Italy

Notte di San Lorenzo by Filippo Venturi

Nella notte di San Lorenzo, la spiaggia di Sant’Isidoro si accende di piccole luci domestiche: lampade da campeggio, candele, lanterne improvvisate che disegnano isole di calore nel buio. I tavoli pieghevoli diventano luoghi d’incontro, le tovaglie ondeggiano leggere come vele, e tra un bicchiere di vino e una fetta di anguria si intrecciano storie, risate e ricordi. La scena è un mosaico di umanità, mentre tutti alzano di tanto in tanto lo sguardo verso il cielo, in cerca di una stella cadente a cui affidare un desiderio.
Nardò (Lecce, Italia), 10/08/2025.


On the night of San Lorenzo, the beach of Sant’Isidoro lights up with small domestic glows: camping lamps, candles, improvised lanterns tracing islands of warmth in the dark. Folding tables turn into gathering places, tablecloths ripple lightly like sails, and between a glass of wine and a slice of watermelon, stories, laughter, and memories intertwine. The scene is a mosaic of humanity, while everyone now and then lifts their gaze to the sky, searching for a shooting star to entrust with a wish.
Nardò (Lecce, Italy), 08/10/2025.


Una Notte nell'Abbazia di San Galgano by Filippo Venturi

(english below)

Una Notte nell'Abbazia di San Galgano

Venerdì 1 agosto 2025, dopo il tramonto, si è svolta una visita particolare all'Abbazia di San Galgano, sita nel comune di Chiusdino, in provincia di Siena, in Toscana.
Archeologhe e archeologi dell’Università di Siena, in abiti medievali, hanno guidato i partecipanti tra le antiche e imponenti navate, alla luce soffusa delle fiaccole, narrando i segreti della suggestiva abbazia cistercense.
Edificata tra il 1220 e il 1288 circa, l’Abbazia di San Galgano è uno dei più affascinanti esempi di architettura gotico-cistercense in Italia. Priva di tetto ma con le sue mura, navate e abside ancora perfettamente leggibili, regala un impatto visivo potente e misterioso. Negli anni ’80 del Novecento, fu scelta dal regista russo Andrej Tarkovskij come una delle location del film Nostalghia.
Ogni estate, i ricercatori dell’Università di Siena conducono scavi archeologici nelle aree che un tempo ospitavano il chiostro, il refettorio e le cucine. Le indagini hanno restituito preziose informazioni sulla vita quotidiana dei monaci, tra cui — in maniera sorprendente per un’abbazia nell’entroterra senese — il consumo regolare di pesce. L’esperienza di scavo viene condivisa con il pubblico attraverso tour guidati e attività di living history in costume storico, che permettono di restare aggiornati sui lavori svolti.
Negli ultimi anni, parallelamente agli scavi, sono stati avviati anche importanti interventi di restauro, come il recupero della sacrestia inferiore e dei suoi affreschi trecenteschi, il restauro di due guglie originarie della facciata e il progetto di riapertura del dormitorio monastico, che amplierà gli spazi visitabili.
L'evento è stato organizzato dalla Fondazione San Galgano.
Chiusdino, in provincia di Siena (Toscana, Italia), 1 Agosto 2025.


One Night at the Abbey of San Galgano

On Friday, August 1, 2025, after sunset, a special visit took place at the Abbey of San Galgano, located in the municipality of Chiusdino, in the province of Siena, Tuscany.
Archaeologists from the University of Siena, dressed in medieval costumes, guided participants through the ancient and imposing naves, illuminated by the soft glow of torches, revealing the secrets of the evocative Cistercian abbey.
Built between around 1220 and 1288, the Abbey of San Galgano is one of the most fascinating examples of Gothic-Cistercian architecture in Italy. Roofless yet with its walls, naves, and apse still perfectly intact, it offers a powerful and mysterious visual impact. In the 1980s, it was chosen by Russian director Andrei Tarkovsky as one of the filming locations for Nostalghia.
Every summer, researchers from the University of Siena carry out archaeological excavations in the areas that once housed the cloister, the refectory, and the kitchens. These investigations have provided valuable insights into the monks’ daily life, including — surprisingly for an abbey in the Sienese hinterland — the regular consumption of fish. The excavation experience is shared with the public through guided tours and living history activities in historical costume, allowing visitors to follow the ongoing work.
In recent years, alongside the excavations, important restoration projects have been undertaken, such as the recovery of the lower sacristy and its 14th-century frescoes, the restoration of two original spires from the façade, and the planned reopening of the monks’ dormitory, which will expand the visitable spaces.
The event was organized by the San Galgano Foundation.
Chiusdino, Province of Siena (Tuscany, Italy), August 1, 2025.

How long is the night? su Il Reportage by Filippo Venturi

Novembre 2021. Quando premette l'interruttore, il "miracolo" tanto atteso che ci aveva spinto in cima alla montagna, non si è ripetuto. L'entusiasmo che ci aveva pervaso durante la faticosa salita, l'idea di assistere alla nascita di un minuscolo sole, svanì nel nulla.

Per un attimo ci fu un susseguirsi infinito di tentativi di spegnere e riaccendere, di controllare che i fili visibili fossero correttamente collegati, di premere i tasti del piccolo schermo a led per verificare le specifiche dello specchio. La tipica battaglia frustrante tra l'uomo e la tecnologia, quando quest'ultima si rifiuta di soddisfare i nostri desideri.

«Non capisco. Dovrebbe funzionare», ripeteva Pier Franco Midali, classe 1959, ex sindaco di Viganella, un uomo dallo sguardo luminoso e determinato. Quella stessa mattina mi aveva guidato con un'agilità leggera e rapida, quasi danzando sulle rocce, come un capriolo, spinto dal desiderio di mostrarmi il prodigio di cui era stato l'artefice molti anni prima e che per quindici anni si era manifestato, ogni giorno undici del mese di novembre.

Quel giorno la creazione di Midali, che avrebbe dovuto inviare un raggio di speranza e luce su Viganella, rimaneva immobile, inerte. Nelle sue parole tormentate percepivo l'eco di una delusione profonda che non accettava quel fallimento.

La “giornata del sole”, come era stata battezzata, si tramutò presto in un giorno di lutto e, scendendo la montagna, Midali continuava a ripetere che sarebbe bastato un semplice intervento del tecnico per ripristinarlo. Ma la macchina burocratica locale, che avrebbe dovuto occuparsi ufficialmente della questione e restituire la luce, è ferma da allora. [...]

Un estratto dall'articolo che ho scritto per l'ultimo numero de Il Reportage, abbinato al mio lavoro fotografico "How long is the night?".
https://www.filippoventuri.photography/howlongisthenight

Qui il link per acquistarlo:
https://www.ilreportage.eu/prodotto/numero-55/

Pubblicazione sul magazine Photographers' Companion by Filippo Venturi

Sul magazine cinese Photographers' Companion, è uscito il mio lavoro fotografico "How long is the night?" con anche una intervista al sottoscritto!

La Valle Antrona (dal latino antrum, cioè caverna profonda e oscura) è un territorio che, per secoli, è stato esplorato e scavato alla ricerca di oro e che conta oggi innumerevoli miniere abbandonate e dimenticate.
Qui si colloca Viganella, un paese di circa duecento abitanti che, fra l’11 novembre e il 2 febbraio, per 83 giorni, non viene illuminato dal sole, celato dietro la barriera naturale costituita dalla vallata, ritrovandosi quindi immerso in un’ombra costante che muta colori e umori.
Le origini del borgo in questa posizione sono smarrite nel tempo, ma si ipotizza che sia sorto intorno all’anno 1200 (data del documento più antico che menziona il paese e la sua comunità di minatori e carbonai), motivato dallo sfruttamento del territorio.
La prolungata assenza del sole, come riferimento ma anche simbolo di vita e speranza, ha provocato una reazione visionaria e poetica: l’installazione di un grande specchio rotante, in cima al monte a nord, che consente di riflettere i raggi solari sul paese.
Per tutti gli abitanti, l’11 novembre 2006 è "il giorno della luce", il momento magico in cui fu inaugurato lo specchio, del peso di 11 quintali, installato a monte del paese a 1050 mt. di altitudine, in località Scagiola, dove nelle giornate di cielo sereno il sole giunge e si mantiene dalle ore 9 alle ore 15 circa, regalando alla piazza del paese circa sei ore di luce riflessa.
Quest’anno però, dopo 15 anni di funzionamento, lo specchio non si è attivato a causa di problemi non ancora chiariti, lasciando il paese nell’oscurità.

The Antrona Valley (from the Latin antrum i.e. a deep, dark cave) is a territory which, for centuries, has been explored and excavated in search of gold and today boasts countless abandoned and forgotten mines.
Here lies Viganella, a town of about two hundred inhabitants which, between 11 November and 2 February, for 83 days, is not illuminated by the sun, hidden behind the natural barrier formed by the valley, thus finding itself immersed in a constant shadow that changes colours and moods.
The origins of the village in this position are lost in time, but it is assumed that it emerged around the year 1200 (the date of the oldest document that mentions the village and its community of miners and charcoal merchants), motivated by the exploitation of the local area.
The prolonged absence of the sun, as a reference but also a symbol of life and hope, provoked a visionary and poetic reaction: the installation of a large rotating mirror, on top of the mountain to the north, enabling the sun’s rays to be reflected onto the town.
For all the inhabitants, 11 November 2006 is “the day of light”, the magical moment in which the mirror, weighing 1100 kg, was inaugurated, installed uphill from the village at an altitude of 1050 metres, in the district of Scagiola, where on clear days the sun arrives and stays from 9 am to about 3 pm, giving the town square about six hours of reflected light.
This year, however, after 15 years of operation, the mirror did not work, due to problems which have yet to be cleared up, leaving the town in darkness.

Pubblicazione su De Morgen by Filippo Venturi

Sul quotidiano belga De Morgen, nella versione online e cartacea, è uscita una selezione di fotografie dal mio reportage su Predappio e i nostalgici fascisti, intitolato “C’era una volta il Duce”.

Il testo dell’articolo è della giornalista Rosa van Gool. La photoeditor è Jasmine Baert.

L’articolo originale è qui: Waarom Italië Mussolini vereert: op bedevaart naar het dorp van ‘oom Benito’

Pubblicazione su De Volkskrant by Filippo Venturi

Sul quotidiano olandese De Volkskrant è uscita una selezione di 14 fotografie dal mio reportage su Predappio e i nostalgici fascisti.
Il testo dell’articolo è della giornalista Rosa van Gool. La photoeditor è Veronique Smedts.

L’articolo originale è qui: Waarom Italië Mussolini vereert en zijn zwarte verleden verzwijgt

Pubblicazione su OZY by Filippo Venturi

Per OZY, il magazine statunitense, ho intervistato e ritratto alcuni personaggi e cittadini di Predappio, in vista del Centenario della Marcia su Roma che verrà celebrato a fine ottobre!

Di seguito qualche fotografia dal reportage.

Pubblicazione su L'Humanité by Filippo Venturi

Sul magazine francese "L'Humanité", il mio reportage fotografico su Predappio (che documento da anni) e la sua "Duce Vita" (citando l'articolo di Thomas Lemahieu)!

Caratterizzata dall'architettura razionalista, dai nostalgici e neofascisti che accorrono nei 3 anniversari simbolici, dai venditori di cimeli e dal revisionismo storico, Predappio si prepara ad assistenere, fra poco più di un mese, alle celebrazioni del centenario della Marcia su Roma.

Di seguito, alcune fotografie inedite:

Mostra fotografica Ambiente Clima Futuro by Filippo Venturi

Filippo Venturi – Dal portfolio Pollution Valley

Anche il mio lavoro fotografico “Pollution Valley” sarà esposto nella grande mostra fotografica che inaugurerà al CIFA - Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, dal 18 giugno al 10 settembre 2022!

Di seguito l’articolo di Art-Vibes:

FIAF - "Ambiente Clima Futuro”, il nuovo progetto fotografico collettivo nazionale
228 autori e oltre 1500 immagini per la prima iniziativa di documentazione fotografica e analisi interpretativa del fenomeno 
della tutela ambientale nel nostro Paese, realizzato da fotografi professionisti e amatoriali.

La FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche – e la Fondazione CENSIS presentano il progetto “AMBIENTE CLIMA FUTURO”, la prima iniziativa di documentazione fotografica e analisi interpretativa del fenomeno della tutela ambientale nel nostro Paese, realizzato da fotografi professionisti e amatoriali.

Nel particolare momento di passaggio che stiamo oggi vivendo, a cavallo tra un passato segnato da inquinamento, spreco delle risorse, cattiva gestione del territorio, problema dei rifiuti e cambiamenti climatici, e un presente dove le buone pratiche, sia a livello pubblico che privato, vanno nella direzione di un futuro con una maggiore attenzione per l’ambiente e per il suo equilibrio, il Progetto

Fotografico della FIAF vuole essere un’occasione per riflettere su questi processi di trasformazione, raccontando sia i luoghi e le attività dove esistono progetti ed esperienze di recupero per un ritorno ad un ambiente più naturale, sia quelle situazioni dove sono ancora in corso sfruttamento e depauperamento per sostenere un sistema economico sempre più bisognoso di risorse difficilmente rinnovabili, in un ritmo di crescita inconciliabile con il mantenimento di un equilibrio naturale.

La grande mostra fotografica del nuovo progetto nazionale “AMBIENTE CLIMA FUTURO”, di cui BPER Banca è main sponsor, verrà inaugurata sabato 18 giugno 2022 presso il CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena (Via delle Monache 2), a partire dalle ore 17,30. La mostra rimarrà poi aperta fino a sabato 10 settembre 2022.

Gli autori iscritti per partecipare al progetto nazionale “AMBIENTE CLIMA FUTURO” sono stati 1.161, 1.032 dei quali hanno inviato le loro opere per la selezione. Le immagini arrivate sono state 14.448. Sono stati selezionati 228 autori con un totale di circa 1.516 fotografie, in rappresentanza di 18 Regioni italiane.

Anche gli appassionati di audiovisivi, supportati dal Dipartimento DIAF hanno inviato le loro opere con 24 partecipanti e 27 opere prodotte.

Il progetto è stato realizzato anche grazie al sostegno di FUJIFILM Italia coinvolgendo 10 fotografi molto conosciuti nel mondo FIAF, offrendo loro la possibilità di interpretare il tema “AMBIENTE CLIMA FUTURO” con la qualità straordinaria delle fotocamere digitali mirrorless Serie X e ottiche FUJINON.

Ogni autore ha seguito la propria inclinazione con il linguaggio più congeniale. Il risultato è un’opera corale di disvelamento della percezione collettiva della crisi climatica e delle condizioni in cui oggi versa il Paese, raccolta in un documentato unico che costituisce il catalogo della mostra nazionale e che contiene tutte le opere esposte, selezionate da una commissione di esperti.

In alcuni lavori, come riportato nella prima parte del libro, il nostro habitat è visto dall’alto, come fossimo astronauti che ogni volta si meravigliano della bellezza, della vastità, dell’incongruenza, delle forme che ci rendono piccoli e che ci fanno comprendere chi sia, davvero il più forte: è il genere umano a doversi adattare, a dover cambiare, perché la natura si trasformerà e potrà forse farne a meno.

Altri racconti fotografici, invece, sono ritmati da immagini astratte. Sono mondi di senso, intrecci, pretesti che rappresentano il confluire degli argomenti l’uno nell’altro, nell’organismo complesso e affascinante che è l’ambiente, nel rapporto d’amore e conflitto che il genere umano ha con la natura. Così fluidamente, nel libro, abbiamo cercato di partire dall’aria e dall’inquinamento atmosferico, per passare ai paesaggi naturali e alla nostalgia che percepiamo di fronte alla forza immane delle opere d’arte dipinte dalla natura.

Il grande tema dell’abbandono, dell’incuria delle forme umane e della riappropriazione da parte della vegetazione si trasforma nella rappresentazione dei territori malati, feriti profondamente dalle esigenze di sfruttamento. Il territorio urbano ha un suo fascino non sempre inconsapevole: i nostri autori hanno cercato lo stridore di una inconsulta occupazione di spazio, ma anche le inattese armonie tra mondi che parrebbero inconciliabili.

Poi c’è il mondo dell’acqua nelle infinite declinazioni dell’uso, del recupero, della protezione, del governo e dello studio che sfocia però nelle tragedie delle devastazioni a causa di eventi derivanti dai cambiamenti climatici: inondazioni, tsunami, tempeste, incendi (purtroppo e troppo stesso anche di natura dolosa). Il riciclo e il recupero si mostrano nelle forme più sorprendenti, anche quando banali: è la voglia di vivere e di far rivivere, la nuova vita che tutti speriamo di poter guadagnare è una forma di speranza e una rilettura di prodotti usati e usurati eppure capaci di adattarsi a nuovi usi con la sapienza di una industria attenta, di un artigiano, del cittadino rispettoso. Infine, l’energia prodotta da fonti rinnovabili, la vera scommessa del futuro e i comportamenti virtuosi raccolti in microstorie di passione e volontà. Nel mezzo c’è la protesta degli ultimi anni, purtroppo spenta dalla pandemia, ma che ritornerà, certamente, più forte di prima.

Ma non mancano progetti fotografici che ci danno un segno di speranza, con l’idea che i nostri sforzi ci saranno e non saranno vani. Ecco, quindi, i giovani sorridenti che immaginano il futuro coi loro disegni, un giardino di arte contemporanea a dimostrare che tecnologia e poesia possono e debbono convivere a servizio del mondo naturale di cui l’uomo fa parte e poi l’impegno di ognuno in un grande mosaico sul quale tutti dobbiamo posare la nostra tessera.

Mostra fotografia “Ambiente Clima Futuro
18 giugno – 10 settembre 2022.
CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena (AR), Via delle Monache 2.

Pubblicazione sul Washington Post by Filippo Venturi

Su In Sight, del Washington Post, è uscita una selezione del mio lavoro fotografico "Eyes wide shut" sul Ballo del Doge, che ho documentato per 4 anni durante il Carnevale di Venezia!
Grazie al photoeditor Kenneth Dickerman.
L’articolo originale è qui: https://www.washingtonpost.com/photography/2022/04/21/photos-venices-over-top-il-ballo-del-doge

On In Sight, the Washington Post’s photography blog, a selection of my photographic work "Eyes wide shut" on the Ballo del Doge, which I documented for 4 years during the Venice Carnival, has been published!
Thanks to photoeditor Kenneth Dickerman.
The original article is here: https://www.washingtonpost.com/photography/2022/04/21/photos-venices-over-top-il-ballo-del-doge