Photojournalism

Reportage per Internazionale by Filippo Venturi

Su Internazionale è uscito il mio servizio fotografico su Ravenna, dove “è in corso una battaglia che va ben oltre i confini della città: si tratta di capire come produrre e consumare energia in Italia nei decenni a venire”. Reportage di Marina Forti. Photoeditor: Giovanna D’Ascenzi.

Qui il link all’articolo: Ravenna è il banco di prova per il futuro energetico in Italia

11 Storie dalla Pandemia by Filippo Venturi

Nel corso del 2020 la Pandemia di Covid-19 ha stravolto le nostre vite, le nostre abitudini e la nostra percezione della realtà. Attraverso 11 storie ho cercato di documentare queste trasformazioni: il vivere in lockdown, il lavoro del personale sanitario in prima linea, le drammatiche testimonianze delle persone che si sono ammalate, il riconoscere l’importanza di certi lavoratori solitamente trascurati, la crisi del settore teatrale, la mutazione del modo di viaggiare e le limitazioni vissute dai bambini.

Questi lavori sono stati pubblicati su giornali come The Guardian, The Washington Post, The Cut New York Magazine, Marie Claire Korea, La Repubblica, Il Venerdì di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Il Resto del Carlino e altri.

Di seguito la presentazione di queste Storie.
Per vedere le fotografie è sufficiente cliccare sulla foto di anteprima.

PANDEMIA L'Italia è stato il primo paese occidentale ad affrontare la pandemia di Covid-19. A marzo 2020 il sistema sanitario del paese è stato colto impreparato ed è stato messo in ginocchio, in particolare nel nord Italia, a causa dell'eccezionali…

FEARLESS
L'Italia è stato il primo paese occidentale ad affrontare la pandemia di Covid-19. A marzo 2020 il sistema sanitario del paese è stato colto impreparato ed è stato messo in ginocchio, in particolare nel nord Italia, a causa dell'eccezionalità di questa tragedia. Le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) sono squadre di medici addetti al monitoraggio e all’assistenza domiciliare dei malati di Covid-19. Hanno la responsabilità di valutare, in base ai sintomi e allo stato di salute dei malati, chi deve essere ricoverato, evitando così la saturazione dei pronto soccorsi e degli ospedali (Decreto legge n. 14 del 9 marzo 2020). I dottori delle USCA sono giovanissimi. Infatti, a causa della carenza di personale per contrastare la pandemia, da marzo 2020 è stata resa più agevole l'assunzione di neolaureati in medicina, abolendo l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione medica, con una misura urgente e straordinaria (Decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020). La Regione Emilia Romagna (Nord Italia) è stata una delle prime ad attivare le USCA (già da marzo 2020), le quali sono rimaste sempre attive, anche nei periodi in cui la curva dei contagi diminuiva, diventando una delle risorse fondamentali nell'affrontare la pandemia. A fine 2020 le USCA erano composte da 420 persone (358 dottori e 62 operatori sanitari), con una età media di 33 anni, con circa 11.000 interventi eseguiti ogni mese. Così, giovani dottori e dottoresse hanno sospeso la specializzazione catapultati, da un giorno all'altro, dallo studio della professione all'affrontare una pandemia in prima linea, 7 giorno su 7. Le fotografie sono leggermente sfocate a causa della plastica trasparente con cui ho dovuto coprire la macchina fotografica per evitarne la contaminazione.

HOTEL CORONAVIRUS L'Hotel Paradise Airport di Forlì è un albergo della regione Emilia-Romagna che si è convertito a struttura dedicata a ospitare malati di Covid-19 in quarantena. L'hotel ha messo a disposizione 40 camere. Buona parte degli ospiti l…

HOTEL CORONAVIRUS
L'Hotel Paradise Airport di Forlì è un albergo della regione Emilia-Romagna che si è convertito a struttura dedicata a ospitare malati di Covid-19 in quarantena. L'hotel ha messo a disposizione 40 camere. Buona parte degli ospiti lavora in strutture sanitarie a rischio, come ospedali e case di riposo, nel ruolo di operatore socio sanitario e infermiere. L'albergo - costruito di fronte all'aeroporto di Forlì - era riuscito a superare le difficoltà dovute alla precoce chiusura dell'aeroporto nel 2013 conquistando comunque una sua clientela e facendo 20.000 presenze l’anno.  L’aeroporto avrebbe dovuto riaprire questa primavera, ma l’operazione è stata bloccata a causa dell'emergenza sanitaria e i pernottamenti nell’hotel si sono azzerati. Daniele Casadio - forlivese di 46 anni, proprietario dell'Hotel Paradise Airport - vista la carenza di lavoro, ha deciso di fornire un servizio alla comunità e dal primo aprile ha firmato un contratto con l'AUSL della Romagna col quale ha messo a disposizione la propria struttura. Daniele viene aiutato dalla moglie Alessandra e dalla zia Simona che lo aiutano da casa svolgendo pratiche online e che non vede da settimane. Daniele infatti ha deciso che, finché questa situazione non sarà finita, vivrà nel suo albergo e vedrà la propria famiglia (compresi i suoi due figli) soltanto attraverso lo smartphone, per non metterli a rischio. Ora gli ospiti dell'albergo sono pazienti positivi al Covid-19 che, asintomatici o con sintomi lievi oppure dopo aver superato la fase acuta della malattia, trascorrono qui almeno 2 settimane di quarantena, dopo le quali sono sottoposti a due tamponi per verificare l’eventuale guarigione. Quando entrambi i tamponi risulteranno negativi, potranno tornare a casa. Il soggiorno in hotel è tutt'altro che semplice: l'ospite trascorre la propria giornata in una stanza di 12mq, lontano dalla propria casa e famiglia, impossibilitato a uscire (l'ingresso non è chiuso a chiave, ma per senso di responsabilità non esce) e con ripercussioni psicologiche complesse che, in alcuni casi, con prolungati periodi di quarantena, causano anche attacchi di panico. Non essendo presente una assistenza psicologica in loco, spesso queste crisi vengono affrontate in solitudine dall'ospite oppure parlando e aprendosi col personale dell'hotel. L'AUSL ha fornito un protocollo preciso per quanto riguarda la sanificazione e le pulizie, ma non ha consegnato DPI (dispositivi di protezione individuale, cioè mascherine e guanti), che Daniele si procura in autonomia per sé e i suoi collaboratori. Daniele ha anche ideato un protocollo per la gestione dei pasti dei malati: i 3 pasti quotidiani vengono preparati dal ristorante adiacente all'albergo e lasciati sulle sedie posizionate accanto all'ingresso delle camere; in questo modo le persone in isolamento possono ritirare il cibo senza venire a contatto col personale. Tutte le stanze hanno un affaccio verso l'esterno e non sono comunicanti tra loro; questo consente di effettuare con la stessa modalità dei pasti la consegna o il ritiro delle lenzuola, della biancheria e di altro materiale.

WHO RESCUE THE RESCUERS? La pandemia di Covid-19 ha messo sotto un fortissimo stress gli operatori sanitari di tutti i paesi coinvolti. Gli operatori sanitari, impegnati in prima linea nel fronteggiare l'emergenza sanitaria, da mesi sono esposti al …

WHO RESCUE THE RESCUERS?
La pandemia di Covid-19 ha messo sotto un fortissimo stress gli operatori sanitari di tutti i paesi coinvolti. Gli operatori sanitari, impegnati in prima linea nel fronteggiare l'emergenza sanitaria, da mesi sono esposti al rischio di infezione e a un sovraccarico emotivo: carenza di adeguati dispositivi di protezione individuale (in particolare durante la prima ondata in primavera), adattamento a lavorare in condizioni e discipline diverse da quelle di appartenenza, turni di lavoro incalzanti, fatica fisica, riduzione delle risorse umane e in alcuni casi precarietà organizzativa. Ai rischi che si corrono in ambito lavorativo, si aggiunge quello dell'isolamento sociale. Questi lavoratori spesso hanno ricevuto l’invito a continuare a lavorare anche dopo essere stati a contatto con malati di Covid-19, provocando una reazione di auto-isolamento, riducendo o azzerando i rapporti con propri familiari, per preservarli dal contagio. Fra febbraio e dicembre 2020 in Veneto, una delle regioni italiane più colpite dalla pandemia, circa 4.200 medici, infermieri, tecnici di laboratorio e operatori sociosanitari hanno rifiutato l’assunzione per non lavorare in reparti Covid-19. A fine 2020 Sineva Ribeiro, presidente dell'Associazione svedese dei professionisti della salute, ha denunciato una ondata di dimissioni da parte del personale infermieristico nel suo paese. Studi sui rischi psico-sociali dello stress tra il personale sanitario durante le epidemie di SARS ed Ebola, durante la pandemia influenzale A/H1N1 e durante la gestione dell’epidemia Covid-19 in Cina, hanno rilevato la comparsa di sintomi associabili a stress post traumatico. In Italia, il primo paese occidentale a fronteggiare la pandemia, sono stati attivati servizi di supporto psicologico, proprio per aiutare gli operatori sanitari ad affrontare le difficoltà lavorative e sociali, dovute all’emergenza sanitaria. Durante il mio lavoro di documentazione sulla pandemia in Italia, ho notato che in un Reparto Covid-19 il personale aveva adottato, in modo spontaneo, delle cuffie colorate o con disegni (l’unico indumento/dispositivo che potevano personalizzare sul posto di lavoro). Questa usanza, da sempre applicata nei reparti di pediatria degli ospedali, può sembrare poco rilevante, ma è un piccolo gesto che esprime la necessità di fare squadra e che aiuta ad alleggerire l'ambiente lavorativo. Così ho ritratto tutti i lavoratori del Reparto Covid-19, sul posto di lavoro, in divisa e con la propria cuffia personalizzata in testa.

BIRDCAGE A causa del Coronavirus, a marzo in Italia è stato imposto il primo rigido lockdown. Le limitazioni previste dal governo italiano prevedevano la possibilità di uscire solo per: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di…

BIRDCAGE
A causa del Coronavirus, a marzo in Italia è stato imposto il primo rigido lockdown. Le limitazioni previste dal governo italiano prevedevano la possibilità di uscire solo per: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di necessità (come fare la spesa) e motivi di salute. Esclusi da queste deroghe i bambini, che per molte settimane non sono potuti uscire di casa. Ho condiviso il mio isolamento domestico con mio figlio Ulisse di 2 anni e la mia compagna. Le giornate erano difficili a livello mentale e tutte uguali, con nuove routine come i quotidiani aggiornamenti della Protezione Civile con la conta dei morti. In questa situazione così precaria e sospesa, la nostra preoccupazione era tutta per il benessere di Ulisse. Privato del gioco con i coetanei e dell'apprendimento fornito dall'asilo, ci siamo domandati come proteggerlo, ma anche come garantirgli un futuro sereno. L'aiuto più grande è arrivato da Ulisse stesso, che ha esplorato questa nuova realtà con la curiosità e la capacità di adattamento che soltanto un bambino può possedere. Ai suoi occhi ogni stanza è diventata un luogo da osservare attentamente, ogni oggetto ha trovato una nuova funzione. Una torcia rossa d'emergenza, dimenticata in un angolo, è diventato il mezzo con cui illuminare questo nuovo mondo.

RIDERS AT THE TIME OF CORONAVIRUS Col DPCM dell'11 Marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per fronteggiare l'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha ampliato le misure adottate per il contenimento del contagio, preveden…

RIDERS AT THE TIME OF CORONAVIRUS
Col DPCM dell'11 Marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per fronteggiare l'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha ampliato le misure adottate per il contenimento del contagio, prevedendo la chiusura anche di bar e ristoranti nelle città (con alcune eccezioni nelle autostrade, aeroporti, ecc), confermando però il permesso a consegnare a domicilio di cibi tramite il lavoro dei rider, fattorini a volte legati a piattaforme online e altre volte lavoratori dei ristoranti e negozi di alimenti che si sono adeguati per continuare a lavorare. "Sembra quasi che le consegne a domicilio siano diventate un servizio pubblico indispensabile al pari della sanità, delle farmacie, dei negozi di generi alimentari: un servizio essenziale che dovremmo svolgere noi senza tutele, invisibili di questa economia", sostengono i Sindacati di categoria. I rider e le consegne a domicilio rappresentano, per chi è costretto a restare in casa, uno dei pochi modi per interrompere la routine, relazionarsi con l'esterno e poter fingere per il tempo di un pasto che la normalità si sia ristabilita. L'idea del progetto è nata sabato 14 marzo quando, scherzosamente, ho proposto alla mia compagna di festeggiare dopo diversi giorni di isolamento in casa, proponendo di ordinare la pizza a domicilio. Durante l'attesa ho pensato a cosa poteva provare chi per lavoro è costretto a girare per la città e ad incontrare persone, senza sapere se queste sono infette (o magari in quarantena). Da qui l'idea che mi ha permesso di realizzare un reportage, effettuando ordini a domicilio, ritraendo e intervistando oltre 40 rider sul cancello di casa mia, il confine dei nostri due mondi dove potevamo incontrarci.

YARD TIME Nella mia routine quotidiana, durante il lockdown dovuto all'emergenza di Covid-19, mi è venuto naturale osservare i miei vicini di casa, come un novello James Stewart ne "La finestra sul cortile". Vivendo nella periferia di una città medi…

YARD TIME
Nella mia routine quotidiana, durante il lockdown dovuto all'emergenza di Covid-19, mi è venuto naturale osservare i miei vicini di casa, come un novello James Stewart ne "La finestra sul cortile". Vivendo nella periferia di una città media italiana, la mia attenzione si è focalizzata sui balconi, i giardini e tutte quelle aree che solitamente non sfruttiamo e apprezziamo appieno. Paradossalmente, il contatto fra vicini di casa si è intensificato: capita più spesso di dialogare, di confrontarsi su come si sta vivendo questo periodo e, in alcuni casi, anche di avere veri e propri contatti, da un lato rischiosi, ma necessari per non impazzire a causa dell'isolamento forzato. In poche settimane abbiamo rivisto le nostre priorità, compresa quella di avere un contatto umano che vada oltre quello digitale.

FORBIDDEN PLACES A marzo 2020 il teatro in Italia è stato fermo a causa del lockdown imposto dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19. Sebbene a maggio, nella cosiddetta "Fase 2", sia iniziata la graduale riapertura delle attività, il bl…

FORBIDDEN PLACES
A marzo 2020 il teatro in Italia è stato fermo a causa del lockdown imposto dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19. Sebbene a maggio, nella cosiddetta "Fase 2", sia iniziata la graduale riapertura delle attività, il blocco del settore teatrale è continuato per diversi mesi. Il 18 aprile, in un’intervista, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri aveva dichiarato che nella Fase 2 «si può ri-aprire in base alla capacità di seguire le regole, di osservare la distanza tra i dipendenti e tra coloro che accedono, alla presenza di mascherine, guanti e disinfettanti, alla sicurezza anche di mense, bagni, eccetera [...] Le scuole riapriranno a settembre, per ultimi cinema e teatri”. Il settore cultura in Italia, in particolare la ri-organizzazione del teatro, è stato trascurato dalle iniziative governative e tutto quell'universo di professionisti che vi lavora - partendo da attori e registi e includendo anche i lavoratori dietro le quinte come tecnici, truccatori, costumisti e così via - si trova in un limbo da cui, al momento, è difficile immaginare l'uscita. In estate è stato possibile riprendere gli spettacoli, soprattutto all’aperto, mentre all’interno dei teatri vi erano rigide misure di prevenzione che limitavano enormemente l’ingresso del pubblico. Con l’arrivo della seconda ondata di Covid-19, i teatri sono stati nuovamente chiusi in autunno.

NEW ITALIAN THEATER Dal 15 giugno 2020, dopo quasi 4 mesi di lockdown, i teatri italiani hanno potuto riaprire - secondo quanto previsto dal Decreto del Governo del 17 maggio - garantendo però il distanziamento fisico tra gli attori, la misurazione …

NEW ITALIAN THEATER
Dal 15 giugno 2020, dopo quasi 4 mesi di lockdown, i teatri italiani hanno potuto riaprire - secondo quanto previsto dal Decreto del Governo del 17 maggio - garantendo però il distanziamento fisico tra gli attori, la misurazione della temperatura corporea, l'igienizzazione degli ambienti, la possibilità di disinfezione delle mani, l'adeguata aerazione e l'obbligo della mascherina per il pubblico. Le condizioni da rispettare hanno reso necessaria una completa riorganizzazione del settore, sia nell'atto creativo e di produzione, sia nell'accogliere il pubblico. Marche Teatro ha pensato e prodotto uno spettacolo che potesse rispettare i dettami resisi necessari, ma che potesse anche aprire una riflessione sulla condizione attuale e sul ruolo del teatro nella società. “L’attore nella casa di cristallo” è uno spettacolo teatrale pensato e prodotto durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e che è stato proposto per la prima volta al pubblico il 15 giugno 2020 (il primo giorno di apertura dei teatri) nel Piazzale del Teatro delle Muse di Ancona. Ogni sera dal 15 al 28 giugno, due attori/attrici simbolicamente rinchiusi ciascuno dentro una grande teca trasparente, hanno offerto la propria arte al pubblico, in una performance che rappresenta perfettamente l’attuale condizione del mondo del teatro in cui artisti e pubblico devono rigorosamente mantenersi separati. Lo spettacolo immagina un futuro distopico in cui il teatro è stato abolito per far spazio a più sani divertimenti “capaci di contribuire alla crescita del Prodotto Interno Lordo”. Gli attori vivono rinchiusi in case trasparenti ed esposti allo sguardo del pubblico. Agli attori, nella loro condizione di totale solitudine, non resta che ripetere ciò che ricordano del loro antico mestiere: brandelli di testo, passi di danza, brani di canzoni, per non perdere la memoria e per sperare di poter tornare presto al tempo in cui i teatri erano colmi e gli attori gratificati dagli applausi. Il pubblico ha potuto assistere in numero limitato alla performance che è stata ripetuta due volte a sera; agli spettatori è stato consegnato un auricolare personale e una radio ricevente per poter ascoltare le parole degli attori.

THE CONDOMINIUM L'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha richiesto agli italiani di adottare il distanziamento sociale, di guardare con preoccupazione e diffidenza chiunque, per timore che potesse essere contagioso e che potesse quindi trasmet…

THE CONDOMINIUM
L'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha richiesto agli italiani di adottare il distanziamento sociale, di guardare con preoccupazione e diffidenza chiunque, per timore che potesse essere contagioso e che potesse quindi trasmettere a noi, e quindi alla nostra famiglia, quel nemico subdolo che può essere che un virus invisibile e sconosciuto. In un condominio di Forlì, però, questo periodo di difficoltà ha prodotto nei suoi abitanti una reazione opposta, di condivisione delle difficoltà e di ricerca di una serenità nel micro-cosmo che rappresenta un condominio. Un condomino, che lavora come infermiere e gira in ambulanza, informava gli altri condomini della realtà che si trovava ad affrontare, così da renderli consci del pericolo in circolazione. Un altro condomino organizzava eventi in pub e ristoranti e, durante il lockdown, ha deciso di organizzare dei giochi a quiz con dei teloni installati nel cortile, mettendo a disposizione la propria attrezzatura. In questo modo gli abitanti hanno potuto giocare con dei telecomandi dai propri balconi, così da essere in sicurezza, ma potendo comunque condividere dei momenti di relax, di svago. "Prima ci davamo il buongiorno e la buonasera quando ci incrociavamo, come richiede la buona educazione, ma non si andava oltre. Con l'arrivo del Coronavirus e del lockdown, abbiamo iniziato a condividere ansie e a supportarci a vicenda. Ogni condomino ha fatto la propria parte, dato il proprio aiuto", racconta con orgoglio Fausto Peppi, il condomino che ha pensato di organizzare i giochi a quiz. Il primo giugno 2020 questo gioco collettivo è diventato ormai una tradizione, si è ripetuto, questa volta però i condomini si sono incontrati nel cortile, guardandosi in viso e potendo sorridersi, condividendo una pizza per cena e facendo giocare i bambini insieme. Fausto Peppi spera che il Comune di Forlì gli conceda in estate il grande giardino adiacente al condominio, così da organizzare la visione di film per bambini, invitando tutti i condomini e anche gli altri abitanti del quartiere.

ITALIAN JOURNEY Il 30 Gennaio 2020, i primi due casi di pazienti positivi al Covid-19 sono stati confermati in Italia. Questo evento ha innescato un'emergenza sanitaria senza precedenti e ha infranto la speranza del Paese di non essere toccato dalla…

ITALIAN JOURNEY
Il 30 Gennaio 2020, i primi due casi di pazienti positivi al Covid-19 sono stati confermati in Italia. Questo evento ha innescato un'emergenza sanitaria senza precedenti e ha infranto la speranza del Paese di non essere toccato dalla pandemia che, successivamente, ha colpito il mondo intero. Dopo quel giorno l'Italia ha vissuto una rapida discesa che ha trasformato la realtà quotidiana in un circolo infernale, sia per chi è stato direttamente colpito dal virus, sia per chi lo ha vissuto a livello psicologico a causa del lockdown iniziato l'8 marzo e terminato il 3 maggio. Il lockdown e la Fase 2, quella della riapertura con limitazione negli spazi pubblici e nei negozi, hanno stravolto il senso di libertà e di spazio, che le generazioni attuali non hanno mai visto così sacrificato. Durante l'anno mi è capitato di fare sogni su questa nuova realtà. Con questa serie fotografica ho cercato di descrivere la sensazione di impotenza vissuta nei piccoli gesti quotidiani - nell'uscire di casa, nel viaggiare e nell'incontrare altre persone - ma anche di osservare come le persone cercavano di adattarsi.

NO COUNTRY FOR YOUNG MEN Il primo lockdown in Italia - dovuto al Coronavirus - ha costretto gran parte della popolazione all'isolamento domestico, con conseguenti problematiche a livello sociale, lavorativo, economico e psicologico. Le limitazioni p…

NO COUNTRY FOR YOUNG MEN
Il primo lockdown in Italia - dovuto al Coronavirus - ha costretto gran parte della popolazione all'isolamento domestico, con conseguenti problematiche a livello sociale, lavorativo, economico e psicologico. Le limitazioni previste dal governo italiano prevedevano per la popolazione la possibilità di uscire soltanto per: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di necessità (come fare la spesa) e motivi di salute. Esclusi da queste deroghe i bambini, che per molte settimane non sono potuti uscire di casa. Se i ragazzi in età scolastica hanno comunque proseguito le lezioni grazie all’online e hanno continuato a sentirsi con gli amici grazie all'uso della tecnologia, la fascia di bambini in età pre-scolastica ha visto improvvisamente interrotto il proprio percorso educativo con la chiusura degli asili nidi e delle scuole materne, privati dell'interazione coi propri compagni e esclusi dalla possibilità di fare esperienze col mondo esterno. Nella cosiddetta fase due - iniziata il 4 maggio 2020 - è possibile portare fuori di casa i bambini per delle passeggiate, ma non è possibile farli incontrare con i coetanei (non sapendo gestire le precauzioni previste di distanziamento sociale) e non è possibile farli giocare nei parchi, essendo "chiuse" le aree giochi a loro dedicate. La situazione di emergenza straordinaria e senza precedenti nella storia recente ha duramente messo alla prova la vita sociale per come la conosciamo. Lo sforzo della popolazione di adattarsi è stato notevole e anche le infrazioni (come il fare la spesa più volte al giorno come scusa per uscire e cercare un "contatto" con altre persone) sono alla fine comprensibili, essendo la convivenza sociale una necessità fondamentale. Non siamo stati però pronti nel fornire alcun tipo di soluzione per la fascia di bambini in età pre-scolastica, sicuramente più difficili da gestire nel contesto di distanziamento sociale, ma che rischiano di pagarne le conseguenze nella formazione della propria identità e personalità.

Public Talk a Rosignano Marittimo by Filippo Venturi

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Venerdì 6 marzo 2020, alle ore 21.15 terrò un incontro pubblico a Rosignano Marittimo (LI), presso la Sala Concerti UNIPOP, nell'ambito della rassegna "Di Foto In Foto" organizzata dall’Associazione Culturale Fabbrica Immagini!

Parleremo di fotografia, racconterò il mio percorso e presenterò il mio libro “Korean dream, made in Korea”.

Incontro con l’autore Filippo Venturi
Fotografia come Testimonianza della Realtà
Venerdì 6 Marzo 2020, ore 21.15, ingresso libero
Sala Concerti Unipop, Teatro E. Solvay, Via Ernesto Solvay, 40
A cura dell’Associazione Culturale Fabbrica Immagini

Lo locandina dell’evento

Lo locandina dell’evento

March of Independence Day in Warsaw by Filippo Venturi

On November 11, Poland celebrates Independence Day, which coincides with the end of the First World War and the birth of the “Second Republic of Poland”, following the Treaty of Versailles. During this day various celebrations are held, but the most important event is the Independence Day March, which runs through the city of Warsaw. Althoughit is a day of celebration for all Poles, in the last few years the extreme right wing and nationalist parties have taken over the march, which often exploit it to spread their slogans and principles. In 2017 some of the demonstrators showed racist banners and slogans like “Pure Poland, white Poland” and “White Europe of brotherly nations”. The Warsaw mayor, Hanna Gronkiewicz-Waltz, had tried to ban the demonstration the following year for security reasons, but a court accepted the appeal of the nationalists, stating that prohibiting the march would be a form of preventive censorship. Eventuallythe Government and nationalist and far-right groups came to anagreement: the extreme right demonstration would follow the official one, separated by a police cordon. On November 11, 2018, among the 200,000 participants, in addition to State representatives and Polish nationalist and far-right groups, there was also a delegation from Forza Nuova, the Italian neo-fascist party. Poland has long since had a clear turn to the right, with the government led by the right-wing party “Law and Justice” (PiS, led by Jarosław Kaczyński) which approved several authoritarian measures, against the fundamental freedoms of citizens or aimed at controlling strategic pieces of the state like the Supreme Court. The same party won the parliamentary elections on October 13, 2019.

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L’11 Novembre in Polonia si celebra il Giorno dell’Indipendenza, che coincide con la fine della Prima Guerra Mondiale e la nascita della “Seconda Repubblica di Polonia”, a seguito del Trattato di Versailles. Durante questa giornata si tengono vari festeggiamenti, ma l’evento più importante è la Marcia del Giorno dell’Indipendenza, che attraversa la città di Varsavia. Sebbene si tratti di un giorno di festa per tutti i polacchi, negli ultimi anni all’interno della marcia hanno preso il sopravvento i gruppi di estrema destra e i partiti nazionalisti, che spesso la sfruttano per diffondere i propri slogan e principi. Nel 2017 alcuni dei manifestanti mostrarono striscioni razzisti e slogan tipo “Polonia Pura, Polonia Bianca” e “Europa bianca di paesi fratelli”. La sindaca di Varsavia, Hanna Gronkiewicz-Waltz, cercò di proibire l’anno seguente la manifestazione per motivi di sicurezza, ma un tribunale accolse il ricorso dei nazionalisti, stabilendo che proibire la marcia sarebbe stata una forma di censura preventiva. Alla fine il Governo e i gruppi nazionalisti e di estrema destra trovarono un accordo: la manifestazione di estrema destra avrebbe seguito quella ufficiale, separata da un cordone di polizia. L’11 Novembre 2018, fra i 200.000 partecipanti, oltre ai rappresentanti di Stato e ai gruppi nazionalisti e di estrema destra polacchi, vi era anche una delegazione di Forza Nuova, il partito neofascista italiano. La Polonia da tempo ha avuto una netta svolta verso destra, con il governo guidato dal partito di destra “Diritto e Giustizia” (PiS, guidato da Jarosław Kaczyński) che ha approvato diverse misure autoritarie, contro le libertà fondamentali dei cittadini o volte a controllare pezzi strategici dello Stato come la Corte Suprema. Lo stesso partito ha vinto le elezioni parlamentari del 13 ottobre 2019.

Workshop di Fotogiornalismo by Filippo Venturi

WORKSHOP DI FOTOGIORNALISMO
Fotografia come testimonianza della realtà

6, 13, 20, 27 febbraio 2020, a Cesena

Il corso è rivolto ai fotografi principianti, ai professionisti e a chi volesse semplicemente approfondire la tematica trattata, in un periodo in cui l'immagine è sempre più al centro della comunicazione e della nostra quotidianità. Ragioneremo sul concetto di Fotogiornalismo e di Fotografia Documentaria al giorno d’oggi e sullo sviluppo teorico e pratico di un progetto. Si affronteranno i vari aspetti da curare: la ricerca di una storia e relativo fact checking, l’organizzazione preliminare, l'etica, la fase di scatto, l’editing, la post-produzione, la presentazione del progetto realizzato, le didascalie, il rapporto con i photoeditor, le modalità di diffusione a seconda che la finalità sia una pubblicazione, una mostra, l’iscrizione a concorsi o la promozione nei social network. Durante il workshop è prevista la lettura del portfolio degli iscritti (facoltativa) che vorranno un confronto assieme al docente.

★ A cura di Filippo Venturi
Filippo, fotografo documentarista. I suoi lavori sono stati pubblicati su magazine e quotidiani fra i quali The Washington Post, Financial Times, Newsweek, Vanity Fair, Der Spiegel, Die Zeit, Internazionale, La Stampa e Geo. Realizza progetti personali riguardanti l'identità e la condizione umana, concentrandosi anche sulle conseguenze del rapido progresso tecnologico di alcune aree del pianeta. Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto a lungo termine sulla Corea del Sud e del Nord. www.filippoventuri.photography

★ Destinatari
Aperto a tutti, con priorità ai giovani sotto i 35 anni.

★ Calendario
4 incontri, giovedì dalle 20:30 alle 22:30, nei giorni 6, 13, 20, 27 febbraio 2020.

★ Dove
Centro di Documentazione Educativa, Via Aldini 22, a Cesena (FC)

★ Quota di partecipazione
€ 65 complessivi per chi ha meno di 35 anni
€ 95 complessivi per chi ha 35 anni o più

★ Info complete e modalità di iscrizioni
www.comune.cesena.fc.it/montybanks/fotogiornalismo2020

★ Social
Link all'evento Facebook

★ Partnership
www.montybanks.it

Qualche fotografia del workshop:

Pubblicazione su Bird in Flight by Filippo Venturi

Sul magazine ucraino "Bird in Flight" è uscito il mio lavoro fotografico sui nostalgici fascisti di Predappio, accompagnato da una mia lunga intervista su questo fenomeno e sulla situazione politica in Italia: precedente alla crisi di Governo degli ultimi giorni ma che, per tendenze descritte e masochismo italico, rimane attuale.

L’articolo originale è visibile QUI.

Presentazione Libro e Mostra al Pontremoli Foto Festival by Filippo Venturi

Il mio lavoro sulla Corea del Nord sarà esposto al Pontremoli Foto Festival dal 19 al 28 luglio 2019!

Inoltre, sabato 27 luglio alle ore 19, terrò un incontro pubblico dove parlerò del mio lavoro e del mio libro “Korean dream, made in Korea” contenente il mio progetto sulla Corea del Nord e del Sud.

Il Festival ospiterà anche altri fotografi importanti come Maurizio Galimberti (“Betty Page. Ready-made”), Angelo Ferrillo (“258 minutes”), Alessandro Gandolfi ("Antipodes | Two Faces | One Europe"), Fabio Moscatelli ("Gioele"), Luca Marianaccio ("Spin-off") e tanti altri.

Maggiori informazioni qui: www.pontremolifotofestival.it

Mostra “Korean Dream”
19-28 Luglio 2019, Castello del Piagnaro - Pontremoli (MS)
Apertura: Venerdì ore 16-20, Sabato e Domentica ore 10-20. Ingresso Gratuito
La mia mostra esposta è stata prodotta e gentilmente concessa dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche)

Incontro pubblico e Presentazione libro
Sabato 27 Luglio 2019 ore 19, Ingresso Gratuito
Stanza del Teatro della Rosa - Pontremoli (MS)

Pubblicazione su Newsweek Japan by Filippo Venturi

Sulla rivista Newsweek Japan è uscita la pubblicazione del mio lavoro “2030 Birth of a Metropolis”, su Astana, la capitale del Kazakistan, ribattezzata in Nursultan a fine marzo, in onore del dimissionario Presidente Nursultan Nazarbayev.

Questo mio lavoro è attualmente in mostra a Mantova (informazioni qui) e dal 3 maggio sarà esposto al Bi Foto, Festival della Fotografia in Sardegna (informazioni qui).

Pubblicazione su Geo Spagna by Filippo Venturi

Parte del mio ultimo progetto fotografico, “2030 Birth of a Metropolis”, è uscito su Geo Spagna di Novembre!

Oltre alle 18 immagini è presente una mia intervista dove parlo di Astana, la capitale del Kazakistan, sulla quale è incentrato il mio lavoro.