fra fotografia e intelligenza artificiale (I.A.) ed esplorerà l’evoluzione del ruolo dell’immagine nella comunicazione e nella vita quotidiana.
Il docente presenterà alcuni dei suoi progetti di fotografia documentaria, esponendo nel dettaglio la filosofia alla base di essa e le metodologie pratiche adottate nel compiere un progetto; spiegherà poi le notevoli differenze teoriche e pratiche che invece caratterizzano l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel realizzare un lavoro. Scopriremo come l’I.A. può ampliare le prospettive creative dei fotografi e le idee che sottendono alla creazione di progetti.
Ci concentreremo su come le immagini generate con l’I.A. stiano influenzando il mondo fotografico e la nostra percezione della realtà. Esamineremo diverse casistiche che negli ultimi mesi hanno avuto un impatto significativo nel panorama  della fotografia, e non solo. Affronteremo sia i timori legati all’adozione di questa nuova tecnologia, sia le potenzialità che essa porta con sé, aprendo un dibattito sul futuro dell’arte fotografica e della nostra interazione con le immagini digitali.
Vedremo alcuni esempi di utilizzo di software TTI (text-to-image) come Midjourney che, partendo da una descrizione testuale (prompt), generano una immagine sfruttando l'I.A.
Il workshop è rivolto a chiunque abbia un interesse per la fotografia e le immagini, sia amatoriale che professionale.

IL DOCENTE
Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo, con base in Italia.
Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l'identità e la condizione umana. Ha documentato diverse dittature totalitarie asiatiche, evidenziando col suo lavoro l’artificiosità con cui questi paesi si mostrano e narrano al mondo, e ha testimoniato le correnti neofasciste in Europa e i movimenti che, in risposta, si battono per proteggere i diritti delle minoranze e la democrazia.
I suoi lavori sono stati pubblicati su magazine e quotidiani come National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Financial Times, Vanity Fair, Marie Claire, Newsweek, Geo, Der Spiegel, Die Zeit, Stern, Internazionale, La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa.
Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il Premio Il Reportage, il Premio Voglino e il Portfolio Italia - Gran Premio Hasselblad. I suoi lavori sono stati esposti in musei e festival in Italia e all'estero.
Ha iniziato a lavorare con i software di intelligenza artificiale di ultima generazione, realizzando lavori risultati finalisti al PhMuseum Photography Grant e al Cortona On The Move Award e premiati al Kolga Tbilisi Photo Awards e al Fotografia Calabria Festival. È stato uno degli artisti selezionati dal Photo Vogue Festival 2023, evento in cui è anche relatore con un intervento intitolato Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border.

Tank Festival di Fotografia Analogica - Letture Portfolio by Filippo Venturi

Il 25 Maggio 2024 sarò ad Apecchio (PU), in occasione del Festival di Fotografia Analogica TANK, all’interno del quale terrò delle letture portfolio. L’evento è gratuito e aperto a tutti!

SABATO 25 MAGGIO / Filippo Venturi
11:00 — 3 posti disponibili
13:00 — 3 posti disponibili
15:00 — 3 posti disponibili
18:00 — 3 posti disponibili

Per maggiori informazioni e iscrizioni, scrivere a:
info@tankimmagineanalogica.com

Il Festival Tank, giunto alla terza edizione, nasce come tributo al mondo della fotografia analogica che ci spinge ad allenare la pazienza, a soppesare l'osservazione, a ripensare il tempo.
- Dal 24 al 26 maggio 2024
- Palazzo Ubaldini – Apecchio, Marche (PU)

https://www.tankimmagineanalogica.com

Il Reportage n. 58 - Reportage sulla Polonia by Filippo Venturi

Sull'ultimo numero de Il Reportage è uscito un mio articolo e una selezione di fotografie dal mio lavoro sulla Polonia svolto fra il 2014 e il 2023, nel quale racconto come il paese sia passato da un governo che ha praticamente smantellato le fondamenta della democrazia polacca alle elezioni dello scorso ottobre che hanno cambiato le sorti del paese.

Di seguito un estratto dall'articolo di 8 pagine:

[...] Percorriamo strade e vicoli a passo spedito, svoltando rapidamente, seguendo chi ci precede e sentendo avvicinarsi un brusio di cori sempre più intenso. Scorgo all’improvviso l’imponente Palazzo della Cultura e della Scienza, costruito e donato da Stalin fra il 1952 e il 1955. Una storia da cui la città vuole allontanarsi e che, periodicamente, apre dibattiti politici e valutazioni sul suo abbattimento. Ai piedi del Palazzo sorge Piazza della Parata, che vedo strabordante di persone con bandiere, simboli religiosi, stemmi di partiti e grandi slogan.

È l’11 novembre 2014 e mi trovo per caso nel bel mezzo delle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza, che coincide con la fine della Prima Guerra Mondiale e la nascita della Seconda Repubblica Polacca, a seguito del Trattato di Versailles. L’iniziativa più importante della giornata è la cosiddetta Marcia dell’Indipendenza, che parte proprio da Piazza della Parata e attraversa la città fino allo stadio di calcio, oltre il fiume Vistola, in direzione del quartiere Praga. Nonostante sia un giorno di festa per tutti i polacchi, da qualche anno il corteo è stato preso in mano dall'estrema destra e dai partiti nazionalisti, che spesso lo sfruttano per diffondere i propri messaggi e principi, non risparmiandosi su slogan razzisti e discriminatori. L’evento negli anni è andato in crescendo, fino a toccare i 200.000 partecipanti.

[...] Una signora dallo sguardo incerto sventola una minuscola bandiera della Polonia, la schiena appoggiata al palo di un lampione, l’altra mano serrata sulla borsa. Sembra aver realizzato solo in quel momento che non è andata a una festa ma all’incontro di iracondi spinti da sdegno e insoddisfazione. La situazione peggiora ulteriormente quando il sole viene oscurato dai fumogeni e l’unica luce diventa quella dei bengala rossi impugnati da figure nere incappucciate. Mi sono ritrovato catapultato in un girone infernale, terribile ma anche affascinante. È stato in quel momento ho deciso che avrei continuato a seguire le vicende polacche che, di lì a pochi mesi, nel 2015, avrebbero visto l’estrema destra salire al potere e condizionare il destino del paese.


Il numero 58 di Il Reportage (aprile-giugno 2024) apre con un’intervista di Maria Camilla Brunetti a Simona Ghizzoni, fotografa e artista visiva pluripremiata, nei cui lavori memoria e presente si intrecciano con un linguaggio in costante evoluzione e di rispetto dell’altro.

Segue un “blocco” di tre reportage dall’est europeo: Polonia, Romania, Georgia. Filippo Venturi racconta la Varsavia degli ultimi dieci anni, la politica che cambia, i cambiamenti sociali; Michela Iaccarino parla della triste condizione degli orsi ammaestrati in Transilvania; Elsa Baglioni (con le foto di Serena Vallana) descrive Tbilisi tra passato e presente.

Il portfolio centrale è dedicato all’invecchiamento della popolazione giapponese: gli uomini raggiungono, in media, gli 81,5 anni di età, le donne gli 85,6, con uno dei tassi di natalità più bassi del mondo e un’immigrazione insufficiente (le foto sono di una giovane fotografa giapponese, Noriko Hayashi). Chantal Pinzi, invece, è stata in Marocco, dove le ragazze hanno scelto lo skateboard per ribellarsi e incidere sulla società patriarcale, che le vorrebbe sempre in casa, mentre Gabriella Saba è andata a trovare, nell’entroterra sardo, lo scrittore Gavino Ledda, autore del best seller “Padre padrone”, portato sul grande schermo dai fratelli Taviani.

Il secondo fotoreportage è di Andrea Di Biagio, che è salito sul “treno della riunificazione” dei due Vietnam. In questo numero si inaugura, poi, una nuova rubrica, “Presa indiretta”, dedicata all’evoluzione della fotografia e firmata da Valentina Manchia. Non mancano, naturalmente, le recensioni librarie, nonché la poesia inedita e commentata di Valerio Magrelli. Il racconto è di Maria Grazia Calandrone; tema dell’editoriale del direttore Riccardo De Gennaro è la dolorosa storia del giornalista Julian Assange, il creatore di Wikileaks, da anni in carcere soltanto per aver reso nota la verità sulle guerre Usa in Afghanistan e Iraq.

Foto di copertina:
Marocco, HoudaAit Lahcen volteggia con il suo skateboard nel porto di Essaouira. Foto di Chantal Pinzi

Sito ufficiale della rivista: https://www.ilreportage.eu/prodotto/numero-58/

Tower of Babel by Filippo Venturi

(english below)

Forse non sarà necessario attendere che le immagini e i video generati con l'intelligenza artificiale sommergano le fotografie e i video di documentazione, per alterare in modo irreparabile la narrazione/rappresentazione della realtà.

Già oggi le persone sono estremamente polarizzate e ogni elemento o notizia che ricevono viene digerita, modellata e subito sputata fuori per combaciare con la propria visione delle cose.

Prendiamo l'attentato al Crocus City Hall di Mosca.
Nell'istante in cui è uscita la notizia — quando ancora l'attentato era in corso e non si avevano abbastanza informazioni per comprendere cosa stava succedendo — chi già aveva una certa posizione ha stabilito che dietro c'erano gli USA e/o l'Ucraina.
Quando, poi, è uscita la rivendicazione dell'ISIS, ha stabilito che il mandante erano gli USA e/o l'Ucraina.
Quando i terroristi sono stati arrestati a poca distanza dal confine ucraino e bielorusso, ha deciso che stavano fuggendo in Ucraina.
E quando Lukashenko ha detto che hanno tentato di entrare in Bielorussia, ha pensato che avessero sbagliato strada.

Chi invece aveva la posizione opposta, ha creduto alla rivendicazione dell'ISIS e all'estraneità degli ucraini.
Ha bollato i sospetti russi verso gli ucraini come propaganda finalizzata ad accrescere l'odio dei russi verso gli ucraini.
Ha pensato che i terroristi stessero fuggendo in Bielorussia perché il confine ucraino è pieno di militari russi che lo sorvegliano.
E così via.

E per fare questo non sono serviti fotografie o video generati con l'IA.

A volte diventiamo le cose che sosteniamo pubblicamente, sui social network, e anche se, ad un certo punto, dovesse sfiorarci il dubbio, continuiamo a difenderle perché ormai la strada è stata tracciata.

Il "forse", il "non lo so" e il "mi sono sbagliato" sono diventati sintomi di debolezza.

Questo approccio così ottuso — che esclude il dubbio perché richiederebbe una sospensione sull'interpretazione dei fatti e della realtà e quindi il non poter prendere posizione sui social network, di fatto scomparendo nel silenzio dei prudenti — si ripete ogni giorno per decine di notizie e non può che portare ad una sorta di torre di Babele in cui nessuno capisce più l'altro se non ha una visione del mondo che combacia completamente.


Perhaps it will not be necessary to wait for artificial intelligence-generated images and videos to overwhelm photographs and documentation videos to irreparably alter the narrative/presentation of reality.

Already today, people are extremely polarised and every item or piece of news they receive is digested, shaped and immediately spat out to fit their own view of things.

Take for example the attack on Crocus City Hall in Moscow.
The instant the news came out — when the bombing was still in progress and not enough information was available to understand what was going on — those who already had a certain position established that it was the work of the US and/or Ukraine.
When, then, the ISIS claim came out, they established that the US and/or Ukraine were behind it.
When the terrorists were arrested a short distance from the Ukrainian and Belarusian borders, they decided they were fleeing to Ukraine.
And when Lukashenko said they tried to enter Belarus, they thought the terrorists had taken a wrong turn.

Those who took the opposite position believed the ISIS claim and the extraneousness of the Ukrainians.
They branded Russian suspicions of Ukrainians as propaganda aimed at increasing Russian hatred of Ukrainians.
They thought the terrorists were fleeing to Belarus because the Ukrainian border is full of Russian soldiers guarding it.
And so on.

And to do this we did not need AI-generated photographs and videos.

Sometimes we become the things that we publicly support, on social networks, and even if, at some point, doubt should touch us, we continue to defend them because by now the path has been traced.

The 'maybe', the 'I don't know' and the 'I was wrong' have become symptoms of weakness.

This obtuse approach — which excludes doubt because it would require suspending the interpretation of facts and reality and therefore not being able to take a position on social networks, in fact disappearing into the silence of the doubters — is repeated every day for dozens of news items and can only lead to a sort of tower of Babel in which no one understands the other anymore if they do not have a completely matching worldview.

Un piccolo mattoncino by Filippo Venturi

Oggi ho scoperto che una frase che avevo detto in una intervista ha ispirato una fotografa, al punto da citarmi quando parla del suo lavoro.

Questo significa due cose:
- Qualcuno legge le mie interviste :)
- Qualcuno le legge e ci trova un piccolo mattoncino da aggiungere al proprio percorso.

Questa cosa mi ha migliorato la giornata!

P.S.
La frase è la seguente: "Ho capito che a me interessano le persone, la loro identità, le loro storie e che quando riesco a ripagare la loro fiducia nell’aprirsi e farsi fotografare, dando visibilità alla problematica in questione, mi sento realizzato."


Today I discovered that a sentence I had said in an interview inspired a photographer to the point of quoting me when talking about her work.

This means two things:
- Someone reads my interviews :)
- Someone reads them and finds in them a small brick to add to their own path.

This has made my day!

P.S.
The sentence is: ”I realised that I care about people, their identity, their stories, and that when I can repay their trust in opening up to me and being photographed, giving visibility to the issues that concern them, I feel fulfilled.”

What data was used to train SORA? by Filippo Venturi

"What data was used to train SORA?"
La domanda e la seguente risposta balbettante sono al minuto 4:20.

Incredibile che la Chief Technology Officer di Open AI, Mira Murati, non si aspettasse questa domanda. Come se non fosse cruciale conoscere il materiale che componeva il dataset su cui è stata allenata SORA. E come non avessero minimamente tenuto in considerazione i diritti altrui.

Oppure se la aspettava ma è difficile sostenere di aver usato "solo materiale di cui abbiamo comprato i diritti" perché poi non avrebbe potuto fornire le prove.

I denti di Ulisse by Filippo Venturi

I was afraid to show him this plate of his teeth but I tried to explain it to him. After a few seconds, he had put it like this! I asked him to stay there a moment longer, to take a picture.

Ero timoroso nel mostrargli questa sua lastra ma ho provato a spiegargliela. Dopo pochi secondi, s'era messo così! Gli ho chiesto di restarci ancora un attimo, per fare una foto.

Il terrore di Hofstadter by Filippo Venturi

L'uditorio pareva sconcertato, imbarazzato persino.
Per i ricercatori IA di Google nulla di tutto questo era minimamente terrificante.

Quando Deep Blue batté Kasparov, quando EMI iniziò a comporre mazurke nello stile di Chopin [...] molti di questi ingegneri frequentavano le superiori, probabilmente avevano letto e amato il libro "GEB" [che avrebbe spinto molti di loro a studiare l'IA].

Le ragioni per cui stavano lavorando per Google erano proprio perché volevano che l'IA diventasse realtà - e non fra un centinaio d'anni, ma adesso, il prima possibile. Non si capacitavano di cosa allarmasse così tanto Hofstadter [il leggendario filosofo e scienziato, proprio colui che aveva scritto "GEB"].

Chi lavora nel campo dell'IA s'imbatte ogni giorno nelle paure dei profani, influenzati verosimilmente dai molti film di fantascienza che raccontano di macchine superintelligenti che diventano malvagie. I ricercatori nel campo dell'IA hanno anche familiarità con la paura che un'IA via via più elaborata sostituisca gli esseri umani in alcune professioni, che l'IA applicata a enormi database possa minare la privacy e permettere subdole discriminazioni, che sistemi di IA mal congegnati, cui sia permesso prendere decisioni autonome, possano provocare disastri.

Il terrore di Hofstadter era la reazione a qualcosa di completamente diverso.

Era terrorizzato, invece, dal fatto che l'intelligenza, la creatività e le emozioni, e forse persino la coscienza, fossero troppo facili da produrre - che la cosa per lui più preziosa del genere umano finisse per diventare un nulla più di un "trucchetto", che un superficiale insieme di brutali algoritmi privi di ragione potesse spiegare lo spirito umano.

Come lui stesso mi spiegò alla fine del meeting, riferendosi a Chopin, a Bach e altri modelli supremi del genere umano, «Se tali menti così raffinate e complesse, così profonde emotivamente potessero essere banalizzate da un piccolo chip, crollerebbe la mia idea dell'essenza umana».

- Melanie Mitchell

E' morto Dmitry Markov by Filippo Venturi

RIP Dmitry Markov.

"A poche ore dalla notizia della morte di Aleksei Navalny, dalla Russia le agenzie di informazione riferiscono della morte, a 42 anni, del fotografo Dmitry Markov, noto per aver documentato con il suo iPhone la Russia sotto il governo di Putin e le proteste del 2021 per la liberazione di Aleksei Navalny."
Fonte

"Russian photographer Dmitry Markov has died at the age of 42, local media in his hometown of Pskov said Friday, citing his friends. Markov, who relied solely on an iPhone for his photography, became famous for capturing images of everyday life in Russia and its regions. His photo of a masked riot police officer sitting under a portrait of Putin became a symbol of the 2021 protests against the imprisonment of Kremlin critic Alexei Navalny."
Source

Il suo canale Instagram: https://www.instagram.com/dcim.ru