Futuro

L’intelligenza artificiale salverà il giornalismo? by Filippo Venturi

L’intelligenza artificiale salverà il giornalismo?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui cerchiamo, leggiamo e produciamo notizie. Una trasformazione che potrebbe rappresentare un’opportunità, oppure infliggere un nuovo colpo al giornalismo.

Negli ultimi giorni si sta discutendo molto delle nuove funzionalità introdotte dai motori di ricerca, che sostituiscono il tradizionale elenco di link con sintesi generate dall’intelligenza artificiale. Google, leader del settore da anni, ha introdotto le cosiddette AI Overview (o riassunti automatizzati) che offrono risposte già strutturate e spesso sufficientemente complete da ridurre drasticamente la necessità per l’utente di visitare le fonti originali (i siti web da cui l’IA ha preso le informazioni). Di conseguenza, molti di questi siti web stanno registrando un significativo calo di traffico organico, sollevando preoccupazioni sul futuro dell’ecosistema dell’informazione online e sulla redistribuzione del valore tra piattaforme e produttori di contenuti.

Mi è capitato di leggere diversi articoli, qualcuno anche molto ottimista, che ipotizza che l’IA stia offrendo una grande opportunità nel settore delle news. Io ci andrei più cauto.

Uno dei punti a favore sarebbe che i siti web non dovrebbero più pensare all’ottimizzazione della SEO (Search Engine Optimization), che li spingeva a scrivere titoli e contenuti privilegiando certe parole chiave che ne aumentavano la visibilità sui motori di ricerca, a discapito dell’autorevolezza e della credibilità che, invece, diventerebbero prioritari in questo nuovo funzionamento di Google e affini.

In realtà non ci sono prove che supportino questa teoria ma, anche prendendola per buona, così come nel tempo sono cambiati gli algoritmi dei motori di ricerca, possono cambiare i criteri e le priorità assegnati alle intelligenze artificiali. E questo in base alla volontà di multinazionali americane o cinesi (i paesi che più stanno investendo nel settore), il cui fine può divergere da quello di un servizio pubblico trasparente e onesto (vedi Grok e Grokipedia di Elon Musk, fortemente personalizzate dal loro creatore a discapito dell’affidabilità nel fornire informazioni).

Facendo un passo indietro, inoltre, mi sembra che il problema di questi tempi dei titoli usati da diversi giornali e riviste non sia tanto la banalizzazione dovuta alla SEO ma il clickbaiting, cioè la scelta di titoli ambigui che possono provocare reazioni più forti in parte dei lettori, a cui però non corrispondeva il contenuto effettivo dell’articolo. In certi casi questi titoli corrispondono a vera e propria disinformazione.

C’è poi un elefante nella stanza che alcuni si ostinano a fingere di non vedere. Questi motori di ricerca stanno usando i contenuti prodotti da giornali, riviste e altri media senza un riconoscimento economico per le fonti. Se prima Google aveva creato un sistema in cui riconosceva i click ottenuti dal tuo sito, oggi che questi click vengono meno non è prevista alcuna monetizzazione, specie se l’utente si limita a consultare la risposta generata dall’IA.

Quei giornali che invece si sostengono con gli abbonamenti online funzionano proprio perché i loro contenuti (in teoria di qualità superiore) non sono accessibili a chiunque. Per logica, questi contenuti di alto livello non saranno a disposizione delle IA (a meno di accordi specifici) e quindi già qui potrebbe scricchiolare il discorso iniziale del premiare la qualità. Inoltre i giornali gratuiti, perdendo i click e quindi gli introiti che ne conseguivano, saranno più difficilmente sostenibili. Il rapido crollo dei click sui siti indicizzati da Google sta già avvenendo e si possono trovare diversi articoli sul tema (ad esempio “Google users are less likely to click on links when an AI summary appears in the results” del Pew Research Center).

I software generativi, e quindi anche i nuovi motori di ricerca, in linea teorica, hanno un grande bisogno di fonti e contenuti di alta qualità, ma i giornali più importanti al mondo si sostengono con gli abbonamenti e non hanno interesse a perdere i lettori fidelizzati per diventare fornitori di informazioni di motori di ricerca basati su IA, che non portano traffico nel sito, perdendo così anche la possibilità che gli utenti siano attirati a leggere altri tuoi articoli, soffermandosi nel sito, magari clickando pubblicità e così via. Inoltre, se questi giornali decidessero di stringere accordi per diventare fornitori di contenuti informativi per le intelligenze artificiali, perché un abbonato dovrebbe continuare a pagare invece di consultare quei contenuti gratuitamente?

In altre parole, il sistema che alimentava il giornalismo online, basato sulla visibilità, la pubblicità e/o gli abbonamenti, si sta sgretolando, e non è ancora chiaro quale modello economico possa sostituirlo.

A questo punto il nodo cruciale diventa la definizione delle regole del gioco (la trasparenza del funzionamento, l’attribuzione obbligatoria delle fonti giornalistiche nelle risposte dell’IA, i meccanismi di revenue sharing, la trasparenza sui dati e le fonti con cui viene addestrata l’IA, la responsabilità per gli errori fattuali, la protezione della diversità, ecc) ma, considerando lo sbilanciamento delle forze coinvolte, sarebbe necessario un intervento collettivo, comprendendo anche i governi dei vari paesi, per sciogliere il nodo della proprietà delle informazioni e di come queste vanno remunerate dalle piattaforme di IA che le sfruttano.

Questo però rischia di diventare un desiderio irrealizzabile. Chi potrà alzare la voce con colossi tech che godono dell’appoggio dei leader di USA e Cina e che possono dettare le regole in un mondo in competizione che, per ora, non ha interesse a limitare lo sviluppo e il funzionamento dell’IA per non perdere la corsa internazionale che si sta svolgendo. Un intervento del genere sembra, allo stato attuale, fuori portata.

Nei prossimi mesi le visite ai siti e gli introiti di chi produce contenuti online continueranno a diminuire e questi potrebbero non sopravvivere abbastanza a lungo per vedere compiersi una lunga, complessa e non scontata trattativa dignitosa con le Big Tech.

Se poi le Big Tech decidessero di stringere accordi economici soltanto con alcuni produttori di notizie, cosa ne sarà della pluralità e delle piccole realtà?

Un esempio emblematico di questa dinamica è rappresentato dagli accordi di licenza stipulati tra OpenAI e il gruppo tedesco Axel Springer (editore di Politico, Bild e Die Welt) annunciati alla fine del 2023. Si tratta di uno dei primi esperimenti concreti di revenue sharing tra un colosso dell’intelligenza artificiale e un grande gruppo editoriale. In pratica OpenAI può utilizzare i contenuti giornalistici di Springer per addestrare e alimentare i propri modelli linguistici, citandone le fonti e riconoscendo un compenso economico.

Questo, tuttavia, non sembra essere un modello facilmente replicabile. Al contrario, accentua la disuguaglianza strutturale nel panorama dell’informazione perché solo pochi grandi editori, con una forza contrattuale sufficiente e un portafoglio di testate di rilevanza internazionale, possono negoziare intese dirette con le piattaforme di IA. Le realtà minori come i quotidiani locali, le riviste indipendenti, i blog d’inchiesta, le piccole testate culturali, ecc rischiano di restare invece escluse da qualunque forma di remunerazione, pur contribuendo in modo significativo al pluralismo informativo e alla qualità del dibattito pubblico.

La soluzione non è evitare il cambiamento, ma evitare che questo avvenga quando in campo ci sono forze palesemente asimmetriche, con quelle più forti che possono deformare il funzionamento del mondo dell'informazione.

Per salvare il giornalismo occorre prima salvare le condizioni che permettono al giornalismo di esistere. Fra queste vi è la giusta retribuzione per chi produce conoscenza.

[l’immagine di apertura proviene dal mio progetto Broken Mirror, realizzato con l’intelligenza artificiale]

Intervista per le studentesse di Girls code it better by Filippo Venturi

Oggi le ragazze di una scuola media di Forlì, che partecipano al progetto Girls code it better (coordinate da Lucia Fusillo), mi hanno intervistato circa il lavoro del fotografo che impiega anche l'intelligenza artificiale nei propri progetti

Più avanti uscirà il video con la mia intervista e quelle fatte ad altri professionisti che lavorano con la grafica 3D, il videomaking, il social media management e altro ancora!

Mostra fotografica Ambiente Clima Futuro, nelle Foreste Casentinesi by Filippo Venturi

Il mio lavoro fotografico “Pollution Valley” sarà esposto in tre importanti mostre fotografiche presso:
- CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena
, dal 18 giugno al 10 settembre 2022;
- Nuvola Lavazza a Torino, nella Piazza Verde
, dal 23 giugno al 2 settembre 2022;
- Nelle maestose Foreste Casentinesi, all’interno di una bellissima iniziativa della FIAF denominata “Fotografie nel parco”
; il mio lavoro sarà esposto all’ingresso del bosco di fronte al Rifugio Fangacci (https://goo.gl/maps/4f78JDEWbzEPcxgA8)

Dalla presentazione ufficiale:

“La FIAF è stata la prima, e sinora unica, realtà ad aver strutturato e lanciato un progetto fotografico organico riguardante le problematiche ambientali, in funzione non solo di registrare “in pianta” l’attuale situazione italiana, a cavallo tra un passato di sfruttamento e scarsa preservazione dell’habitat naturale ed un presente che, pur ricco di contraddizioni, punta con decisione ad un futuro sostenibile, ma che ambisce anche ad essere anche un valido spunto per un’ampia riflessione di tipo culturale e sociologico. Questo immenso lavoro collettivo ha dato luogo ad una Mostra Nazionale e a 100 Mostre Locali, con i relativi cataloghi. Tutte le mostre, come un’unica grande esposizione, saranno aperte contemporaneamente il 18 giugno 2022, mostrando al pubblico ed agli appassionati la complessità del progetto fortemente voluto dalla Federazione. Il valore aggiunto è proprio la rete di persone che ha compreso l’importanza di un disegno più generale, fotografi consci del puzzle che tutti insieme sarebbero andati a comporre nell’ottica di un unico piano. La Mostra Nazionale presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena resterà aperta fino al 10 settembre 2022 e vede l’esposizione di oltre 1.500 fotografi e, frutto di un’accurata selezione nazionale.

Per chi abita in Casentino l’Ambiente è il luogo dove viviamo. Non è altro da noi. Siamo immersi nell’Ambiente, nella Natura, nella Foresta, con i suoi alberi, i suoi animali, i suoi fi ori, i suoi colori e i suoi odori. Noi ne facciamo parte. Parlare di Ambiente significa parlare di noi. Prendersi cura dell’Ambiente significa prendersi cura di noi. Le mostre fotografiche che potrete ammirare sono il segno dell’amore delle Associazioni del Casentino per l’Ambiente, per la Natura, per le Foreste. Vogliamo viverle e vogliamo proteggerle. E con questo intento abbiamo aderito al progetto “Ambiente, clima Futuro” promosso dalla FIAF (Federazione Italiana delle Associazioni Fotografi che). Le fotografie vogliono essere un grido nella notte per invitarvi a vivere il Casentino e allo stesso tempo a stare sempre vigili ed attenti per la sua costante protezione quale salvaguardia di inestimabile valore per il Futuro.”

Mostra fotografica Ambiente Clima Futuro by Filippo Venturi

Filippo Venturi – Dal portfolio Pollution Valley

Anche il mio lavoro fotografico “Pollution Valley” sarà esposto nella grande mostra fotografica che inaugurerà al CIFA - Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, dal 18 giugno al 10 settembre 2022!

Di seguito l’articolo di Art-Vibes:

FIAF - "Ambiente Clima Futuro”, il nuovo progetto fotografico collettivo nazionale
228 autori e oltre 1500 immagini per la prima iniziativa di documentazione fotografica e analisi interpretativa del fenomeno 
della tutela ambientale nel nostro Paese, realizzato da fotografi professionisti e amatoriali.

La FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche – e la Fondazione CENSIS presentano il progetto “AMBIENTE CLIMA FUTURO”, la prima iniziativa di documentazione fotografica e analisi interpretativa del fenomeno della tutela ambientale nel nostro Paese, realizzato da fotografi professionisti e amatoriali.

Nel particolare momento di passaggio che stiamo oggi vivendo, a cavallo tra un passato segnato da inquinamento, spreco delle risorse, cattiva gestione del territorio, problema dei rifiuti e cambiamenti climatici, e un presente dove le buone pratiche, sia a livello pubblico che privato, vanno nella direzione di un futuro con una maggiore attenzione per l’ambiente e per il suo equilibrio, il Progetto

Fotografico della FIAF vuole essere un’occasione per riflettere su questi processi di trasformazione, raccontando sia i luoghi e le attività dove esistono progetti ed esperienze di recupero per un ritorno ad un ambiente più naturale, sia quelle situazioni dove sono ancora in corso sfruttamento e depauperamento per sostenere un sistema economico sempre più bisognoso di risorse difficilmente rinnovabili, in un ritmo di crescita inconciliabile con il mantenimento di un equilibrio naturale.

La grande mostra fotografica del nuovo progetto nazionale “AMBIENTE CLIMA FUTURO”, di cui BPER Banca è main sponsor, verrà inaugurata sabato 18 giugno 2022 presso il CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena (Via delle Monache 2), a partire dalle ore 17,30. La mostra rimarrà poi aperta fino a sabato 10 settembre 2022.

Gli autori iscritti per partecipare al progetto nazionale “AMBIENTE CLIMA FUTURO” sono stati 1.161, 1.032 dei quali hanno inviato le loro opere per la selezione. Le immagini arrivate sono state 14.448. Sono stati selezionati 228 autori con un totale di circa 1.516 fotografie, in rappresentanza di 18 Regioni italiane.

Anche gli appassionati di audiovisivi, supportati dal Dipartimento DIAF hanno inviato le loro opere con 24 partecipanti e 27 opere prodotte.

Il progetto è stato realizzato anche grazie al sostegno di FUJIFILM Italia coinvolgendo 10 fotografi molto conosciuti nel mondo FIAF, offrendo loro la possibilità di interpretare il tema “AMBIENTE CLIMA FUTURO” con la qualità straordinaria delle fotocamere digitali mirrorless Serie X e ottiche FUJINON.

Ogni autore ha seguito la propria inclinazione con il linguaggio più congeniale. Il risultato è un’opera corale di disvelamento della percezione collettiva della crisi climatica e delle condizioni in cui oggi versa il Paese, raccolta in un documentato unico che costituisce il catalogo della mostra nazionale e che contiene tutte le opere esposte, selezionate da una commissione di esperti.

In alcuni lavori, come riportato nella prima parte del libro, il nostro habitat è visto dall’alto, come fossimo astronauti che ogni volta si meravigliano della bellezza, della vastità, dell’incongruenza, delle forme che ci rendono piccoli e che ci fanno comprendere chi sia, davvero il più forte: è il genere umano a doversi adattare, a dover cambiare, perché la natura si trasformerà e potrà forse farne a meno.

Altri racconti fotografici, invece, sono ritmati da immagini astratte. Sono mondi di senso, intrecci, pretesti che rappresentano il confluire degli argomenti l’uno nell’altro, nell’organismo complesso e affascinante che è l’ambiente, nel rapporto d’amore e conflitto che il genere umano ha con la natura. Così fluidamente, nel libro, abbiamo cercato di partire dall’aria e dall’inquinamento atmosferico, per passare ai paesaggi naturali e alla nostalgia che percepiamo di fronte alla forza immane delle opere d’arte dipinte dalla natura.

Il grande tema dell’abbandono, dell’incuria delle forme umane e della riappropriazione da parte della vegetazione si trasforma nella rappresentazione dei territori malati, feriti profondamente dalle esigenze di sfruttamento. Il territorio urbano ha un suo fascino non sempre inconsapevole: i nostri autori hanno cercato lo stridore di una inconsulta occupazione di spazio, ma anche le inattese armonie tra mondi che parrebbero inconciliabili.

Poi c’è il mondo dell’acqua nelle infinite declinazioni dell’uso, del recupero, della protezione, del governo e dello studio che sfocia però nelle tragedie delle devastazioni a causa di eventi derivanti dai cambiamenti climatici: inondazioni, tsunami, tempeste, incendi (purtroppo e troppo stesso anche di natura dolosa). Il riciclo e il recupero si mostrano nelle forme più sorprendenti, anche quando banali: è la voglia di vivere e di far rivivere, la nuova vita che tutti speriamo di poter guadagnare è una forma di speranza e una rilettura di prodotti usati e usurati eppure capaci di adattarsi a nuovi usi con la sapienza di una industria attenta, di un artigiano, del cittadino rispettoso. Infine, l’energia prodotta da fonti rinnovabili, la vera scommessa del futuro e i comportamenti virtuosi raccolti in microstorie di passione e volontà. Nel mezzo c’è la protesta degli ultimi anni, purtroppo spenta dalla pandemia, ma che ritornerà, certamente, più forte di prima.

Ma non mancano progetti fotografici che ci danno un segno di speranza, con l’idea che i nostri sforzi ci saranno e non saranno vani. Ecco, quindi, i giovani sorridenti che immaginano il futuro coi loro disegni, un giardino di arte contemporanea a dimostrare che tecnologia e poesia possono e debbono convivere a servizio del mondo naturale di cui l’uomo fa parte e poi l’impegno di ognuno in un grande mosaico sul quale tutti dobbiamo posare la nostra tessera.

Mostra fotografia “Ambiente Clima Futuro
18 giugno – 10 settembre 2022.
CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena (AR), Via delle Monache 2.