Stati Uniti

Ha provato a riavviare? by Filippo Venturi

𝗛𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝗿𝗶𝗮𝘃𝘃𝗶𝗮𝗿𝗲?

Ogni volta che Donald Trump entra in contatto con Vladimir Putin, sembra che quest'ultimo riesca magicamente a resettargli il cervello, riportandolo alle impostazioni di fabbrica, cioè con stima e reverenza verso il leader russo.

Basta una telefonata e i toni muscolari del Presidente USA svaniscono, facendo emergere cautela nelle sanzioni ai russi, ottimismo sui colloqui, fiducia nel fatto che “Vladimir vorrà la pace”.

Sembra di vedere un innamorato che non riesce a rassegnarsi ad accettare che il partner lo manipoli, finendo col concedergli troppi perdoni e possibilità.

È sudditanza psicologica? Ammirazione? Strategia negoziale?

Sarei curioso di assistere a quegli incontri e dialoghi per capire se ci sia veramente una maestria dei russi nell'abbindolare regolarmente l'anziano americano. E sono anche curioso di vedere se e come cambierà il discorso dei rifornimenti di missili Tomahawk e dell'appoggio in generale a Kiev.

Scommettere sulla democrazia by Filippo Venturi

Le principali testate internazionali (The Washington Post, The New York Times, Reuters, The Atlantic, CNN, ecc) hanno dichiarato pubblicamente che non firmeranno l'accettazione delle nuove normative previste dal Dipartimento della Difesa statunitense per i cronisti accreditati — che prevedono, fra le altre cose, il divieto di ottenere o sollecitare qualsiasi notizia non esplicitamente autorizzata dal Pentagono — perché costituiscono un’ingerenza sul loro lavoro e una compressione del diritto del pubblico a essere informato. Se non firmeranno, avranno 24 ore di tempo per consegnare le proprie credenziali stampa e lasciare il Dipartimento.

Questa presa di posizione (sacrosanta), unita ad altri episodi recenti — come l'intervista interrotta al Vicepresidente USA, J.D. Vance, nella trasmissione televisiva This Week, di ABC, da parte del giornalista George Stephanopoulos — lascia sperare che finalmente possa esserci una reazione netta da parte dei protagonisti del mondo dell'informazione americana, che fino a oggi non era stata né compatta né costante.

Forse si tratta di una semplice lotta per la sopravvivenza personale oppure, chissà, di una scommessa sul fatto che questa amministrazione non riuscirà a decapitare completamente la democrazia americana.

Il Governo di Donald Trump by Filippo Venturi

Magari tecnicamente non sarà eccelsa, ma questa fotografia racconta in modo simbolico cosa sta accadendo negli Stati Uniti, e non solo.

Siamo nell'Accademia dell'FBI di Quantico, Virginia. La foto risale a mercoledì 29 gennaio 2025. L'autore non è noto; la fotografia è stata fornita al Washington Post.

Stiamo tornando indietro nel tempo a tutta velocità, tirando nel cesso progressi e diritti faticosamente ottenuti. E una buona parte di noi sta applaudendo a questo scempio.

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It may not be technically excellent, but this photograph is symbolically telling of what is happening in the United States, and beyond.

We are in the FBI Academy in Quantico, Virginia. The photo is dated Wednesday, 29 January 2025. The author is not known; the photograph was provided to the @washingtonpost.

We are speeding back in time, flushing hard-won advances and rights down the toilet. And a good part of us is applauding this debacle.

Il fallito attentato a Donald Trump e la complessità che sfugge al momento decisivo by Filippo Venturi

Nel numero di ottobre di FotoIT è uscito un mio articolo, nella sezione Saggistica, in cui parlo a mente fredda de "Il fallito attentato a Donald Trump e la complessità che sfugge al momento decisivo".

L'attentato fallito a Donald Trump — ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali — avvenuto il 13 luglio 2024, mentre teneva un comizio elettorale in una fiera agricola a Butler, in Pennsylvania, ha riportato l'attenzione sulla fotografia, la sua importanza, il suo sfruttamento e la sua crisi di credibilità, ma anche sul modo in cui riceviamo le informazioni e le elaboriamo in pochi minuti, per giungere a delle convinzioni granitiche che difficilmente abbandoneremo una volta espresse sui social network, nei tempi brevissimi che ci impongono per esprimere noi stessi. Un mix di processi, consapevoli e non, che forgiano la nostra percezione del mondo e il nostro prendere posizione rispetto alla realtà.