AI

Talk al RiEvolution Fest by Filippo Venturi

Venerdì 27 giugno, alle ore 19.00, terrà un talk intitolato “Infrangere lo specchio. Attraverso il confine tra fotografia ed Intelligenza Artificiale (IA)” all’interno dell’evento RiEvolution Fest, a Mercato Saraceno!

Fotografia e intelligenza artificiale: dove si incontrano?
Un talk per esplorare come l’IA sta cambiando il nostro modo di vedere, raccontare e interpretare la realtà.
Con Filippo Venturi – fotografo pluripremiato e autore dell’anno FIAF 2025 – attraverseremo il confine tra immagine, tecnologia e percezione. Per chi vuole guardare oltre la superficie.

Link al profilo Instagram del Festival.

PROGRAMMA

RiEvolution Fest mette insieme la forza di più collettivi per creare, all'interno del Centro Storico di Mercato Saraceno, una dimensione nuova. Tra incontri, arte e balli si toccheranno vari punti di questa società in cambiamento, senza dimenticare il divertimento

VENERDÌ 27 GIUGNO

h 18 “Parliamo di Gaza” con Yousef Hamdouna, modera Paola Zonzini
h 19 “Infrangere lo specchio. Attraverso il confine tra fotografia ed Intelligenza Artificiale (IA)” di Filippo Venturi
h 18-20 Laboratori Creativi di Arte in Gioco: “Piccole mani... Grandi Scoperte”
h 20-23 Balli popolari della tradizione Italiana ed Europea a cura di “La Compagnia di Viva el Ball!”
h 20 Stand up comedy a cura di Collettivo Delicatissimi
h 21 Concerto live di ZeruZeru
h 22.30 Live di Tonino3000
h 00.00 VLKbirbona djset

SABATO 28 GIUGNO

dalle 17 Caimercati - Giochi di Strada. Giochi in legno di una volta per tutte e tutti
h 17 “Crisi Climatica: l’impegno civile per un futuro sostenibile” con Ci sarà un bel clima, Appello per l’appennino romagnolo,Fridays for Future FC, Foglia Tonda, APS una strada per nuvoleto.
h 18-19 “Oltre i Confini. La società civile alla prova dei Diritti Umani” Talk a cura di Mediterranea Saving Humans e Operazione Colomba
h 19 “Dici donna dici danno: in dialogo per un cambiamento culturale” Talk a cura di Collettivo Mica Macho, Collettivo Isterica Imola, Collettiva Monnalisa APS
h 19-20 “MOSAICO: frammenti di danze e culture del Mondo” a cura di Donne di Sabbia
h 19-21 Pittura dal vivo con Mary on Paint
h 20-21 Live di Chiara Cami
h 21-22 “Amore inizia per A e finisce per F” spettacolo teatrale a cura di MulinArte
h 21.30-22.30 Concerto Fabrizio Caveja
h 22.30 Live Giorginess
h 00.00 Collettivo Fluida dj set

Installazioni artistiche permanenti durante il festival:
• Pietro Mengozzi “Creative Liberty-Libertà Creativa”
• Elena Argenti “COSMORAMA”
• Mostra Sara Fagnoli
• Mostra Kira Karchencko

Mostre fotografiche:
• “Cartoline dalla crisi climatica" di Michele Lapini
•”Volti che disarmano” di Anna Arisi Mediterranea
• “Missioni di Mare e di Terra” a cura di Mediterranea Saving Humans
• “Immagini dai territori occupati” di Mediterranea with Palestine
• Installazione Promemoria Auschwitz a cura di Centro Pace Cesena
• Installazione a cura di Operazione Colomba

Yoga entrambi i pomeriggi dalle h 18.30 in Giardino retrobiblioteca
Stand cibo - Pro Locos e ristorante Ammentos

Riguardando oggi il mio lavoro He Looks Like You by Filippo Venturi

(english below)

Riguardando oggi il mio lavoro He Looks Like You — su mio padre e mio figlio e sul loro incontro mai avvenuto — mi rendo conto che oggi sarebbe molto più semplice e rapido realizzarlo rispetto a quando l’ho concepito.

I software generativi basati sull’intelligenza artificiale sono diventati più precisi, più reattivi nel restituire ciò che chiediamo loro. Se nel 2023 dovevo generare migliaia di immagini, scartandone la quasi totalità perché insoddisfatto, prima di trovarne una che funzionasse e che mi stordisse a livello emotivo, oggi potrei ottenere in pochi minuti immagini nitide e commoventi di mio padre e mio figlio insieme, quasi senza errori, con pochi prompt ben calibrati. Ma proprio questa semplicità mette in luce, per contrasto, quanto sia stato importante per me il percorso tortuoso e frustrante che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo del progetto, diventando parte integrante dell'opera stessa.

In quelle notti infinite, fatte di tentativi sbagliati, di volti distorti e di false partenze, c’era il mio desiderio che si misurava con i suoi limiti. Ogni immagine conquistata non era solo un risultato visivo, ma l’esito di un rapporto — profondo, talvolta conflittuale — con la macchina, con la memoria, con l’assenza. La tecnologia non era uno strumento trasparente, era una presenza con cui negoziare, fallire e riprovare. E in quella frizione, in quella resistenza, si è sedimentato qualcosa di autentico: un processo che ha riflettuto la stessa impossibilità alla base del progetto, quella dell’incontro tra due persone che non si sono mai conosciute.

Paradossalmente, l’imperfezione tecnica dei software di allora mi ha restituito una verità emotiva più intensa. I volti appena riconoscibili, le forme abbozzate, i dettagli mancanti o sbagliati rispecchiavano fedelmente il carattere fragile e sfuggente del ricordo e del desiderio. Quelle immagini non cercavano la verosimiglianza assoluta, ma qualcosa di più sottile: l’eco visiva di un’assenza, il tentativo impossibile di creare l’irrealizzabile. Oggi, con strumenti più potenti, potrei generare un’illusione più convincente, ma forse meno sentita. Meno ossessiva e per questo, forse, meno sincera.

In definitiva, la fatica e la frustrazione non hanno solo accompagnato il processo: lo hanno definito. Sono state la prova che ciò che cercavo non era un’immagine perfetta, ma una forma di contatto, una presenza fragile tra le pieghe dell’impossibile. E questo contatto, proprio perché difficile e incerto, ha avuto per me un grande valore.

(il lavoro è visibile al seguente link: He Looks Like You)


Looking back today at my work He Looks Like You — about my father and my son and their never-happened meeting — I realize that today it would be much simpler and faster to create it compared to when I conceived it.

Generative software based on artificial intelligence has become more precise, more responsive in delivering what we ask of it. If in 2023 I had to generate thousands of images, discarding almost all of them because I was dissatisfied, before finding one that worked and emotionally stunned me, today I could obtain in just a few minutes sharp and moving images of my father and my son together, almost without errors, with a few well-calibrated prompts. But this very simplicity highlights, by contrast, how important the tortuous and frustrating path that accompanied the birth and development of the project was for me, becoming an integral part of the work itself.

In those endless nights, made up of failed attempts, distorted faces and false starts, there was my desire confronting its limits. Each image gained was not just a visual result, but the outcome of a relationship — deep, sometimes conflictual — with the machine, with memory, with absence. Technology was not a transparent tool; it was a presence with which to negotiate, fail, and try again. And in that friction, in that resistance, something authentic settled: a process that reflected the very impossibility at the heart of the project, that of the meeting between two people who never knew each other.

Paradoxically, the technical imperfection of the software back then gave me a more intense emotional truth. The barely recognizable faces, the sketched-out forms, the missing or wrong details faithfully mirrored the fragile and elusive nature of memory and desire. Those images did not seek absolute verisimilitude, but something more subtle: the visual echo of an absence, the impossible attempt to create the unrealizable. Today, with more powerful tools, I could generate a more convincing illusion, but perhaps one that is less heartfelt. Less obsessive and therefore, perhaps, less sincere.

Ultimately, fatigue and frustration did not merely accompany the process: they defined it. They were the proof that what I was seeking was not a perfect image, but a form of contact, a fragile presence within the folds of the impossible. And this contact, precisely because it was difficult and uncertain, had great value for me.

(the work can be viewed at the following link: He Looks Like You)

Broken Mirror al Wiesbadener Fototage (Wiesbaden Photo Days) by Filippo Venturi

Il mio lavoro Broken Mirror sarà esposto alla 13° edizione del Wiesbadener Fototage (Giornate della Fotografia di Wiesbaden), alla Kunsthaus Wiesbaden, in Germania, dal 23 agosto al 7 settembre 2025.

Broken Mirror è un progetto realizzato con l’intelligenza artificiale che richiama visivamente l’estetica della fotografia documentaria classica. Attraverso una metafora, il lavoro racconta la dittatura nordcoreana e la propaganda che regola le vite dei cittadini, ma allo stesso tempo suggerisce una riflessione più ampia: l’elemento alieno che si insinua nella quotidianità delle persone, alterandone l’identità, la percezione di sé, le modalità di comunicazione e di relazione, può essere interpretato come rappresentazione della natura invasiva e controllante della tecnologia — una visione che interroga anche il nostro futuro.

Il Wiesbadener Fototage è un festival dedicato alla fotografia artistica e documentaria contemporanea. Il tema di quest'anno, individuato dal direttore artistico Juergen Strasser, è "Futuro? Quale futuro?!"

Sito ufficiale del festival: https://wiesbadener-fototage.de/en/

Autore dell'Anno, l'articolo de Il Resto del Carlino by Filippo Venturi

Oggi sul Il Resto del Carlino un bell'articolo di Maddalena De Franchis che racconta del riconoscimento che ho ricevuto dalla Fiaf, di Autore dell’Anno, e riassume le mie ultime ricerche visive, nella documentazione fotografica e anche nella sperimentazione con l'intelligenza artificiale!