Reportage

Two years later by Filippo Venturi

Due anni fa mi trovavo a Londra per i funerali della regina Elisabetta II. Nonostante non sia mai stato particolarmente interessato alla famiglia reale, nutro un forte legame con Londra, una città che amo e che ho visitato diverse volte. Sentivo il bisogno di essere lì in quei giorni di lutto, per vivere da vicino un momento storico.

Per oltre quattro giorni, Westminster Hall ha ospitato la camera ardente della regina, e una fila chilometrica di persone divideva in due la città per rendere omaggio, con attese anche superiori alle 24 ore.

Il giorno del funerale, il 19 settembre 2022, Londra si era fermata. Le strade erano deserte, il traffico bloccato, e nell'aria c'era un silenzio surreale, interrotto solo dal rumore delle sirene della polizia e dagli elicotteri che sorvolavano la città. Ho seguito la folla e sono arrivato a Hyde Park, dove erano stati allestiti dei maxi schermi per seguire la cerimonia. Non avevo interesse nel cercare di entrare a Westminster Abbey o di fotografare personalità varie. Mi interessavano le persone comuni e quell'enorme distesa verde era ricoperta da migliaia di uomini e donne in lutto. È stata davvero un’esperienza unica.

Dopo Fidel Castro ed Elisabetta II, mi sono chiesto se oggi esista un'altra figura pubblica in grado di suscitare una partecipazione emotiva e un senso di appartenenza così vaste. Ne dubito.


Two years ago I was in London for the funeral of Queen Elizabeth II. Although I have never been particularly interested in the royal family, I have a strong connection to London, a city I love and have visited several times. I felt the need to be there during those days of mourning, to experience a historic moment up close.

For more than four days, Westminster Hall hosted the Queen's funeral chamber, and a kilometre-long line of people divided the city in two to pay their respects, with waits of more than 24 hours.

On the day of the funeral, 19 September 2022, London had come to a standstill. The streets were deserted, the traffic stopped, and there was a surreal silence in the air, broken only by the sound of police sirens and helicopters flying over the city. I followed the crowd and arrived in Hyde Park, where giant screens had been set up to follow the ceremony. I had no interest in trying to get into Westminster Abbey or photographing various personalities. I was interested in ordinary people and that huge expanse of green was covered with thousands of mourning men and women. It was truly a unique experience.

After Fidel Castro and Elizabeth II, I wondered if there is another public figure today who can elicit such a vast emotional involvement and sense of belonging. I doubt it.

The Ghost Hunt of York by Filippo Venturi

York è rinomata per essere la città più infestata d'Europa e le sue affascinanti stradine medievali non fanno che amplificare questa atmosfera. Passeggiando tra questi antichi vicoli, ci si può imbattere in negozi unici, come The York Ghost Merchants, che catturano perfettamente l'essenza spettrale della città.

Qui si trova anche The Shambles (l'antica strada dei macellai), con i suoi edifici a graticcio che si sporgono sopra la testa dei passanti. Questa strada, che ha ispirato la famosa Diagon Alley di Harry Potter, è tanto incantevole quanto affollata. Ma se si ha la pazienza di attendere le 21, quando si svuota, sarà possibile godersela in solitudine, avvolti nel silenzio della notte.

Tra le esperienze che desideravo vivere c'era quella di seguire una delle note visite guidate, a tema fantasmi, che si svolgono dal tramonto in poi. Ho scelto "The Ghost Hunt of York", e all'ora stabilita mi sono ritrovato con una quarantina di altri partecipanti nei pressi del punto di ritrovo.

Qui, un uomo alto e magro, vestito di nero dalla testa ai piedi, cilindro compreso, è apparso con passo deciso e sguardo penetrante. Senza dire una parola, solo con un cenno, ci ha invitati a seguirlo e così è iniziata una narrazione suggestiva e, a tratti, esilarante di storie e leggende della città.

L'alternanza tra teatrali invocazioni ai fantasmi, effetti artigianali un po' kitsch, gag comiche e scenette ironiche con volontari presi dal pubblico ha fatto volare i novanta minuti della visita. Alla fine, ho avuto il tempo per un ritratto posato del misterioso uomo in nero, prima che svanisse nei vicoli bui da cui era emerso.


York is renowned for being the most haunted city in Europe and its charming medieval streets only amplify this atmosphere. Strolling through these ancient alleys, one can come across unique shops, such as The York Ghost Merchants, that perfectly capture the spooky essence of the city.

Here you will also find The Shambles (the old butchers' street), with its half-timbered buildings jutting above the heads of passers-by. This street, which inspired Harry Potter's famous Diagon Alley, is as charming as it is crowded. But if you have the patience to wait until 9pm, when it empties out, you can enjoy it in solitude, enveloped in the silence of the night.

Among the experiences I wanted to have was to follow one of the well-known ghost-themed guided tours that take place from dusk onwards. I chose 'The Ghost Hunt of York', and at the appointed time I found myself with about forty other participants near the meeting point.

Here, a tall, thin man, dressed in black from head to toe, including top hat, appeared with a determined step and a piercing gaze. Without saying a word, just nodding, he invited us to follow him and thus began an evocative and, at times, hilarious narration of stories and legends of the city.

The alternation of theatrical invocations to ghosts, slightly kitschy handicraft effects, comic gags and humorous skits with volunteers from the audience made the ninety-minute visit fly by. At the end, I had time for a posed portrait of the mysterious man in black, before he vanished into the dark alleys from which he had emerged.

Tagliata dall'acque e la terra. Immagini di un'alluvione: Romagna, 2023 by Filippo Venturi

Il progetto "Tagliata dall'acque e la terra. Immagini di un'alluvione: Romagna, 2023", presentato dal Comune di Savignano sul Rubicone – Fototeca comunale Marco Pesaresi, è risultato fra i vincitori del bando PAC 2024 del Ministero della Cultura, ottenendo il finanziamento richiesto di 32.000 euro 🙂

Con queste risorse si procederà, quindi, all’acquisizione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano, che arricchiranno l’archivio fotografico comunale e che saranno presentate durante il SI FEST 2025, con una mostra ad hoc.

Fra queste opere, rientra anche una selezione di mie fotografie dell’alluvione che ha colpito Cesena e Forlì nel maggio 2023. Questo l'elenco degli autori selezionati: Andrea Bernabini, Silvia Camporesi, Benedetta Ristori, Filippo Venturi, Giovanni Zaffagnini e Marco Zanella.

Il progetto, per la precisione, ha partecipato al bando nell’AMBITO 1 – ACQUISIZIONE / Sezione 1 – Opere realizzate negli ultimi settant’anni, allego la graduatoria di merito. La graduatoria è consultabile qui: Tutti i vincitori del Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero. Finanziamenti per oltre 3 milioni di euro.


Di seguito il comunicato stampa del Comune di Savignano sul Rubicone:

"Tagliata dall'acque e la terra. Immagini di un'alluvione: Romagna, 2023" è il progetto del Comune di Savignano sul Rubicone vincitore di un finanziamento di 32.000 € nell’ambito dell’avviso pubblico PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in particolare per l’acquisizione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano.

Savignano arricchirà così l’archivio fotografico comunale con un fondo specifico sul tema della alluvione in Romagna acquisendo 52 opere di sei autori che l’hanno vissuta in prima persona ed elaborata attraverso la pratica artistica, secondo la propria sensibilità: Andrea Bernabini, Silvia Camporesi, Benedetta Ristori, Filippo Venturi, Giovanni Zaffagnini e Marco Zanella.

Filippo Venturi ha fotografato gli interventi di cittadini e volontari nelle zone alluvionate; le sue fotografie selezionate sono state scattate a Forlì dal 18 al 24 maggio 2024. Allo stesso modo ha lavorato Marco Zanella, che ha fotografato dal 18 al 23 maggio 2023 spostandosi da Faenza a Budrio di Bologna, passando per Lugo e Conselice. Giovanni Zaffagnini ha documentato le conseguenze dell’alluvione su biblioteche, emeroteche, librerie; i libri protagonisti dei suoi scatti provengono da biblioteche di Faenza e Lugo. Benedetta Ristori ha scelto proprio Savignano per i suoi scatti: nelle immagini, realizzate dal 12 al 16 giugno 2023, sulle rive del Rubicone, ferite dopo il passaggio della piena. Andrea Bernabini ha lavorato a casa: l’alluvione ha colpito la sua abitazione e il suo studio ravennate, dal quale il fotografo è partito per la sua indagine nel dolore di chi ha perso tutto. Silvia Camporesi ha documentato gli effetti devastanti dell’acqua nei giorni appena successivi all’alluvione; le sue fotografie selezione sono state scattate a Forlì e a Faenza dal 18 al 29 maggio 2023.

Il fondo sarà patrimonio pubblico, conservato e disponibile nella Fototeca Comunale “Marco Pesaresi”, inaugurata ad aprile. Le fotografie acquisite inoltre andranno a costituire una nuova produzione che verrà presentata durante SI FEST 2025, con una mostra ad hoc.

Il Reportage n. 58 - Reportage sulla Polonia by Filippo Venturi

Sull'ultimo numero de Il Reportage è uscito un mio articolo e una selezione di fotografie dal mio lavoro sulla Polonia svolto fra il 2014 e il 2023, nel quale racconto come il paese sia passato da un governo che ha praticamente smantellato le fondamenta della democrazia polacca alle elezioni dello scorso ottobre che hanno cambiato le sorti del paese.

Di seguito un estratto dall'articolo di 8 pagine:

[...] Percorriamo strade e vicoli a passo spedito, svoltando rapidamente, seguendo chi ci precede e sentendo avvicinarsi un brusio di cori sempre più intenso. Scorgo all’improvviso l’imponente Palazzo della Cultura e della Scienza, costruito e donato da Stalin fra il 1952 e il 1955. Una storia da cui la città vuole allontanarsi e che, periodicamente, apre dibattiti politici e valutazioni sul suo abbattimento. Ai piedi del Palazzo sorge Piazza della Parata, che vedo strabordante di persone con bandiere, simboli religiosi, stemmi di partiti e grandi slogan.

È l’11 novembre 2014 e mi trovo per caso nel bel mezzo delle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza, che coincide con la fine della Prima Guerra Mondiale e la nascita della Seconda Repubblica Polacca, a seguito del Trattato di Versailles. L’iniziativa più importante della giornata è la cosiddetta Marcia dell’Indipendenza, che parte proprio da Piazza della Parata e attraversa la città fino allo stadio di calcio, oltre il fiume Vistola, in direzione del quartiere Praga. Nonostante sia un giorno di festa per tutti i polacchi, da qualche anno il corteo è stato preso in mano dall'estrema destra e dai partiti nazionalisti, che spesso lo sfruttano per diffondere i propri messaggi e principi, non risparmiandosi su slogan razzisti e discriminatori. L’evento negli anni è andato in crescendo, fino a toccare i 200.000 partecipanti.

[...] Una signora dallo sguardo incerto sventola una minuscola bandiera della Polonia, la schiena appoggiata al palo di un lampione, l’altra mano serrata sulla borsa. Sembra aver realizzato solo in quel momento che non è andata a una festa ma all’incontro di iracondi spinti da sdegno e insoddisfazione. La situazione peggiora ulteriormente quando il sole viene oscurato dai fumogeni e l’unica luce diventa quella dei bengala rossi impugnati da figure nere incappucciate. Mi sono ritrovato catapultato in un girone infernale, terribile ma anche affascinante. È stato in quel momento ho deciso che avrei continuato a seguire le vicende polacche che, di lì a pochi mesi, nel 2015, avrebbero visto l’estrema destra salire al potere e condizionare il destino del paese.


Il numero 58 di Il Reportage (aprile-giugno 2024) apre con un’intervista di Maria Camilla Brunetti a Simona Ghizzoni, fotografa e artista visiva pluripremiata, nei cui lavori memoria e presente si intrecciano con un linguaggio in costante evoluzione e di rispetto dell’altro.

Segue un “blocco” di tre reportage dall’est europeo: Polonia, Romania, Georgia. Filippo Venturi racconta la Varsavia degli ultimi dieci anni, la politica che cambia, i cambiamenti sociali; Michela Iaccarino parla della triste condizione degli orsi ammaestrati in Transilvania; Elsa Baglioni (con le foto di Serena Vallana) descrive Tbilisi tra passato e presente.

Il portfolio centrale è dedicato all’invecchiamento della popolazione giapponese: gli uomini raggiungono, in media, gli 81,5 anni di età, le donne gli 85,6, con uno dei tassi di natalità più bassi del mondo e un’immigrazione insufficiente (le foto sono di una giovane fotografa giapponese, Noriko Hayashi). Chantal Pinzi, invece, è stata in Marocco, dove le ragazze hanno scelto lo skateboard per ribellarsi e incidere sulla società patriarcale, che le vorrebbe sempre in casa, mentre Gabriella Saba è andata a trovare, nell’entroterra sardo, lo scrittore Gavino Ledda, autore del best seller “Padre padrone”, portato sul grande schermo dai fratelli Taviani.

Il secondo fotoreportage è di Andrea Di Biagio, che è salito sul “treno della riunificazione” dei due Vietnam. In questo numero si inaugura, poi, una nuova rubrica, “Presa indiretta”, dedicata all’evoluzione della fotografia e firmata da Valentina Manchia. Non mancano, naturalmente, le recensioni librarie, nonché la poesia inedita e commentata di Valerio Magrelli. Il racconto è di Maria Grazia Calandrone; tema dell’editoriale del direttore Riccardo De Gennaro è la dolorosa storia del giornalista Julian Assange, il creatore di Wikileaks, da anni in carcere soltanto per aver reso nota la verità sulle guerre Usa in Afghanistan e Iraq.

Foto di copertina:
Marocco, HoudaAit Lahcen volteggia con il suo skateboard nel porto di Essaouira. Foto di Chantal Pinzi

Sito ufficiale della rivista: https://www.ilreportage.eu/prodotto/numero-58/

I Notturnali | La Biblioteca Malatestiana a lume di candela by Filippo Venturi

Ulisse viene guidato da Novello Malatesta all'interno della Biblioteca Malatestiana e nella ricerca di un codice andato perduto :)

Gran bella esperienza ai "Notturnali" nella Biblioteca Malatestiana a lume di candela, grazie anche al bravissimo attore Paolo Summaria!

20 Days in Mariupol by Filippo Venturi

[english below]

Dopo una scorpacciata di film natalizi e spensierati, con cui ho alleviato nei giorni scorsi una febbre che sembrava non finire mai, ieri notte mi sono fatto coraggio e ho guardato "20 Days in Mariupol", il documentario di Mstyslav Chernov.

La vicenda era in gran parte già nota, dato che Associated Press ha vinto un premio Pulitzer per il giornalismo di servizio pubblico, grazie al lavoro svolto proprio da Mstyslav Chernov e i suoi colleghi Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko e Lori Hinnant. A sua volta, Evgeniy Maloletka è stato premiato col World Press Photo of the Year. Quindi avevo già letto e visto parte della loro documentazione.

Arrivando al punto, il documentario si focalizza sulla città di Mariupol ma racconta situazioni, paure e drammi che hanno toccato tutta l'Ucraina nei mesi seguenti. La lucidità e consapevolezza con cui i giornalisti decidono di recarsi a Mariupol fin dall'inizio e di restarci fino a quando si ritroveranno a essere fra i principali bersagli dei russi, ormai padroni della città, è ammirevole.

Alcune sequenze, come quella dello scantinato dell'ospedale improvvisato, sono dei veri e propri incubi a occhi aperti.

Il documentario quindi mostra la tragedia della guerra che lentamente si insinua nella vita degli ucraini (inizialmente convinti che almeno i civili fossero al sicuro) fino a smontarla pezzo per pezzo, ma mostra anche le difficoltà nel lavorare di chi fa informazione, con l'aggiunta di ricevere non di rado offese e sfoghi da parte della popolazione, alla vista delle loro fotocamere e videocamere. Una delle parti più toccanti, fra le tante, è il momento in cui alcuni ucraini, cittadini semplici ma anche dottori, chiedono ai giornalisti di continuare a documentare perché convinti che il mondo debba vedere cosa stanno subendo.

Il documentario è un capolavoro già di suo e dovrebbe essere visto a prescindere, ma in qualche modo ho avvertito anche il dovere di guardare e ascoltare quelle persone che, davanti alle proprie vite distrutte, hanno pensato a noi spettatori e a metterci in guardia su cosa sia la guerra.

https://20daysinmariupol.com/


After a binge of Christmas and light-hearted films, with which I have been relieving a fever that never seemed to end over the past few days, last night I plucked up courage and watched Mstyslav Chernov's documentary '20 Days in Mariupol'.

The story was largely already known, since Associated Press won a Pulitzer Prize for public service journalism, thanks to the work of Mstyslav Chernov and his colleagues Evgeniy Maloletka, Vasilisa Stepanenko and Lori Hinnant. In turn, Evgeniy Maloletka was awarded the World Press Photo of the Year. So I had already read and seen some of their documentation.

Getting to the point, the documentary focuses on the city of Mariupol but recounts situations, fears and dramas that touched the whole of Ukraine in the following months. The lucidity and awareness with which the journalists decide to go to Mariupol from the very beginning and to stay there until they find themselves among the main targets of the Russians, now masters of the city, is admirable.

Some sequences, such as the one in the basement of the makeshift hospital, are real waking nightmares.

The documentary therefore shows the tragedy of the war slowly creeping into the lives of Ukrainians (initially convinced that at least the civilians were safe) until it is dismantled piece by piece, but it also shows the difficulties in the work of those who report, with the addition of not infrequently receiving insults and outbursts from the population, at the sight of their cameras and video cameras.

One of the most touching parts, among many, is the moment when some Ukrainians, ordinary citizens but also doctors, ask the journalists to continue documenting because they are convinced that the world should see what they are suffering.

The documentary is a masterpiece in itself and should be seen regardless, but somehow I also felt a duty to watch and listen to those people who, in the face of their own shattered lives, thought of us viewers and warned us about what war is.

https://20daysinmariupol.com/

La Biblioteca Malatestiana, Memoria del Mondo by Filippo Venturi

Nel cuore della Romagna, a Cesena, vi è la Biblioteca Malatestiana: l’unico esempio al mondo di biblioteca monastico-rinascimentale rimasta intatta in ogni sua parte, dagli arredi originali, alla dotazione libraria. L'Unesco nel 2005 l'ha inserita – prima realtà in Italia – nel Registro della Memoire du Monde. Nel corso della sua storia secolare, è sopravvissuta alle spoliazioni napoleoniche, ha sedotto e rifiutato Ezra Pound, ha acquisito la biblioteca personale del Papa cesenate Pio VII e ha ispirato Umberto Eco per il suo romanzo "Il Nome della Rosa". Ancora oggi mantiene le sembianze di oltre 500 anni fa. Del restauro e della cura dei codici si occupano con passione ragazze e donne restauratrici italiane e straniere.

Costruita in stile rinascimentale, su desiderio dei Frati Francescani e grazie ai fondi concessi da Domenico Malatesta (detto Novello Malatesta), Signore di Cesena, venne aperta al pubblico nel 1454. Oggi vi sono conservati circa 250.000 volumi, di cui 287 incunaboli, circa 4.000 cinquecentine, 1.753 manoscritti che spaziano fra il XVI secolo e il XIX secolo e oltre 17.000 lettere e autografi. Nella sezione moderna della biblioteca sono presenti oltre centomila volumi. Per dare l'idea del valore della Biblioteca Malatestiana e dei codici che contiene, basti pensare che un codice nel XIV secolo poteva costare anche 80 corone d'oro, cioè il prezzo di una casa di piccole dimensioni.

Nel 1798, durante l'occupazione napoleonica e le conseguenti spoliazioni, i preziosi volumi della Biblioteca vennero trasferiti temporaneamente a causa della trasformazione dell’edificio in dormitorio per le truppe francesi.

Ezra Pound – poeta e saggista americano – nel 1925 si stabilì in Italia e visitò anche la Biblioteca Malatestiana di Cesena, città che riteneva fra le prime ad aver visto sorgere il Rinascimento italiano. Accompagnato nella visita dall'allora direttore Manlio Torquato Dazzi, rimase estasiato dalle architetture e dallo stato di conservazione degli arredi e dei codici (libri antichi di pergamena scritti a mano e decorati), al punto di prendere la decisione di donare una copia dei suoi Cantos (all'epoca ne esistevano soltanto 16), a patto che venissero posti nella sala antica, in mezzo ai codici originali medievali e rinascimentali. Con sua grande sorpresa, Manlio Torquato Dazzi rifiutò perché, pur essendo i Cantos un capolavoro letterario, era un poema del 1900 e avrebbe compromesso la fedeltà storica lì conservata e preservata.

Umberto Eco, nel 1980, presentando il suo celebre romanzo "Il Nome della Rosa", dichiarò che si era ispirato anche alle atmosfere e architetture della Biblioteca Malatestiana di Cesena. Nel romanzo, non a caso, viene citata la figura del religioso Frate Michele da Cesena, realmente esistito.

Ingresso dell'Aula del Nuti. La porta, in legno scuro, è opera di Cristoforo da San Giovanni in Persiceto e reca la data del 15 agosto 1454. L’aula era il cuore della biblioteca, la sala di lettura, e fu progettata da Matteo Nuti in forma di basilica con tre navate. Era orientata in modo da massimizzare l'esposizione alla luce naturale durante tutto il giorno (così da ridurre al minimo l'uso di candele e i conseguenti rischi d'incendi). L'aula fu pronta nel 1452 e la Biblioteca Malatestiana fu inaugurata nel 1454. Aula del Nuti, Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Aula del Nuti. L'ideazione di questo spazio armonioso e luminoso fu innovativa per quei tempi, avendo la pianta a tre navate, tutte e tre con copertura a volte. La luce, distribuendosi dalle finestrelle, due per campata, si ripartisce nelle navate laterali, mentre la navata centrale, scandita da venti eleganti colonne con capitelli a scudi e a foglie pendule, è illuminata dal grande occhio di fondo. L'araldica della famiglia Malatesta è riprodotta sui capitelli delle colonne della sala e sui 58 plutei (29 per parte), cioè gli imponenti banchi di legno di pino in cui si conservano i codici. Aula del Nuti, Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

L'araldica della famiglia Malatesta è riprodotta sui capitelli delle colonne della sala e sui 58 plutei (29 per parte), cioè gli imponenti banchi di legno di pino in cui si conservano i codici. Aula del Nuti, Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Nei 58 plutei (29 per parte), cioè i banchi di legno di pino (che avevano anche lo scopo di leggìo), sono tutt'oggi presenti i 343 manoscritti che componevano la raccolta originaria. Per impedire che i codici venissero sottratti, furono assicurati ai plutei con una catenella. Una bolla papale minacciava di scomunica i malintenzionati. Aula del Nuti, Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Una guida turistica racconta la storia della Biblioteca Malatestiana a dei turisti. Cesena, Italia, 30/10/2020.

Una guida turistica racconta la storia della Biblioteca Malatestiana a dei turisti. Cesena, Italia, 30/10/2020.

Una guida turistica nella Biblioteca Piana, la biblioteca personale del Papa cesenate Pio VII Barnaba Chiaramonti. ‏Alla sua morte, su sua volontà, fu assegnata in uso ai Benedettini del monastero di Santa Maria del Monte, nel 1941 è stata venduta dagli eredi Chiaramonti allo Stato italiano. Cesena, Italia, 30/10/2020.

Una guida turistica racconta la storia della Biblioteca Malatestiana a dei turisti. Cesena, Italia, 30/10/2020.

Biblioteca Piana, la biblioteca personale del Papa cesenate Pio VII Barnaba Chiaramonti. ‏Alla sua morte, su sua volontà, fu assegnata in uso ai Benedettini del monastero di Santa Maria del Monte, nel 1941 è stata venduta dagli eredi Chiaramonti allo Stato italiano. Cesena, Italia, 30/10/2020.

Codici conservati nell'Aula del Nuti. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Codici conservati nell'Aula del Nuti. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Codici conservati nell'Aula del Nuti. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Sala Lignea, risalente al 1804, fu concepita dall’architetto Leandro Marconi per ospitare i libri provenienti dagli Ordini religiosi soppressi, per poi essere trasformata in sala di lettura nel 1868. Oggi è usata per conferenze, incontri ed eventi pubblici. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Riproduzione del dipinto su tela del ritratto di Domenico Malatesta (detto Novello Malatesta), ideatore della Biblioteca e Signore di Cesena, 1590 circa. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Riproduzione su pannelli di alcune pagine dei codici presenti nella biblioteca per la consultazione dei visitatori. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

I tre giganteschi volumi della Divina Commedia di Dante Alighieri (uno è chiuso), con le illustrazioni di Amos Nattini realizzate intorno al 1920, che saranno esposti nel 2021 nell'ambito dei 700 anni dalla morte del poeta. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 30/10/2020.

Laboratorio di "Restauro del Libro" presso l'Abbazia di Santa Maria del Monte, dove vengono restaurati anche i codici della Biblioteca Malatestiana. Cesena, Italia, 12/11/2020.

Dettagli del laboratorio di "Restauro del Libro". Abbazia di Santa Maria del Monte, Cesena, Italia, 12/11/2020.

Laboratorio di "Restauro del Libro" presso l'Abbazia di Santa Maria del Monte, dove vengono restaurati anche i codici della Biblioteca Malatestiana. Cesena, Italia, 12/11/2020.

Laboratorio di "Restauro del Libro" presso l'Abbazia di Santa Maria del Monte, dove vengono restaurati anche i codici della Biblioteca Malatestiana. Cesena, Italia, 12/11/2020.

Laboratorio di "Restauro del Libro" presso l'Abbazia di Santa Maria del Monte, dove vengono restaurati anche i codici della Biblioteca Malatestiana. Cesena, Italia, 12/11/2020.

A sinistra Silvia Cecchini, 41 anni, Restauratrice qualificata e Responsabile del laboratorio "Restauro del Libro". A destra Lorena Soria Iniguez, 27 anni, Restauratrice qualificata. Pulizia della Mappa della città di Cesenatico del 1778, di proprietà della Biblioteca Malatestiana. Abbazia di Santa Maria del Monte, Cesena, Italia, 12/11/2020.

A sinistra Silvia Cecchini, 41 anni, Restauratrice qualificata e Responsabile del laboratorio "Restauro del Libro". A destra Lorena Soria Iniguez, 27 anni, Restauratrice qualificata. Pulizia della Mappa della città di Cesenatico del 1778, di proprietà della Biblioteca Malatestiana. Abbazia di Santa Maria del Monte, Cesena, Italia, 12/11/2020.

Dettagli del laboratorio di "Restauro del Libro". Abbazia di Santa Maria del Monte, Cesena, Italia, 12/11/2020.

Dettagli dei lavori di pulizia dalla polvere e dallo sporco di una Mappa della città di Cesenatico del 1778, di proprietà della Biblioteca Malatestiana. Abbazia di Santa Maria del Monte, Cesena, Italia, 12/11/2020.

Silvia Cecchini, 41 anni, Restauratrice qualificata e Responsabile del laboratorio "Restauro del Libro" presso l'Abbazia di Santa Maria del Monte. Cesena, Italia, 12/11/2020.

Lorena Soria Iniguez, 27 anni, Restauratrice qualificata del "Restauro del Libro". Abbazia di Santa Maria del Monte. Cesena, Italia, 12/11/2020.

Laboratorio di "Restauro del Libro" presso l'Abbazia di Santa Maria del Monte, dove vengono restaurati anche i codici della Biblioteca Malatestiana. Cesena, Italia, 12/11/2020.

Restauratrici incaricate dalla Biblioteca Malatestiana puliscono e restaurano i codici. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 16/11/2020.

Restauratrici incaricate dalla Biblioteca Malatestiana puliscono e restaurano i codici. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 16/11/2020.

Restauratrici incaricate dalla Biblioteca Malatestiana puliscono e restaurano i codici. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 16/11/2020.

Restauratrici incaricate dalla Biblioteca Malatestiana puliscono e restaurano i codici. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 16/11/2020.

Restauratrici incaricate dalla Biblioteca Malatestiana puliscono e restaurano i codici. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 16/11/2020.

Dettaglio di un codice in fase di restauro. Biblioteca Malatestiana, Cesena, Italia, 16/11/2020.

Facciata centrale della Biblioteca Malatestiana. Al centro la statua dedicata al medico e clinico Maurizio Bufalini (Cesena, 4 giugno 1787 – Firenze, 31 marzo 1875). Cesena, Italia, 11/02/2020.

Abbazia di Santa Maria del Monte, dove ha sede il laboratorio "Restauro del Libro" che, regolarmente, restaura codici, mappe e altri reperti della Biblioteca Malatestiana. Cesena, Italia, 11/02/2020.

CSAT, Suneung (South Korea) by Filippo Venturi

(in italiano sotto)

Every year in November, South Korea holds the college entrance exam, called Suneung or also CSAT (College Scholastic Ability Test), which lasts 9 hours and involves about 500.000 students. This year it was held on November 17, 2023.

For young South Koreans, it represents a very important step that will decide their future: depending on their results, they will either be able to enter the most prestigious universities, the so-called SKY (Seoul University, Korea University and Yonsei University), or they will have to scale back their own expectations and (especially) those of their parents.

South Korean society is characterized by a very high level of competition, touching on school, university, work, and even aesthetics. Young people find themselves growing up with the same ideals in mind and passing through compulsory stages: the best grades to get into the best universities that will lead to the best jobs. The country pushes young people toward an alienating and surreal standardization, the exact opposite of what happens in many Western countries, where success is achieved by standing out from the crowd.

For this reason, Suneung represents the most stressful time in a South Korean student's life. The psychological pressure on girls and boys is enormous, even in the family environment, the stress level is extremely high, and failure can lead to serious consequences such as depression, social isolation, alcoholism or suicide (South Korea is one of the countries with the highest suicide rate in the world).

To make it easier for students to cope with the exam, the South Korean government takes various measures, such as changing airline flight schedules so that they do not disturb with their noise, especially during the conduct of the English test. Businesses and government offices open only after the exam has begun, to prevent students from encountering traffic and arriving late. Cabs are free for the entire test day. Police officers are made available to drive those students to school who are in danger of arriving late and missing the test.


Ogni anno, nel mese di novembre, in Corea del Sud si svolge l'esame di ammissione all'università, chiamato Suneung o anche CSAT (College Scholastic Ability Test), della durata di 9 ore e che coinvolge circa 500 mila studenti. Quest'anno si è tenuto il 17 novembre 2023.

Per i giovani sudcoreani rappresenta un importantissimo step che deciderà il loro futuro: in base al risultato ottenuto potranno accedere alle università più prestigiose, le cosiddette SKY (Seoul University, Korea University e Yonsei University), oppure dovranno ridimensionare le proprie aspettative e (soprattutto) quelle dei genitori.

La società sudcoreana è caratterizzata da una competizione molto elevata, che tocca l'ambito scolastico, universitario, lavorativo e anche estetico. I giovani si trovano a crescere avendo in mente gli stessi ideali e passando per tappe obbligatorie: i migliori voti per accedere alle migliori università che consentiranno di arrivare ai migliori lavori. Il paese spinge i giovani verso una standardizzazione straniante e surreale, l'esatto contrario di quanto avviene in molti paesi occidentali, dove il successo è raggiunto distinguendosi dalla massa.

Per questo motivo il Suneung rappresenta il momento più stressante della vita di uno studente sudcoreano. La pressione psicologica verso ragazze e ragazzi è enorme, anche in ambito familiare, il livello di stress è altissimo e un insuccesso può portare a gravi conseguenze come depressione, isolamento sociale, alcolismo o suicidio (la Corea del Sud è uno dei paesi col tasso di suicidi più alto al mondo).

Per facilitare gli studenti nel sostenere l’esame, il governo sudcoreano adotta varie misure, come quella di modificare gli orari dei voli aerei in modo che non disturbino col loro rumore, in particolare durante lo svolgimento della prova di inglese. Le attività commerciali e gli uffici pubblici aprono solo dopo che l'esame è iniziato, per evitare che gli studenti possano trovare traffico e arrivare in ritardo. I taxi sono gratuiti per l'intera giornata di test. Agenti di polizia sono messi a disposizione per accompagnare a scuola quegli studenti che rischiassero di arrivare in ritardo e saltare il test.

Yogyesa Temple, si tratta del tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo coreano. Si trova nel centro di Seoul ed è uno dei templi dove i genitori degli studenti che affrontano l'esame vanno a pregare e a lasciare messaggi di speranza per il risultato che otterranno i propri figli. Seoul, Corea del Sud, 13/11/2022.

Yogyesa Temple, this is the main temple of the Jogye Order of Korean Buddhism. It is located in downtown Seoul and it is one of the temples where parents of students taking the university entrance exam go to pray and leave messages of hope for the outcome their children will get. Seoul, South Korea, 11/13/2022.

Yogyesa Temple, si tratta del tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo coreano. Si trova nel centro di Seoul ed è uno dei templi dove i genitori degli studenti che affrontano l'esame vanno a pregare e a lasciare messaggi di speranza per il risultato che otterranno i propri figli. Seoul, Corea del Sud, 13/11/2022.

Yogyesa Temple, this is the main temple of the Jogye Order of Korean Buddhism. It is located in downtown Seoul and it is one of the temples where parents of students taking the university entrance exam go to pray and leave messages of hope for the outcome their children will get. Seoul, South Korea, 11/13/2022.

Yogyesa Temple, si tratta del tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo coreano. Si trova nel centro di Seoul ed è uno dei templi dove i genitori degli studenti che affrontano l'esame vanno a pregare e a lasciare messaggi di speranza per il risultato che otterranno i propri figli. Seoul, Corea del Sud, 13/11/2022.

Yogyesa Temple, this is the main temple of the Jogye Order of Korean Buddhism. It is located in downtown Seoul and it is one of the temples where parents of students taking the university entrance exam go to pray and leave messages of hope for the outcome their children will get. Seoul, South Korea, 11/13/2022.

Yogyesa Temple, si tratta del tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo coreano. Si trova nel centro di Seoul ed è uno dei templi dove i genitori degli studenti che affrontano l'esame vanno a pregare e a lasciare messaggi di speranza per il risultato che otterranno i propri figli. Seoul, Corea del Sud, 13/11/2022.

Yogyesa Temple, this is the main temple of the Jogye Order of Korean Buddhism. It is located in downtown Seoul and it is one of the temples where parents of students taking the university entrance exam go to pray and leave messages of hope for the outcome their children will get. Seoul, South Korea, 11/13/2022.

Studenti varcano i cancelli di una delle scuole sede dell'esame. Kyungbock High School, Seoul, Corea del Sud, 17/11/2022.

Students walk through the gates of one of the schools hosting the exam. Kyungbock High School, Seoul, South Korea, 11/17/2022.

Giornalisti e fotografi documentano l'ingresso degli studenti in una delle scuole sede dell'esame e i saluti che poco prima scambiano con i genitori. Kyungbock High School, Seoul, Corea del Sud, 17/11/2022.

Journalists and photographers document the students' entrance into one of the schools hosting the exam and the greetings they exchange with their parents shortly before. Kyungbock High School, Seoul, South Korea, 11/17/2022.

Il fratello minore e i genitori di uno studente appena entrato in una delle scuole sede dell'esame. Kyungbock High School, Seoul, Corea del Sud, 17/11/2022.

The younger sibling and parents of a student who has just entered one of the schools hosting the exam. Kyungbock High School, Seoul, South Korea, 11/17/2022.

Alcuni studenti posano per una fotografia prima di entrare in una delle scuole sede dell'esame. Kyungbock High School, Seoul, Corea del Sud, 17/11/2022.

Some students pose for a photograph before entering one of the schools hosting the exam. Kyungbock High School, Seoul, South Korea, 11/17/2022.

Uno studente saluta la madre prima di varcare i cancelli di una delle scuole sede dell'esame. Kyungbock High School, Seoul, Corea del Sud, 17/11/2022.

A student greets his mother before stepping through the gates of one of the schools hosting the exam. Kyungbock High School, Seoul, South Korea, 11/17/2022.

Uno studente in ritardo viene accompagnato in una delle scuole sede dell'esame. Kyungbock High School, Seoul, Corea del Sud, 17/11/2022.

A tardy student is dropped off at one of the schools hosting the exam. Kyungbock High School, Seoul, South Korea, 11/17/2022.

Alluvione in Emilia Romagna by Filippo Venturi

Cesena, 19 maggio 2023, quartiere San Rocco e dintorni, dove ho vissuto per oltre 20 anni.
Oggi, dopo tanto tempo, ne ho girato le vie e ho rivisto vecchi amici. Nonostante ci si muovesse tutti fra pezzi di case, ricordi e oggetti distrutti, l'entusiasmo e la determinazione degli abitanti e dei volontari trasmettevano una grande speranza ❤

Forlì, 21 maggio 2023, quartiere Romiti, "Di Abdul e altre storie".
Quando ho visto una ventina di ragazzi di origine africana far parte di una lunga catena di persone che si passavano secchi pieni di fango, mi sono venute in mente alcune persone che dal divano di casa hanno sentenziato che migranti e stranieri non stanno aiutando gli italiani.
Alla fine ho scoperto che in quel condominio, su Via Sapinia, abita Abdul, un ragazzo senegalese che ha chiesto aiuto ai propri amici, accorsi anche dai paesi limitrofi, perché parte degli abitanti del condominio sono anziani e quindi in difficoltà nello svolgere le operazioni faticose e prolungate necessarie per pulire tutto il cortile, i garage e le cantine.
Proseguendo per le vie della mia città di adozione, mi sono imbattuto in tanta umanità di ogni varietà e in mille storie, intuibili dai dialoghi ascoltati per caso, dagli sguardi, dai messaggi sulle magliette indossate, da gesti reciproci di solidarietà e dalla volontà di creare gruppo.