Notte di San Lorenzo by Filippo Venturi

Nella notte di San Lorenzo, la spiaggia di Sant’Isidoro si accende di piccole luci domestiche: lampade da campeggio, candele, lanterne improvvisate che disegnano isole di calore nel buio. I tavoli pieghevoli diventano luoghi d’incontro, le tovaglie ondeggiano leggere come vele, e tra un bicchiere di vino e una fetta di anguria si intrecciano storie, risate e ricordi. La scena è un mosaico di umanità, mentre tutti alzano di tanto in tanto lo sguardo verso il cielo, in cerca di una stella cadente a cui affidare un desiderio.
Nardò (Lecce, Italia), 10/08/2025.


On the night of San Lorenzo, the beach of Sant’Isidoro lights up with small domestic glows: camping lamps, candles, improvised lanterns tracing islands of warmth in the dark. Folding tables turn into gathering places, tablecloths ripple lightly like sails, and between a glass of wine and a slice of watermelon, stories, laughter, and memories intertwine. The scene is a mosaic of humanity, while everyone now and then lifts their gaze to the sky, searching for a shooting star to entrust with a wish.
Nardò (Lecce, Italy), 08/10/2025.


Una Notte nell'Abbazia di San Galgano by Filippo Venturi

(english below)

Una Notte nell'Abbazia di San Galgano

Venerdì 1 agosto 2025, dopo il tramonto, si è svolta una visita particolare all'Abbazia di San Galgano, sita nel comune di Chiusdino, in provincia di Siena, in Toscana.
Archeologhe e archeologi dell’Università di Siena, in abiti medievali, hanno guidato i partecipanti tra le antiche e imponenti navate, alla luce soffusa delle fiaccole, narrando i segreti della suggestiva abbazia cistercense.
Edificata tra il 1220 e il 1288 circa, l’Abbazia di San Galgano è uno dei più affascinanti esempi di architettura gotico-cistercense in Italia. Priva di tetto ma con le sue mura, navate e abside ancora perfettamente leggibili, regala un impatto visivo potente e misterioso. Negli anni ’80 del Novecento, fu scelta dal regista russo Andrej Tarkovskij come una delle location del film Nostalghia.
Ogni estate, i ricercatori dell’Università di Siena conducono scavi archeologici nelle aree che un tempo ospitavano il chiostro, il refettorio e le cucine. Le indagini hanno restituito preziose informazioni sulla vita quotidiana dei monaci, tra cui — in maniera sorprendente per un’abbazia nell’entroterra senese — il consumo regolare di pesce. L’esperienza di scavo viene condivisa con il pubblico attraverso tour guidati e attività di living history in costume storico, che permettono di restare aggiornati sui lavori svolti.
Negli ultimi anni, parallelamente agli scavi, sono stati avviati anche importanti interventi di restauro, come il recupero della sacrestia inferiore e dei suoi affreschi trecenteschi, il restauro di due guglie originarie della facciata e il progetto di riapertura del dormitorio monastico, che amplierà gli spazi visitabili.
L'evento è stato organizzato dalla Fondazione San Galgano.
Chiusdino, in provincia di Siena (Toscana, Italia), 1 Agosto 2025.


One Night at the Abbey of San Galgano

On Friday, August 1, 2025, after sunset, a special visit took place at the Abbey of San Galgano, located in the municipality of Chiusdino, in the province of Siena, Tuscany.
Archaeologists from the University of Siena, dressed in medieval costumes, guided participants through the ancient and imposing naves, illuminated by the soft glow of torches, revealing the secrets of the evocative Cistercian abbey.
Built between around 1220 and 1288, the Abbey of San Galgano is one of the most fascinating examples of Gothic-Cistercian architecture in Italy. Roofless yet with its walls, naves, and apse still perfectly intact, it offers a powerful and mysterious visual impact. In the 1980s, it was chosen by Russian director Andrei Tarkovsky as one of the filming locations for Nostalghia.
Every summer, researchers from the University of Siena carry out archaeological excavations in the areas that once housed the cloister, the refectory, and the kitchens. These investigations have provided valuable insights into the monks’ daily life, including — surprisingly for an abbey in the Sienese hinterland — the regular consumption of fish. The excavation experience is shared with the public through guided tours and living history activities in historical costume, allowing visitors to follow the ongoing work.
In recent years, alongside the excavations, important restoration projects have been undertaken, such as the recovery of the lower sacristy and its 14th-century frescoes, the restoration of two original spires from the façade, and the planned reopening of the monks’ dormitory, which will expand the visitable spaces.
The event was organized by the San Galgano Foundation.
Chiusdino, Province of Siena (Tuscany, Italy), August 1, 2025.

Prison Inside Me su Escape Australia by Filippo Venturi

(english below)

Sulla rivista Escape Australia è stata pubblicata una selezione di fotografie dal mio lavoro su Prison Inside Me.

Dopo aver realizzato il progetto L’Ira Funesta, dedicato alla Camera della Rabbia di Forlì — uno spazio in cui era possibile sfogare stress e rabbia distruggendo oggetti con mazze da baseball e martelli da demolizione — sono venuto a conoscenza di un altro ambiente pensato per liberarsi dallo stress, ma con dinamiche diametralmente opposte. Invece della violenza fisica e catartica, Prison Inside Me propone l’isolamento, la rinuncia alla tecnologia e la meditazione, in un contesto volutamente ispirato all’essenzialità di una prigione: le “celle” sono le stanze in cui alloggiano gli ospiti, o meglio, i pazienti.

Fondato nel 2013 da Jihyang Noh e da suo marito, il centro si trova a Nam-myeon, a circa 90 chilometri a est di Seul, immerso tra colline e boschi. Le stanze misurano appena 6 metri quadrati, sono spoglie, senza orologi né dispositivi tecnologici, e chi vi soggiorna indossa una divisa blu con numero identificativo.

Il progetto nasce come risposta al crescente malessere psicologico causato dalla pressione sociale e lavorativa in Corea del Sud, un Paese che in pochi decenni ha attraversato una rapidissima trasformazione, passando da una condizione semifeudale a una delle società tecnologicamente più avanzate del mondo. Questo salto, però, ha generato gravi effetti collaterali: ansia, isolamento, alcolismo e uno dei tassi di suicidio più alti al mondo.

Durante la mia visita, la direttrice Jihyang Noh mi ha raccontato che l’idea del centro è venuta al marito, avvocato, in un periodo particolarmente stressante della sua vita professionale. Sentiva il bisogno di fermarsi, ma non poteva permetterselo. Così ha immaginato un luogo in cui rinchiudersi volontariamente, per ritrovare equilibrio e riprendere il controllo della propria esistenza.

Le camere vengono chiuse a chiave solo di notte. Di giorno, chi lo desidera può uscire all’aperto e passeggiare nella cosiddetta “Foresta della Meditazione”. Altri preferiscono restare nella propria cella, dove meditano, pregano, scrivono o semplicemente piangono. Alcuni si limitano a guardare fuori dalla finestra. E proprio lì, nel silenzio e nella solitudine, si svela la sfida più grande: restare soli con se stessi. Ma è anche il primo passo per trasformare la propria quotidianità e ritrovare una serenità autentica.

Nessuno, fino a oggi, ha mai abbandonato il programma prima del termine, sono consapevoli di essere lì per loro stessi.


A selection of photographs from my work on Prison Inside Me was published in the magazine Escape Australia.

After completing the project L’Ira Funesta, dedicated to the Rage Room in Forlì — a space where people could vent stress and anger by smashing objects with baseball bats and demolition hammers — I came across another environment designed to relieve stress, but with completely opposite dynamics. Instead of physical and cathartic violence, Prison Inside Me offers isolation, disconnection from technology, and meditation, in a setting deliberately inspired by the minimalist aesthetics of a prison: the “cells” are the rooms where guests — or rather, patients — stay.

Founded in 2013 by Jihyang Noh and her husband, the center is located in Nam-myeon, about 90 kilometers east of Seoul, surrounded by hills and forests. The rooms are just 6 square meters in size, bare, with no clocks or technological devices, and guests wear a blue uniform with an identification number.

The project was created in response to the growing psychological distress caused by social and work-related pressure in South Korea — a country that, in just a few decades, has undergone a rapid transformation from a semi-feudal state into one of the most technologically advanced societies in the world. However, this leap has brought with it serious side effects: anxiety, isolation, alcoholism, and one of the highest suicide rates in the world.

During my visit, the director Jihyang Noh told me that the idea for the center came from her husband, a lawyer, during an especially stressful time in his professional life. He felt the need to stop, but couldn’t afford to. So he imagined a place where one could voluntarily shut oneself away, in order to recharge and regain control over one’s life.

The rooms are locked only at night. During the day, those who wish can go outside and walk in what they call the “Meditation Forest.” Others prefer to remain in their cell, where they meditate, pray, write, or simply cry. Some just sit and stare out the window. And it is precisely there, in silence and solitude, that the greatest challenge reveals itself: being alone with oneself. But it’s also the first step toward transforming one’s daily life and rediscovering a genuine sense of serenity.

To this day, no one has ever left the program before completing it. They are fully aware that they are there for themselves.

Workshop per CNA Emilia Romagna by Filippo Venturi

Le nuove frontiere dell'AI per produzioni fotografiche e video

Operazione RIF PA 2024-22712/RER/6 "Potenziamento delle competenze per l'innovazione, l'internazionalizzazione e la sostenibilità nel sistema/filiere delle ICC" - Approvato con DGR 1914 /2024 del 14/10/2024 e realizzata grazie ai Fondi europei della Regione Emilia-Romagna

Intelligenza artificiale per la creazione di nuovi prodotti/servizi

Obiettivi
Il percorso formativo permetterà ai partecipanti di acquisire competenze strategiche per lo svolgimento della propria attività lavorativa, potenziando e consolidando la propria professionalità attraverso l’utilizzo di strumenti e metodi connessi all’adozione di sistemi AI ed aggiornare le conoscenze per elaborare e predisporre nuovi contenuti nell’ambito foto video. La figura in uscita al termine del percorso sarà in grado di:

  • Individuare soluzioni basate su Intelligenza Artificiale adattabili al proprio contesto;

  • Valorizzare prodotti/opere/servizi tramite l’utilizzo delle tecnologie;

  • Integrare diverse modalità di fruizione dei contenuti culturali e artistici;

  • Valorizzare archivi, dati e creare nuovi contenuti culturali;

  • Potenziare tecniche di digitalizzazione per archiviazione ed elaborazione di nuovi contenuti.

Destinatari

Saranno coinvolti imprenditori, imprenditrici, figure chiave dell’impresa e liberi professionisti ordinistici e non ordinistici che hanno sede legale o unità locale in Emilia Romagna e che appartengono alla filiera a cui l’Operazione afferisce. Saranno coinvolte figure che ricoprono ruoli chiave nelle imprese di provenienza, per la definizione di strategie organizzative di sviluppo e di innovazione. Destinatari del progetto saranno dipendenti, imprenditori, professionisti, che già operano nei sistemi/filiere di riferimento e che necessitano di aggiornare, incrementare, qualificare le competenze tecnico professionali e/o gestionali/organizzative/manageriali funzionali alla permanenza nel mercato del lavoro e a sostenere i processi di innovazione e sviluppo sostenibile delle filiere e dei sistemi produttivi di beni e servizi. Si specifica che per unità operativa si intende un immobile (una sede fisica) in cui il destinatario svolge abitualmente la propria attività come libero professionista, dimostrabile con diverse documentazioni previste dall’Invito (visure camerali, certificato di attribuzione partita IVA, Iscrizione all’Albo, Ordine o Collegio, etc). E’ esclusa la partecipazione alle imprese del settore agricolo e forestale, della pesca e dell’acquacultura. Tali imprese potranno essere destinatarie nel solo caso in cui operino anche in altri settori e che dispongano di un sistema di separazione delle attività o di distinzione dei costi, che assicuri che gli aiuti non finanzieranno attività escluse dal campo di applicazione.

Requisiti di accesso

L’accertamento dei requisiti formali di accesso avverrà tramite la richiesta di documentazione (es: visure camerali, altro) attestante:
– Presenza di sede legale o unità locale in Emilia-Romagna
– Collegamento al sistema produttivo/filiera a cui l’Operazione si rivolge attraverso il possesso dei seguenti codici ATECO.

Per accedere al percorso è necessario ricoprire incarichi aziendali o professionali attinenti al contenuto del corso. L’accertamento dei requisiti sostanziali avverrà con le seguenti modalità: Analisi domande di iscrizione, CV e documentazione aggiuntiva, al fine di verificare i requisiti suindicati, a cura del coordinatore di progetto. Il mancato possesso dei requisiti formali e/o sostanziali prevederà la non ammissione al progetto. I candidati in possesso dei requisiti formali e sostanziali andranno a costituire l’elenco dei candidati ammissibili. I corsi si avvieranno solo al raggiungimento del numero minimo di 8 partecipanti ammessi e che hanno formalizzato la propria volontà di accedere al percorso. Il numero massimo di partecipanti potrà variare a seconda delle modalità, dotazioni e sedi formative utilizzate. Le imprese coinvolte dovranno rientrare nel regime De Minimis. Per garantire apprendimento e successo formativo sarà valutato il ruolo aziendale e/o l’attività professionale e curriculare del partecipante che dovrà essere attinente al contenuto del corso.

Contenuti del corso

Prima parte – a cura di Filippo Venturi (come si applicano tecnologie AI per foto giornalistiche/sportive/di documentari)

  • Messa a confronto tra reportage reale e riproduzioni con AI.

  • Le immagini generate per idealizzare un prodotto.

  • Timori legati all’adozione di questa nuova tecnologia, sia le potenzialità che essa porta con sé, aprendo un dibattito sul futuro dell’arte fotografica e della nostra interazione con le immagini digitali.

  • Come l’I.A. può ampliare le prospettive creative dei fotografi e le idee che sottendono alla creazione di progetti.

  • Esempi di utilizzo di software TTI (text-to-image) come Midjourney che, partendo da una descrizione testuale (prompt), generano una immagine sfruttando l’I.A.

Seconda parte – a cura di Stefano Bolognini (utilizzo software AI in foto e montaggi video)

  • Introduzione su AI e modelli, Generazione, strumenti. Evoluzione delle recenti tecnologie, come viene usata attualmente e quali sono le prospettive.

  • Software per la fase di ricerca e la creazione di una moodboard di un progetto personale o un lavoro commissionato, rendere più veloce la selezione e la postproduzione delle foto con strumenti che utilizzano l’AI.

  • Chat GPT e il suo utilizzo per velocizzare il processo di scrittura e revisione dei testi, come sinossi e didascalie delle fotografie da inviare a un concorso o da pubblicare su un sito web.

  • Strumenti e funzionalità Ai per Foto: introduzione a Adobe Photoshop. Approfondimento su Photoshop Beta e le nuove funzionalità per lo sviluppo dei file RAW (con Neural Filters), e su Camera RAW (anche su Adobe Lightroom) per ingrandire le immagini, senza perdere qualità nella fase di stampa.

  • Remini: restaurare volti, anche da immagini molto degradate.

  • Topaz: Photo Ai, Video Ai, come usare questi strumenti per migliorare e correggere sia foto che video.

  • Runway ML (Gen-2) – Generazione video e immagini Ai, anche da testo o immagini.

Modalità e criteri di selezione
Il processo di selezione, che si attiverà esclusivamente qualora il numero dei candidati/e risultasse superiore al numero di posti disponibili per la gestione del gruppo/aula ai fini di un efficace processo formativo, verterà sull’analisi del possesso dei requisiti sottoelencati. La Selezione verificherà la conoscenza BASE di STRUMENTI INFORMATICI

Attestato
Attestato di frequenza

Quota di partecipazione
Corso gratuito in quanto cofinanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo PLUS 2021/2027 della Regione Emilia-Romagna

Calendario
Modulo a cura di Filippo Venturi dalle 9,30 alle 15,30
Lunedì 29 settembre e Giovedì 2 ottobre

Modulo a cura di Stefano Bolognini dalle 9,30 alle 15,30
Giovedì 9 ottobre e Giovedì 16 ottobre

Sede del corso
Via Mulini, 35 - 47521 Cesena FC

Referenti
Jessica Piraccini | Email: piraccini@cnafoer.it | Telefono: 3479282282
Gloria Campanini | Email: g.campanini@cnafoer.it | Telefono: 3371083305

Docenti

Filippo Venturi
Fotografo documentarista. I suoi lavori sono stati pubblicati su magazine e quotidiani internazionali. Realizza progetti personali su storie e problematiche riguardanti l’identità e la condizione umana. Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il LensCulture Emerging Talent Awards, il Premio Il Reportage, il Premio Voglino e il Portfolio Italia – Gran Premio Hasselblad. Insegna fotogiornalismo e fotografia documentaria in Italia e all’estero, altresì il rapporto tra fotografia e intelligenza artificiale.

Stefano Bolognini
Videomaker e fotografo, esperto di video digitali, montaggio e post produzione, ambientazioni 3d, vijing e visual. Si occupa di regia e produzione di audiovisivi e di spettacoli teatrali, oltre che di organizzazione e gestione di eventi e festival. Con il collettivo di artisti ed esperti di cinema ha realizzato finora oltre venti cortometraggi. Lavora inoltre come formatore per corsi e laboratori in scuole e istituti.

Sito ufficiale: https://www.cnafoer.it/corsi/le-nuove-frontiere-dellai-per-produzioni-fotografiche-e-video/

Prossime mostre, talk ed eventi by Filippo Venturi

Un breve riassunto dei prossimi appuntamenti dove sarà possibile incontrarmi o visitare una mia mostra!

"Broken Mirror" ai Wiesbaden Photo Days 2025, dal 23 agosto al 7 settembre 2025.
Il mio lavoro Broken Mirror sarà esposto alla Kunsthaus Wiesbaden, in Germania. Il tema del festival di quest'anno, individuato dal direttore artistico Juergen Strasser, è "Futuro? Quale futuro?!"

"Broken Mirror" al Napoli Photo Festival, dal 3 al 12 ottobre 2025
Il mio lavoro Broken Mirror sarà esposto al Napoli Photo Festival. Il tema di quest'anno, individuato dal direttore artistico Luca Sorbo, è "Dal fotografico al post-fotografico".
Terrò inoltre un talk sul tema fotografia e intelligenza artificiale sabato 11 ottobre alle ore 11.15.

"Tagliata dall’acque la terra. Immagini di un’alluvione: Romagna, 2023" presso la Fototeca Marco Pesaresi, fino al 28 settembre 2025.
Con questa iniziativa il Comune di Savignano sul Rubicone ha costituito un fondo fotografico sul tema dell’alluvione del 2023, acquisendo opere di sei autori che l’hanno vissuta in prima persona in diverse città e zone della Romagna ed elaborata attraverso la pratica artistica, secondo la propria sensibilità: Andrea Bernabini, Silvia Camporesi, Filippo Venturi, Gianni Zaffagnini, Marco Zanella e Benedetta Ristori. Durante il SI Fest, terrò delle visite guidate relative al mio lavoro (date da definire).

Altre attività e incontri sono in fase di organizzazione nei prossimi mesi :)


Broken Mirror è un progetto realizzato con l’intelligenza artificiale che richiama visivamente l’estetica della fotografia documentaria classica. Attraverso una metafora, il lavoro racconta la dittatura nordcoreana e la propaganda che regola le vite dei cittadini, ma allo stesso tempo suggerisce una riflessione più ampia: l’elemento alieno che si insinua nella quotidianità delle persone, alterandone l’identità, la percezione di sé, le modalità di comunicazione e di relazione, può essere interpretato come rappresentazione della natura invasiva e controllante della tecnologia — una visione che interroga anche il nostro futuro.

Napoli Photo Festival by Filippo Venturi

Sabato 11 ottobre 2025 sarò al Napoli Photo Festival per un incontro in cui parlerò di Fotografia e Intelligenza Artificiale!

Il festival, oltre ad esporre il mio lavoro “Broken Mirror” (realizzato con l’intelligenza artificiale), offrirà tante mostre, incontri ed eventi interessanti legati al mondo della fotografia, sotto la direzione artistica di Luca Sorbo.

Questo il sito ufficiale del festival: https://napoliphotofestival.it
Questo il programma del festival: https://napoliphotofestival.it/programma


Mostre presso Parco San Laise Napoli Viale della Liberazione 117 edificio O
INGRESSO GRATUITO

Orari:
3 ottobre – inaugurazione ore 18
4-5 ottobre – 10-18
10 ottobre – 16-18
11-12 ottobre – 10-18

Made in Korea, 10 anni dopo by Filippo Venturi

[English below]

Il recente suicidio di tre studentesse a Busan ha riacceso, in Corea del Sud, il dibattito sull’enorme competizione e pressione che grava sui giovani, in ambito scolastico ma non solo, e che li condiziona pesantemente, spingendoli anche a gesti tragici. Nei loro messaggi di addio, le ragazze esprimevano forti timori riguardo all’ultimo anno di liceo e a ciò che sarebbe venuto dopo.

Un'indagine del 2022, condotta su oltre 130.000 studenti dal Ministero dell'Istruzione, ha evidenziato che il 20,3% degli studenti delle medie e superiori ha pensato al suicidio, attribuendone la causa principale all’ansia per il futuro e per la carriera.

L’anno scorso, la "Legge sulla prevenzione del suicidio" ha reso obbligatorio almeno un intervento educativo annuale al benessere mentale nelle scuole di ogni ordine, ma gli esperti concordano che questo non sarà sufficiente. Il sistema educativo – con giornate scolastiche fino a 13–16 ore, frequenti lezioni serali private (hagwon) e un enorme impegno in ripetizioni – è riconosciuto da tempo come un fattore preponderante nello stress studentesco.

Secondo la psichiatra Lee Yeon-jeong, in un report del 2019, gli adolescenti coreani spesso non mostrano segnali esterni prima di compiere gesti estremi: “In Occidente gli adolescenti possono abusare di sostanze o avere comportamenti antisociali, ma in Corea chi si suicida è spesso silenzioso ed educato”. Questa discrezione è radicata nella cultura coreana, che scoraggia l’espressione delle difficoltà.

Quando nel 2014 ho iniziato a studiare gli effetti collaterali subìti dai giovani sudcoreani immersi in una società altamente competitiva e con forti pressioni sociali, anche provenienti dalla famiglia — che ho poi raccontato nel lavoro Made in Korea nel 2015 — confesso che mi sarei aspettato dei progressi 10 anni dopo, ma così non è stato. Negli anni 2020-2022, anche a causa della pandemia, il problema si era persino aggravato.

Il nuovo presidente coreano Lee Jae-myung ha dichiarato che la prevenzione del suicidio giovanile sarà una priorità nazionale, anche grazie a un rafforzamento di screening psicologici, formazione dei “gatekeeper” (insegnanti, operatori sanitari) e maggiore supporto alle famiglie. C'è da sperare che sia vero.

[Alcune fotografie dal mio lavoro Made in Korea]


The recent suicide of three female students in Busan has reignited, in South Korea, the debate over the intense competition and pressure weighing on young people—not only in the academic sphere—and how heavily it affects them, sometimes pushing them toward tragic actions. In their farewell messages, the girls expressed deep fears about their final year of high school and what would come afterward.

A 2022 survey, conducted on over 130,000 students by the Ministry of Education, revealed that 20.3% of middle and high school students had contemplated suicide, citing anxiety about the future and their careers as the main reason.

Last year, the "Suicide Prevention Act" made it mandatory for schools at all levels to provide at least one annual educational session focused on mental well-being, but experts agree that this will not be enough. The education system—with school days lasting up to 13–16 hours, frequent evening private lessons (hagwon), and a heavy load of tutoring—is widely recognized as a major contributor to student stress.

According to psychiatrist Lee Yeon-jeong, in a 2019 report, Korean teenagers often show no outward signs before taking extreme actions: “In the West, teenagers may abuse substances or display antisocial behavior, but in Korea, those who take their own lives are often quiet and well-mannered.” This discretion is rooted in Korean culture, which discourages the expression of personal struggles.

When in 2014 I began studying the side effects suffered by young South Koreans immersed in a highly competitive society with intense social pressure, including from their families - as I documented in my 2015 project Made in Korea - I expected to see some progress ten years later. But that has not been the case. Between 2020 and 2022, the issue even worsened, partly due to the pandemic.

South Korea’s new president, Lee Jae-myung, has declared that preventing youth suicide will be a national priority, including through the strengthening of psychological screenings, the training of “gatekeepers” (teachers, healthcare workers), and increased support for families. One can only hope it’s true.

[Some photographs from my project Made in Korea]

Tutti gli algoritmi del Presidente by Filippo Venturi

[English below]

Il Senato degli Stati Uniti ha approvato l'1 Luglio 2025 il "One Big Beautiful Bill Act" (OBBBA), cioè la riforma di bilancio voluta da Donald Trump, che prevede miliardi di dollari in investimenti federali destinati all’intelligenza artificiale, alla sicurezza informatica e ai droni.

La riforma è stata approvata senza una parte che era molto preoccupante: una moratoria di 10 anni che avrebbe impedito agli Stati americani l'introduzione di leggi per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale. La Regolamentazione sarebbe stata possibile solo a livello federale (in pratica, solo a discrezione di Trump). Il Senato l'ha bocciata con 99 voti contrari e 1 solo a favore.

Una moratoria di questo tipo avrebbe garantito ampia libertà d'azione alle Big Tech (come Google, Meta, Amazon, ecc), sollevandole da responsabilità legali a livello statale e rendendo inapplicabili per un decennio molte tutele e protezioni oggi garantite ai cittadini. Leggi come quelle sulla discriminazione algoritmica — come quelle che vietano trattamenti differenziali basati su razza, genere o reddito nei sistemi automatici — non sarebbero state applicabili dagli Stati. Normative statali già esistenti o in discussione — come quelle approvate in California e Colorado in materia di privacy dei consumatori — sarebbero state sospese o rese inefficaci. Gli Stati non avrebbero potuto contrastare attraverso proprie leggi fenomeni critici legati all’uso dell’intelligenza artificiale, come la generazione di deepfake, la profilazione razziale, i bias nei sistemi di selezione del personale o di concessione di prestiti.

I pesi e contrappesi del sistema statunitense appaiono deboli di fronte alla svolta autoritaria impressa da Trump. Congresso e Corte Suprema, nella maggior parte dei casi, non rappresentano un ostacolo significativo, limitandosi spesso a un ruolo passivo o addirittura complice. In questo contesto, l’autonomia legislativa degli Stati appare come un contrappeso vitale, forse l’ultimo baluardo contro una deriva autoritaria che rischia di compromettere la democrazia statunitense.

Ci saranno altri tentativi per dare libertà operativa alle Big Tech, a discapito dei cittadini (americani e non solo).

[Immagine tratta al mio progetto "Broken Mirror"]


On 1 July 2025, the US Senate passed the “One Big Beautiful Bill Act” (OBBBA), the budget reform wanted by Donald Trump, which provides for billions of dollars in federal investments in artificial intelligence, cybersecurity and drones.

The reform was passed without one part that was very worrying: a 10-year moratorium that would have prevented US states from introducing laws to regulate the use of artificial intelligence. Regulation would only have been possible at the federal level (in practice, only at Trump's discretion). The Senate rejected it with 99 votes against and only 1 in favour.

Such a moratorium would have granted wide latitude to Big Tech (such as Google, Meta, Amazon, etc.), relieving them of legal responsibilities at the state level and making many of the protections and safeguards guaranteed to citizens today inapplicable for a decade. Algorithmic discrimination laws - such as those prohibiting differential treatment based on race, gender or income in automated systems - would not have been enforceable by states. State regulations already in existence or under discussion - such as those passed in California and Colorado regarding consumer privacy - would have been suspended or rendered ineffective. States would not have been able to counter through their own laws critical phenomena related to the use of artificial intelligence, such as the generation of deepfakes, racial profiling, and bias in personnel selection or lending systems.

The checks and balances of the US system appear weak in the face of Trump's authoritarian turn.
Congress and the Supreme Court, in most cases, do not represent a significant obstacle, often limiting themselves to a passive or even complicit role. In this context, the legislative autonomy of the states appears as a vital counterweight, perhaps the last bastion against an authoritarian drift that threatens to undermine US democracy.

There will be other attempts to give operational freedom to Big Tech, to the detriment of citizens (American and others).

[Image from my “Broken Mirror” project]

Basi militari statunitensi a Okinawa by Filippo Venturi

[English below]

Girando per Tokyo, appena fuori dalla stazione della metro di Meiji-jingumae “Harajuku” — un punto strategico, ben visibile e molto frequentato, in particolare dai giovani — ho assistito a una protesta pacifica contro la presenza militare statunitense a Okinawa. La protesta continuava anche dall'altro lato della strada, in un'ampia aea pedonale, coinvolgendo numerose persone.

Avevo letto qualcosa in passato, ma non avevo mai approfondito la gravità di questo fenomeno.

Dal 1972 a oggi, migliaia di crimini sono stati denunciati contro militari statunitensi in Giappone, tra cui oltre 120 casi di stupro a Okinawa.

Il 60% dei reati commessi da personale militare statunitense in Giappone avviene proprio a Okinawa, nonostante quest'isola rappresenti meno dell’1% del territorio nazionale.

Questo squilibrio è dovuto all’alta concentrazione di basi USA: oltre il 70% delle installazioni militari americane in Giappone si trova lì.

La recente condanna di un militare statunitense a 7 anni di carcere per aver aggredito sessualmente una donna giapponese ha riacceso il dibattito sul SOFA (Status Of Forces Agreement), il trattato che regola la presenza delle truppe USA in Giappone e che consente ai militari di essere giudicati secondo norme speciali, spesso protetti da arresto immediato o processi locali, che per molti giapponesi è simbolo di ingiustizia e di impunità, soprattutto a Okinawa.


Walking around Tokyo, just outside the Meiji-jingumae “Harajuku” subway station — a strategic, highly visible, and highly frequented spot, particularly by young people — I witnessed a peaceful protest against the U.S. military presence in Okinawa. The protest also continued across the street in a wide pedestrian aea, involving numerous people.

I had read about it in the past, but had never delved into the seriousness of this phenomenon.

From 1972 to the present, thousands of crimes have been reported against U.S. military personnel in Japan, including more than 120 cases of rape in Okinawa.

60% of crimes committed by U.S. military personnel in Japan occur on Okinawa itself, despite the fact that this island represents less than 1% percent of the national territory.

This imbalance is due to the high concentration of U.S. bases: more than 70% of U.S. military installations in Japan are located there.

The recent sentencing of a U.S. serviceman to 7 years in prison for sexually assaulting a Japanese woman has reignited the debate over the SOFA (Status Of Forces Agreement), the treaty that regulates the presence of U.S. troops in Japan and allows servicemen to be tried under special rules, often protected from immediate arrest or local trials, which for many Japanese is a symbol of injustice and impunity, especially in Okinawa.

Civiltà dei Dati — Fondazione Leonardo ETS by Filippo Venturi

Ho scritto per la rivista “Civiltà dei Dati” — pubblicata dalla Fondazione Leonardo ETS (Leonardo Company, ex-Finmeccanica) — un articolo sul processo creativo del mio progetto "He looks like you", composto da fotografie di famiglia, collage, interventi grafici e immagini generate con l'intelligenza artificiale, in cui ho immaginato l’incontro mai avvenuto fra mio padre Giorgio e mio figlio Ulisse.

Si tratta di una rivista trimestrale di divulgazione scientifica e tecnologica, che nel numero di giugno 2025, dedicato a “Gli effetti della tecnologia sulla mente”, contiene interessanti articoli e contributi da parte di personalità come Jonas Bendiksen (fotografo di Magnum e autore di "The Book of Veles"), Rita Cucchiara (autrice del libro "L'intelligenza non è artificiale"), il neuroscienziato Vittorio Gallese e tanti altri esperti.

E' consultabile gratuitamente e scaricabile qui: https://www.fondazioneleonardo.com/civilta-dei-dati