Le principali testate internazionali (The Washington Post, The New York Times, Reuters, The Atlantic, CNN, ecc) hanno dichiarato pubblicamente che non firmeranno l'accettazione delle nuove normative previste dal Dipartimento della Difesa statunitense per i cronisti accreditati — che prevedono, fra le altre cose, il divieto di ottenere o sollecitare qualsiasi notizia non esplicitamente autorizzata dal Pentagono — perché costituiscono un’ingerenza sul loro lavoro e una compressione del diritto del pubblico a essere informato. Se non firmeranno, avranno 24 ore di tempo per consegnare le proprie credenziali stampa e lasciare il Dipartimento.
Questa presa di posizione (sacrosanta), unita ad altri episodi recenti — come l'intervista interrotta al Vicepresidente USA, J.D. Vance, nella trasmissione televisiva This Week, di ABC, da parte del giornalista George Stephanopoulos — lascia sperare che finalmente possa esserci una reazione netta da parte dei protagonisti del mondo dell'informazione americana, che fino a oggi non era stata né compatta né costante.
Forse si tratta di una semplice lotta per la sopravvivenza personale oppure, chissà, di una scommessa sul fatto che questa amministrazione non riuscirà a decapitare completamente la democrazia americana.
CNN