Korea

Cosa resta dell'Arte - Intervista per In Magazine by Filippo Venturi

Su In Magazine Forlì-Cesena è uscito un interessante articolo di Roberta Invidia in cui intervista il sottoscritto, Francesca Leoni e Davide Mastrangelo (direttori artistici del Festival Ibrida) su come sta evolvendo l'arte dall'arrivo dell'intelligenza artificiale :)


Cosa succede all’arte, e al ruolo dell’autore, quando l’intelligenza artificiale sembra saper fare tutto? Da questa domanda siamo partiti per interrogare chi, nella fotografia e nell’arte, ha già fatto i conti con questa nuova tecnologia. Nel dialogo tra Filippo Venturi – fotografo cesenate pluripremiato per i suoi reportage d’attualità – e Francesca Leoni e Davide Mastrangelo – ideatori e direttori artistici di Ibrida Festival che porta a Forlì la video art e le performance multimediali –, emerge che, paradossalmente, più la tecnologia diventa autonoma, più diventa necessario sapere di chi è la paternità di un pensiero, di un’opera. Un nuovo spazio di autenticità da cui ripartire.

“L’intelligenza artificiale mi ha incuriosito da subito,” dice Filippo Venturi che è laureato in Scienze dell’Informazione a Bologna. “Ho cominciato a sperimentare nel 2023 e poi mi sono appassionato a Midjourney: mi incuriosiva il modo in cui le immagini generate dal software potevano imitare la fotografia, anche se in modo ancora approssimativo.” Da quell’esperimento è nato Broken Mirror, un progetto che “ri-racconta” il suo reportage fotografico sulla Corea del Nord. [...]

L’articolo integrale si può leggere gratuitamente online, a questo link:
https://www.inmagazineromagna.it/forli-in-magazine-04-25/

Libri d'autore - Variations on Reality di Filippo Venturi by Filippo Venturi

Primo appuntamento online di Libri d’Autore, Venerdì 10 Ottobre 2025 ore 21:00

Giovanni Ruggiero, giornalista e collaboratore del Dipartimento Didattica FIAF presenta l’Autore dell’Anno FIAF 2025, Filippo Venturi, che interverrà come ospite nel corso della serata, con la partecipazione di Silvano Bicocchi.

Per partecipare collegarsi a questo link:
https://us06web.zoom.us/j/89836189927?pwd=7EUS6R5DJaTKJw9uNF591lTAF38XwZ.1
ID Riunione: 898 3618 9927 - Codice d'accesso: 543170


Monografia FIAF N. 120 - Filippo Venturi
Scheda libro

Autore: Filippo Venturi
Titolo: Variations on reality
Formato: 23x22 cm
Pagine: 120, Brossura
Collana: Monografie
Anno edizione: 2025
Curatore: Silvano Bicocchi
Editing: Roberto Rossi
Grafica: Francesca Gambino, Immedia Editrice
Testi: Massimo Agus, Silvano Bicocchi, Bendetta Donato, Claudia Ioan, Michele Smargiassi, Isabella Tholozan
Editore:
FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), Corso San martino, 8 – 10122 Torino

Descrizione
Filippo Venturi è Autore dell’Anno FIAF 2025.
Fedele al concept di questa collana di monografie, il libro presenta opere che appartengono all’intero percorso dell’autore che si qualifica “documentary photographer and visual artist”, inquanto pratica professionalmente la fotografia di reportage e l’ideazione di immagini e narrazioni per immagini ottenute con l’intelligenza artificiale (IA). Il libro dimostra come Venturi sia un autore consapevole della responsabilità che impone il processo informativo e dei problemi etici insiti nel suo lavoro. È un fotografo sensibile che si è misurato sia con il vissuto dei mutamenti sociopolitici asiatici e europei che con la realtà virtuale della narrazione di temi privati e collettivi con la IA.

Biografia
L’autore è nato a Cesena nel 1980 e attualmente vive a Forlì. Laureato in Informatica, si orienta alla fotografia nel 2008, realizzando progetti personali riguardanti l’identità e la condizione umana. Ha documentato dittature totalitarie in Asia e le tensioni socio politiche esistenti nelle società europee. I suoi lavori sono stati pubblicati sulle principali riviste nazionali e internazionali. Insegna fotogiornalismo e fotografia documentaria e ha svolto diversi interventi in ambito universitario nel ruolo di esperto. È fotoreporter inviato da testate giornalistiche e intraprende lavori di ricerca personale, conduce attività culturali nell’ambiente fotografico nazionale e internazionale. Dal 2023 produce lavori di narrazione per immagini con l’ausilio della IA ottenendo significativi riconoscimenti.


Qualche estratto dai testi critici contenuti nel libro:

"Filippo Venturi è il 31° Autore dell’anno FIAF, e anche il più giovane tra gli autori pubblicati da questa nostra collana che è iniziata nel 1994 con Rinaldo Prieri, seguito da Pietro Donzelli, Mario Lasalandra, Piergiorgio Branzi, e tanti altri Maestri della Fotografia Italiana che ci hanno donato immagini di grande autorialità". — Silvano Bicocchi

"Attraversare l'opera di Filippo Venturi vuol dire intraprendere un viaggio di cui si conosce la destinazione, consapevoli che lo spostamento si snoderà tra le tante traiettorie possibili. Il punto di partenza nonché il chiodo fisso dell'autore sono le storie, le tante fette di realtà di cui si dichiara «affamato», perché variegata, multi sfaccettata, foriera di spunti degni di attenzione e di approfondimento". — Benedetta Donato

"Cosa sto cercando di dire? Che Venturi, forse perché è laureato in informatica, ha capito subito che l’intelligenza artificiale non è una tecnologia aliena e cattiva che minaccia di divorare la nobile arte della fotografia. Ha capito, e io sono con lui, che IA è figlia legittima della fotografia, non solo perché ne ingoia in quantità innumerevole per addestrarsi, ma perché fa parte della stessa genealogia, quella delle immagini prodotte attraverso meccanismi programmabili e complessi, non semplici utensili ma dispositivi che aggiungono una volontà propria alla creazione (come la macchina fotografica…), un apporto che sfugge al controllo di chi li mette in moto". — Michele Smargiassi

"La pubblicazione di questo libro offre l’occasione per riflettere sul lavoro di Filippo Venturi facendo emergere alcune tematiche ricorrenti, che attraversano sottotraccia molti dei suoi progetti. Tra queste si distingue l’indagine sulle interconnessioni tra individuo e potere, nonché sulle molteplici declinazioni delle identità collettive e personali, osservate con uno sguardo distaccato ma umanamente comprensivo, capace di condensare, in un fotogramma, i segni tangibili dello sviluppo dei processi storici". — Massimo Agus

"Di fronte all’articolata opera di Filippo Venturi, lo sguardo spazia tra generi e linguaggi, tra temi e metodi narrativi diversificati, tra opere autoriali e lavori professionali commissionati, tutti separati ma fortemente convergenti. A unire le fila di una produzione contrassegnata da varietà tematica e linguistica è proprio l’autorialità, che consente a Filippo Venturi di muoversi con agio tra due estremi: la realtà, raccontata con approccio reportagistico o documentario; e l’arte visiva, grazie anche all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale". — Claudia Ioan

"Capita sempre più spesso di domandarci cosa si intende per narrazione fotografica, cercando significati e concetti che vadano oltre il semplice racconto della realtà attraverso l’uso delle immagini, allo scopo di trasmettere messaggi, informazioni, sentimenti, così come semplicemente faremmo con l’uso delle parole. Credo che Filippo Venturi sia l’esempio perfetto a dimostrazione del fatto che la fotografia documentaria ha ancora un valore di attualità profondo, una responsabilità importante, un dovere di testimonianza che il mondo chiede". — Isabella Tholozan

La missione fallita in Corea del Nord by Filippo Venturi

Un pescatore cinese sul fiume Yalu, che segna il confine tra Dandong (Cina) e Sinuiju (Corea del Nord). La foto è solo a scopo illustrativo e non ha legami con la missione descritta nell’articolo. @Filippo Venturi /// A Chinese fisherman on the Yalu River, which marks the border between Dandong (China) and Sinuiju (North Korea). The photo is for illustrative purposes only and is not related to the mission described in the article. @Filippo Venturi

(english below)

Il New York Times ha pubblicato un articolo su una missione segreta fallita degli Stati Uniti in Corea del Nord nel 2019.

Nel 2019 l’unità SEAL Team 6 – Red Squadron (la stessa che aveva ucciso Osama bin Laden) ricevette l’ordine di svolgere una missione segreta in Corea del Nord. L’obiettivo era installare un dispositivo elettronico capace di intercettare le comunicazioni del leader nordcoreano Kim Jong-un, in un momento delicato di colloqui con Donald Trump (al suo primo mandato come Presidente USA).

L’incarico affidato ai SEAL era pensato per colmare un punto cieco strategico. Per anni, le agenzie di intelligence statunitensi avevano trovato quasi impossibile reclutare fonti umane e intercettare comunicazioni in Corea del Nord.

Il compito consisteva nell’avvicinarsi alla Corea del Nord con un sottomarino nucleare, tenendosi in acque internazionali, per poi utilizzare dei mini-sottomarini per arrivare a riva. Tuttavia, una serie di errori operativi e circostanze impreviste portarono al fallimento della missione:

  • Un mini-sottomarino si posizionò male sul fondale, costringendo a manovre aggiuntive e a movimenti in acqua che potevano essere notati;

  • I SEAL, convinti di trovarsi soli, non si accorsero subito di una piccola barca di pescatori nordcoreani;

  • I rumori e le luci del mini-sottomarini probabilmente attirarono l’attenzione dei pescatori.

I SEAL si trovarono davanti a una decisione critica e con il comandante a chilometri di distanza, sul sottomarino. Per limitare il rischio di essere notati avevano rinunciato ai droni (facilmente rilevabili) e si erano imposti un blackout delle comunicazioni, ma senza questi vantaggi tecnologici, su cui i SEAL normalmente contavano, erano impreparati sul da farsi.

La barca di pescatori si avvicinò e, temendo di essere scoperti, i SEAL aprirono il fuoco, uccidendo tutti i presenti. Solo dopo capirono che si trattavano di civili in immersione per la pesca di molluschi.

A quel punto la missione fu annulata: il dispositivo non venne impiantato e il sottomarino madre dovette rischiare avvicinandosi alla costa per recuperare i militari. Immediatamente dopo, i satelliti spia americani rilevarono una impennata dell’attività militare nordcoreana nell’area. La Corea del Nord non fece alcuna dichiarazione pubblica sulle morti, e i funzionari statunitensi dissero che non era chiaro se i nordcoreani fossero mai riusciti a ricostruire cosa fosse accaduto e chi fosse stato il responsabile.

L’operazione non fu mai comunicata al Congresso (violando probabilmente la legge), ed è rimasta segreta fino a questa ricostruzione. Dopo questa missione fallita, i rapporti con Pyongyang peggiorarono: il vertice di Hanoi, in Vietnam, si concluse senza accordi, e la Corea del Nord riprese i test missilistici, accelerando il proprio programma nucleare.

A parer mio, questa storia ha tutti i requisiti — Navy Seals, missione di ricognizione e spionaggio fallita, sparatoria, fuga — per consentire ad Alex Garland di fare un seguito del film Warfare.


The New York Times has published an article about a failed U.S. secret mission in North Korea in 2019.

In 2019, the SEAL Team 6 – Red Squadron (the same unit that killed Osama bin Laden) was ordered to carry out a covert mission in North Korea. The objective was to install an electronic device capable of intercepting the communications of North Korean leader Kim Jong-un, during a delicate phase of negotiations with Donald Trump (in his first term as U.S. President).

The SEAL mission was designed to fill a strategic blind spot. For years, U.S. intelligence agencies had found it nearly impossible to recruit human sources and intercept communications inside North Korea.

The plan involved approaching North Korea with a nuclear submarine, staying in international waters, and then using mini-submarines to reach the shore. However, a series of operational errors and unforeseen circumstances led to the mission’s failure:

  • One mini-submarine ended up in the wrong position on the seabed, forcing additional maneuvers and water movements that could be noticed;

  • The SEALs, convinced they were alone, did not immediately notice a small boat with North Korean fishermen;

  • The noise and lights from the mini-subs likely attracted the fishermen’s attention.

The SEALs faced a critical decision, with the commander miles away on the main submarine. To reduce the risk of being detected, they had given up using drones (easily spotted) and had imposed a communications blackout. But without these technological advantages, which the SEALs normally relied on, they were unprepared for what to do next.

The fishing boat drew closer and, fearing discovery, the SEALs opened fire, killing everyone on board. Only later did they realize the victims were civilians diving for shellfish.

At that point, the mission was aborted: the device was never planted, and the mother submarine had to risk moving closer to the coast to recover the troops. Immediately afterward, American spy satellites detected a surge in North Korean military activity in the area. North Korea made no public statements about the deaths, and U.S. officials said it was unclear whether the North Koreans ever figured out what had happened and who was responsible.

The operation was never communicated to Congress (likely in violation of the law) and remained secret until this reconstruction. After this failed mission, relations with Pyongyang worsened: the Hanoi summit in Vietnam ended without an agreement, and North Korea resumed missile tests, accelerating its nuclear program.

In my opinion, this story has all the elements — Navy SEALs, a failed reconnaissance and espionage mission, a firefight, and a hasty escape — for Alex Garland to make a sequel to the film Warfare.

Un pescatore cinese sul fiume Yalu, che segna il confine tra Dandong (Cina) e Sinuiju (Corea del Nord). La foto è solo a scopo illustrativo e non ha legami con la missione descritta nell’articolo. @Filippo Venturi /// A Chinese fisherman on the Yalu River, which marks the border between Dandong (China) and Sinuiju (North Korea). The photo is for illustrative purposes only and is not related to the mission described in the article. @Filippo Venturi

Made in Korea, 10 anni dopo by Filippo Venturi

[English below]

Il recente suicidio di tre studentesse a Busan ha riacceso, in Corea del Sud, il dibattito sull’enorme competizione e pressione che grava sui giovani, in ambito scolastico ma non solo, e che li condiziona pesantemente, spingendoli anche a gesti tragici. Nei loro messaggi di addio, le ragazze esprimevano forti timori riguardo all’ultimo anno di liceo e a ciò che sarebbe venuto dopo.

Un'indagine del 2022, condotta su oltre 130.000 studenti dal Ministero dell'Istruzione, ha evidenziato che il 20,3% degli studenti delle medie e superiori ha pensato al suicidio, attribuendone la causa principale all’ansia per il futuro e per la carriera.

L’anno scorso, la "Legge sulla prevenzione del suicidio" ha reso obbligatorio almeno un intervento educativo annuale al benessere mentale nelle scuole di ogni ordine, ma gli esperti concordano che questo non sarà sufficiente. Il sistema educativo – con giornate scolastiche fino a 13–16 ore, frequenti lezioni serali private (hagwon) e un enorme impegno in ripetizioni – è riconosciuto da tempo come un fattore preponderante nello stress studentesco.

Secondo la psichiatra Lee Yeon-jeong, in un report del 2019, gli adolescenti coreani spesso non mostrano segnali esterni prima di compiere gesti estremi: “In Occidente gli adolescenti possono abusare di sostanze o avere comportamenti antisociali, ma in Corea chi si suicida è spesso silenzioso ed educato”. Questa discrezione è radicata nella cultura coreana, che scoraggia l’espressione delle difficoltà.

Quando nel 2014 ho iniziato a studiare gli effetti collaterali subìti dai giovani sudcoreani immersi in una società altamente competitiva e con forti pressioni sociali, anche provenienti dalla famiglia — che ho poi raccontato nel lavoro Made in Korea nel 2015 — confesso che mi sarei aspettato dei progressi 10 anni dopo, ma così non è stato. Negli anni 2020-2022, anche a causa della pandemia, il problema si era persino aggravato.

Il nuovo presidente coreano Lee Jae-myung ha dichiarato che la prevenzione del suicidio giovanile sarà una priorità nazionale, anche grazie a un rafforzamento di screening psicologici, formazione dei “gatekeeper” (insegnanti, operatori sanitari) e maggiore supporto alle famiglie. C'è da sperare che sia vero.

[Alcune fotografie dal mio lavoro Made in Korea]


The recent suicide of three female students in Busan has reignited, in South Korea, the debate over the intense competition and pressure weighing on young people—not only in the academic sphere—and how heavily it affects them, sometimes pushing them toward tragic actions. In their farewell messages, the girls expressed deep fears about their final year of high school and what would come afterward.

A 2022 survey, conducted on over 130,000 students by the Ministry of Education, revealed that 20.3% of middle and high school students had contemplated suicide, citing anxiety about the future and their careers as the main reason.

Last year, the "Suicide Prevention Act" made it mandatory for schools at all levels to provide at least one annual educational session focused on mental well-being, but experts agree that this will not be enough. The education system—with school days lasting up to 13–16 hours, frequent evening private lessons (hagwon), and a heavy load of tutoring—is widely recognized as a major contributor to student stress.

According to psychiatrist Lee Yeon-jeong, in a 2019 report, Korean teenagers often show no outward signs before taking extreme actions: “In the West, teenagers may abuse substances or display antisocial behavior, but in Korea, those who take their own lives are often quiet and well-mannered.” This discretion is rooted in Korean culture, which discourages the expression of personal struggles.

When in 2014 I began studying the side effects suffered by young South Koreans immersed in a highly competitive society with intense social pressure, including from their families - as I documented in my 2015 project Made in Korea - I expected to see some progress ten years later. But that has not been the case. Between 2020 and 2022, the issue even worsened, partly due to the pandemic.

South Korea’s new president, Lee Jae-myung, has declared that preventing youth suicide will be a national priority, including through the strengthening of psychological screenings, the training of “gatekeepers” (teachers, healthcare workers), and increased support for families. One can only hope it’s true.

[Some photographs from my project Made in Korea]

Arte FuoriClasse 2025 a Forlì by Filippo Venturi

Giovedì 27 marzo 2025, terrò a Forlì il seminario PUOI FIDARTI DEI TUOI OCCHI? Come le immagini generate con l’I.A. stanno influenzando il mondo fotografico e la nostra percezione della realtà?

L’appuntamento, che sono orgoglioso di dire è “tutto esaurito”, rientra nell’evento Che scuola? Arte FuoriClasse 2025, giunto alla 4° edizione e che si terrà alla Fabbrica delle Candele di Forlì!

L’evento è organizzato dall’Associazione RARA, con Fabbrica delle Candele, Comune di Forlì/Politiche Giovanili, Regione Emilia-Romagna ed è finanziato dall'Unione europea - NextGenerationEU e ha lo scopo di realizzare incontri ravvicinati con professionistə e artistə per catturare consigli utili, scoprire il mondo dell’arte e le pratiche ad esso connesse.


AGGIORNAMENTO DEL 28/03/2025:
Qualche fotografia dell'evento di ieri, su Fotografia e Intelligenza Artificiale, al quale hanno partecipato circa 180 studenti del Liceo Artistico "Canova" di Forlì, e non solo! 🙂


Il video integrale dell’evento:

Broken Mirror al MIA Photo Fair BNP Paribas by Filippo Venturi

Una immagine inedita di Broken Mirror

Sono felice di annunciare che il mio progetto "Broken Mirror" (realizzato con l'intelligenza artificiale), sarà esposto a Milano, al "MIA Photo Fair BNP Paribas", dal 20 al 23 Marzo 2025!
Sarà rappresentato dalla galleria Fabrik Projects di Los Angeles.

Sarà la 14° edizione della fiera, che si terrà presso Superstudio Più (via Tortona 27 a Milano). L'evento rappresenta un’importante piattaforma di dialogo tra diverse espressioni artistiche e culturali, presenti nel panorama internazionale della fotografia. Il tema scelto per questa edizione è “Dialoghi”, con lo scopo di esplorare le connessioni tra passato e presente, tecniche tradizionali e moderne, culture e linguaggi differenti.

La manifestazione vedrà la partecipazione di 77 gallerie, di cui 21 internazionali, e un totale di 114 espositori tra editori, istituzioni e progetti speciali. Info orari: dalle ore 11:00 alle ore 20:00. I biglietti sono disponibili anche online.

👉 Io sarò presente venerdì 21 marzo alle ore 15.00, per il talk “L’ambiguità del Visuale e l’affidabilità della fonte nella opera d’arte: AI e fotografia a confronto”, in cui dialogherò con Emanuela Mazzonis (curatrice della sezione "Reportage Beyond Reportage") e con Chris Davies (direttore della galleria Fabrik Projects).

Una immagine inedita di Broken Mirror

Una immagine inedita di Broken Mirror

Attraverso il paesaggio. Dialoghi tra scienza, arte e letteratura by Filippo Venturi

Venerdì 28 marzo 2025, alle ore 17.00, avrò il piacere di tenere un intervento pubblico nell’ambito dell’11° edizione dell’evento “Attraverso il paesaggio. Dialoghi tra scienza, arte e letteratura”, il cui tema quest’anno sarà “Tra ombra e luce. Il paesaggio illuminato”.

Il mio intervento si intitolerà “Una guida distopica per attraversare il confine. Indagando il territorio inesplorato, tra fotografia e intelligenza artificiale” e si terrà presso nella Sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona, con la collaborazione e l’introduzione di Unintentional Visions.


FILIPPO VENTURI

Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo. Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l'identità e la condizione umana. Ha documentato dittature totalitarie e ha testimoniato la crisi delle democrazie europee.

Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards e il Portfolio Italia - Gran Premio Hasselblad. I suoi lavori sono stati pubblicati su National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Financial Times, Vanity Fair, Geo, Der Spiegel, Die Zeit, Internazionale, La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa. I suoi progetti sono stati esposti in musei e festival in Italia e all'estero.

Realizza progetti artistici con l'intelligenza artificiale. È stato selezionato dal Photo Vogue Festival, evento in cui è stato anche relatore con un intervento intitolato Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border. È stato esposto nell'importante mostra Pixel Perceptions: Into the Eye of AI, organizzata dalla galleria Noorderlicht a Groningen (Paesi bassi) che ha radunato una selezione internazionale degli artisti visivi più interessanti che lavorano con l'intelligenza artificiale e che ha approfondito come questa nuova tecnologia influenza, consciamente e inconsciamente, la nostra percezione del mondo.

Insegna fotogiornalismo e fotografia documentaria e tiene workshop sul rapporto fra fotografia e intelligenza artificiale.

Public talk al Planetario di Modena sull'Intelligenza Artificiale by Filippo Venturi

Mercoledì 27 novembre 2024, alle ore 21, sarò ospitato al Planetario di Modena dal Circolo Fotografico Colibrì BFI, in Viale Jacopo Barozzi, 31.

Parlerò di fotografia e intelligenza artificiale e dei rischi e delle potenzialità che questa tecnologia può offrire, illustrando anche i miei progetti visivi in cui ho unito fotografia e immagini generate.

Il mio intervento si inserisce in un ciclo di incontri intitolato “Oltre l’Immagine - Incontri fotografici d’autore”, che vedrà ospiti anche Tony Gentile, Luigi Ottani, Giancarlo Colombo, Franco Bragagna e Luciano Gigliotti.

Maggiori informazioni nella locandina!

Broken Mirror, visto da Federica Cerami by Filippo Venturi

Su “Ilas Magazine”, periodico digitale dedicato alla cultura della comunicazione visiva, è uscito un articolo di Federica Cerami (critica, curatrice e docente di fotografia) sul mio lavoro Broken Mirror, incentrato sulla Corea del Nord e realizzato con l’uso dell’intelligenza artificiale.

L’articolo originale è qui: LINK

Broken Mirror

Il mondo Coreano attraverso lo sguardo contemporaneo di Filippo Venturi

di Federica Cerami

Quest’anno, al Festival FotoIncontri di San Felice sul Panaro, organizzato dal Circolo Photoclub Eyes, ho avuto il gran piacere di vedere la mostra Broken Mirror del fotoreporter Filippo Venturi.

Mi sono immersa in questo racconto fotografico, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio: nulla mi ha richiesto di ritornare, fino a quando non è iniziata la conferenza di presentazione.

Perdersi credo sia una esperienza evolutiva molto importante sia per un fruitore di fotografia che per un fotografo.

Mimmo Jodice, nella sua lectio magistralis del 2006, tenuta presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli, disse: “C’è una frase di Fernando Pessoa che ripeto spesso perché mi rappresenta: “Ma che cosa stavo pensando prima di perdermi a guardare? Ecco la mia inclinazione naturale: perdermi a guardare, contemplare, immaginare, cercare visioni oltre la realtà…”

Venturi racconta con queste parole il suo lavoro: 

“Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un‘intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l‘operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto”.

Con Broken Mirror entriamo nel vivo del dibattito contemporaneo, relativo all’utilizzo dell’IA, andando oltre la logica manichea che nel corso della storia dell’arte ha spesso opposto una inutile resistenza verso ogni novità creativa che si è affacciata al mondo e proviamo, invece, ad abbracciare una idea ampia di narrazione.

La narrazione, da non confondere con il racconto, porta con sé una forte componente emotiva e risulta essere, in tal senso, molto più coinvolgente e interessante.

Narrare ci aiuta a dare un senso agli eventi che altrimenti risulterebbero essere un mero elenco di vuoti accadimenti posti in ordine cronologico e ci conduce anche verso la comprensione di noi stessi e della nostra relazione con il mondo. 

Questo è un dibattito molto lungo e assai articolato, ma sostanzialmente credo che, con le mie premesse, limitare le possibilità di costruire e presentare una storia non faccia del bene né agli autori e né tantomeno ai suoi fruitori.

Perdersi, perdersi a guardare, fantasticare guardando il mondo, ricostruendolo con il proprio portato emotivo e immaginativo: lo abbiamo fatto con i dipinti, poi con la fotografia analogica, con la fotografia digitale e ora lo stiamo iniziando a fare con l’Intelligenza Artificiale.

Più osservo questi nuovi lavori fotografici e più mi viene da pensare alle incredibili potenzialità che si sono aperte e alla meraviglia alla quale possiamo andare incontro per immergerci nei nostri desiderata e portare, con noi, tutto il nostro spazio abitato.

Perché mi ha colpito e ammaliato così tanto il lavoro di Venturi? 

La sua vena espressiva nasce da una urgenza narrativa che fa di lui, da tanti anni, un affermato fotografo documentarista e un artista visivo che ha pubblicato i suoi reportage su prestigiose riviste nazionali e internazionali.

Indaga fotograficamente, dal 2015, il territorio della Corea esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Quando è arrivato al desiderio di utilizzare l’AI per continuare a parlare della Corea, l’ha fatto, quindi, conoscendo molto bene tutte le dinamiche che abitano questo territorio, avendo ampiamente sperimentato lo strumento fotografico, con un profondo senso etico del suo lavoro per poi proiettarsi nel mondo della fantascienza, nella fotografia e nella letteratura del passato e con la precisa volontà, di non avere il controllo completo del suo processo creativo.

Ritorna, quindi, la meravigliosa possibilità di perdersi, ma anche di lasciarsi andare, di pescare dal proprio vissuto, di proiettarsi nelle proprie fantasie, di esprimere in modo poetico dei non detti e di abbandonare questa strana volontà di raccontare il vero che, del resto, non è mai appartenuta alla fotografia.

Broken Mirror su Cities 14 by Filippo Venturi

Sul Magazine “Cities” numero 14, è presente anche il mio lavoro “Broken Mirror”.
Maggiori informazioni qui: www.italianstreetphotography.com/cities

Questo l’elenco dei contenuti:

AROUND PEOPLE
Nana Kofi Acquah - Life is a beach
Francesca Chiacchio - Napolism
Cosmin Garlesteanu - Hometown
Hans Van Leeuwen - Miami beach

AROUND HUMANITY
Carlo Bevilaqua - Oaxaca
Efi Longinou - Togheter
Maria Pansini - Taranto must not die

AROUND PHOTOGRAPHY
Luigi Cipriano - Smart Visions
Vittorio D'Onofri - Desde Las Esquinas
Filippo Venturi - Broken Mirror