Corea del Sud

Public talk a Sansepolcro by Filippo Venturi

Per chi volesse incontrarmi o conoscere meglio i miei lavori, giovedì 25 ottobre terrò un incontro pubblico, organizzato dal FotoClub Sansepolcro!

INCONTRO COL FOTOGRAFO FILIPPO VENTURI
Giovedì 25 Ottobre 2018, ore 21, Sala Conferenza della Biblioteca Comunale
Via XX Settembre, 131 - Sansepolcro (AR)
Ingresso gratuito

Comunicato ufficiale

Il FotoClub Sansepolcro, in collaborazione con Comune di Sansepolcro, promuove una serie di incontri con i principali fotografi contemporanei italiani.

Un'occasione per incontrare gli autori, per vedere il loro lavoro e interagire con essi. Il mondo delle immagini ci sommerge ogni giorno, ma spesso si ha poca consapevolezza della sua importanza e spesso nemmeno ci domandiamo il come o il perché delle immagini che vediamo.

Riuscire ad avere un momento di rapporto diretto con gli autori che più si stanno distinguendo, diventa un momento di crescita culturale non solo per gli appassionati di fotografia.

Giovedi 25 ottobre alle 21, nella sala conferenza della Biblioteca Comunale di Sansepolcro, avremo Filippo Venturi che sta riscuotendo un enorme interesse con il lavoro sulla penisola coreana.

Filippo Venturi (nato a Cesena nel 1980) è un fotografo documentarista. I suoi lavori sono stati pubblicati su giornali come The Washington Post, Financial Times, Vanity Fair, Der Spiegel, Die Zeit, Internazionale, La Stampa, Geo, Marie Claire, Gente, D di Repubblica, Io Donna del Corriere della Sera.

Produce progetti personali riguardanti l'identità e la condizione umana, concentrandosi in particolare sulle conseguenze del rapido progresso tecnologico in alcune aree del mondo. Negli ultimi tre anni è stato impegnato in un progetto nella penisola coreana, ottenendo il premio Sony World Photography Awards, il premio LensCulture Emerging Talent, il premio Il Reportage, il premio Voglino e il Portfolio Italia - Grand Prix Hasselblad.

Le sue opere sono state esposte in Italia e all'estero in spazi espositivi come Foro Boario di Modena come "Nuovo Talento" della Fondazione Fotografia Modena, MACRO - Museo di Arte Contemporanea di Roma, Somerset House a Londra, U Space a Pechino, Willy Brandt Haus a Berlino, Kaunas Photo Festival in Lituania e Sony Square a New York City.

Intervista per Rai3 / TG3 nel Mondo by Filippo Venturi

Sabato 20 ottobre, alle 22.40, sono stato su Rai3, ospite della trasmissione "TG3 nel Mondo", per parlare di Corea del Nord e del Sud con la giornalista e conduttrice Maria Cuffaro!

Ho fatto "concorrenza" ad Alberto Angela su Rai1 :)

Il video dell’intervista è visibile qui (dal minuto 21:54).

Fino al 28 ottobre il mio progetto fotografico sulla penisola coreana sarà esposto al Festival della Fotografia Etica di Lodi!

Tutte le informazioni sulla mostra e sul festival, qui: Mostra al Festival di Fotografia Etica di Lodi.

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Intervista per Il Manifesto by Filippo Venturi

Oggi, su Il Manifesto, una mia intervista a cura di Simone Pieranni, in occasione della mia mostra al Festival della Fotografia Etica di Lodi :)

Parlo di penisola coreana e di fotografia in generale!

Sogni coreani infranti
INTERVISTA. Un incontro con Filippo Venturi, ospite al Festival della Fotografia Etica
Simone Pieranni, 06.10.2018

Da oggi a Lodi prende il via la nona edizione del Festival della Fotografia Etica. Come scrivono Alberto Prina e Aldo Mendichi che, con il Gruppo Fotografico Progetto Immagine, organizzano la manifestazione, «questa edizione della rassegna internazionale si è data l’obiettivo di diffondere sempre più maggiormente il linguaggio fotografico, e la sensibilità culturale che ne consegue, tra i non addetti ai lavori». Nella sezione «Uno sguardo sul mondo» ci sarà anche Made in Korea e Korean Dream, parti del progetto comune di osservazione della penisola coreana e delle sue trasformazioni negli ultimi 64 anni di Filippo Venturi, un fotografo documentarista italiano, i cui lavori sono stati pubblicati in diversi giornali e riviste come «The Washington Post», «Financial Times», «Vanity Fair», «Die Zeit».

La tua immagine della penisola coreana prima di andare a scattare coincide con quanto hai trovato là?
Il mio lavoro sulla penisola coreana è iniziato nel 2014. Il primo anno l’ho trascorso studiando la Corea del Sud, osservando altri lavori fotografici sul paese, cercando contatti sul posto che potessero aiutarmi negli spostamenti, nell’entrare nei luoghi di mio interesse e nell’effettuare interviste. Soltanto l’anno successivo ho visitato il paese e realizzato le fotografie. La stessa cosa è avvenuta con la Corea del Nord: ho passato il 2016 a preparare il secondo capitolo del mio progetto (comprese la lunga burocrazia per ottenere il visto giornalistico) e nel 2017 ho viaggiato e fotografato il paese. In entrambi i casi avevo una immagine ben chiara della penisola ma, dopo averla attraversata, ammetto che è stato sorprendente constatare coi miei occhi gli effetti collaterali e non dei fenomeni che avevo studiato.

Quali sono le differenze che ti hanno colpito di più tra Nord e Sud?
La differenza nello stile e nella qualità della vita è incredibile e risulta curioso notare, per quanto riguarda la Corea del Sud, che in appena 60 anni il paese abbia compiuto i notevoli progressi economici e tecnologici a cui oggi ci ha abituati. I nord coreani, invece, vivono in una sorta di limbo.
Ho però avuto anche conferma dell’idea che i due paesi abbiano qualcosa in comune, quando si tratta dei giovani, sui quali pesano fortemente le aspettative dei rispettivi paesi.

Che tipo di ambientazioni e luoghi hai scelto per raccontare la Corea del Sud e perché?
In entrambi i paesi il mio lavoro si è concentrato sui giovani. In Corea del Sud ho voluto visitare gli ambienti dove studiano, coltivano i propri interessi e passano il tempo libero con la curiosità di assistere ai fenomeni del paese che mi avevano interessato: come l’importanza dello studio e i ritmi frenetici che affrontano gli studenti per ottenere i voti necessari per accedere alle tre università più prestigiose del paese; come la rilevanza di essere esteticamente accettati ricorrendo alla chirurgia plastica per avere gli occhi all’occidentale e, di conseguenza, gli effetti collaterali scaturiti dall’enorme stress a cui sono sottoposti i giovani, che sfocia nell’isolamento sociale, nell’alcolismo e, purtroppo, persino nel suicidio (La Corea del Sud ha uno dei tassi di suicidi più elevanti al mondo: 43 al giorno).

In che modo per quanto riguarda la Corea del Nord, hai lavorato per dare un’immagine diversa da quella ufficiale?
Sapendo che nel mio viaggio sarei stato scortato per tutto il tempo, ho deciso di fotografare i luoghi dove i giovani vengono formati e preparati ad inseguire il sogno coreano della riunificazione: mi riferisco ad asili, scuole, università e altri luoghi di studio pregni di simboli e messaggi della propaganda ai quali le mie stesse guide (o per meglio dire, «sorveglianti») erano ormai assuefatti e quindi la loro normalità era per me una realtà straordinaria, che ho cercato di fotografare in modo asettico e geometricamente perfetto, con l’obiettivo di trasmettere l’effetto teatrale, e quindi artificiale, dell’ambiente, comprese le persone, che sembrano in tensione, come in attesa di un segno di approvazione da parte del Supremo Leader.
Paradossalmente tutto ciò che mi era proibito fotografare – come i cantieri edili, eventuali segni di degrado di Pyongyang o magari qualche coreano ubriaco addormentato nell’aiuola di un marciapiede – non mi interessava e potevo mostrarmi ubbidiente con le mie guide, ottenendo così la massima collaborazione possibile quando dovevo scattare nei luoghi e nelle situazioni che loro ritenevano innocue.

In che modo la fotografia può modificare i nostri pregiudizi su alcuni luoghi del mondo?
La fotografia è un mezzo che, più di altri, può consentire ad un autore di ambire a descrivere un frammento della realtà e quindi anche di superare alcuni pregiudizi. Con il giusto approccio etico e senza la presunzione di avere tutte certezze in tasca, un fotografo può essere un testimone attendibile della realtà.

Made in Korea al Diecixdieci Festival della Fotografia Contemporanea by Filippo Venturi

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Il mio lavoro Made in Korea ha vinto la Call for Entry di Diecixdieci - Festival della Fotografia Contemporanea!

Il mio progetto sulla Corea del Sud, quindi, farà parte del circuito ufficiale delle mostre esposte dal 28 settembre al 7 ottobre 2018 a Gonzaga (MN) e Luzzara (RE).

Il sito ufficiale del Festival è il seguente: www.festivaldiecixdieci.com

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Intervista su La Stampa by Filippo Venturi

Oggi su La Stampa, in occasione dell'imminente inizio dei Giochi Olimpici di Pyeongchang, è uscita una mia intervista sulla Corea del Sud e del Nord e sui progetti fotografici che vi ho svolto!

L'unico inconveniente è che, in quello che dovrebbe essere il mio ritratto piccolino, c'è invece quello del mio omonimo scrittore :)

Made in Korea in mostra a Forlì by Filippo Venturi

MADE IN KOREA
Mostra fotografica di Filippo Venturi

Inaugurazione: Sabato 25 Marzo 2017, alle ore 11
Periodo della mostra: Dal 25 Marzo al 23 Aprile 2017
Sede: Palazzo del Monte di Pietà, Corso G. Garibaldi, 45 - Forlì (FC)
Orario di apertura: Lunedì chiuso, Martedì-Venerdì 16-19, Sabato-Domenica 10-12 e 16-19, Ingresso libero

L'organizzazione dell'evento è a cura dell'Associazione Regnoli 41, in collaborazione con la Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì e con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Forlì, nell'ambito del progetto "Artealmonte" (www.artealmonteforli.it).

Filippo Venturi - cesenate, forlivese d'adozione - col proprio lavoro si è messo in luce negli ultimi anni, venendo selezionato tra i "Nuovi Talenti" da Fondazione Fotografia Modena e tra gli "Emerging Talents" esposti al MACRO di Roma nel 2016, oltre ad essere stato premiato in concorsi internazionali come il Sony World Photography Awards di Londra.

Il progetto "Made in Korea", realizzato nel 2015, pone l'attenzione sui giovani sudcoreani e i fenomeni che li vedono coinvolti: da un lato la forte competizione che li spinge alla ricerca continua di risultati in ambito scolastico, professionale e anche estetico - in uno dei paesi che ha puntato tutto sulla rincorsa alla modernità e al progresso -, dall'altro i forti effetti collaterali che questo stile di vita provoca.
Lo stile scelto dall'autore nella realizzazione delle fotografie, asettico, quasi artificioso, ricalca questo aspetto della realtà coreana, dove la ricerca ed esibizione della perfezione cela aspetti oscuri e problematici.

IL PROGETTO
Fino agli anni ’60 la Corea del Sud era un paese povero e arretrato. In meno di mezzo secolo è diventato uno dei paesi più moderni al mondo. La rincorsa alla modernità e al progresso è stata realizzata imponendo alla società uno smisurato senso della competizione, nella ricerca della perfezione dal punto di vista scolastico, professionale e anche estetico.
Ai giovani vengono impose le stesse tappe obbligatorie: per essere riconosciuti socialmente è fondamentale ottenere i migliori voti per accedere ai migliori istituti che consentiranno di arrivare ai migliori lavori. Al tempo stesso sono richiesti modelli estetici uniformi, spesso senza identità, raggiunti comunemente con la chirurgia plastica.
I giovani sono così spinti verso una standardizzazione straniante e surreale, l’esatto contrario di quanto avviene in molti paesi occidentali, dove il successo è raggiunto distinguendosi dalla massa.
Tutto questo ha fatto emergere forti effetti collaterali come lo stress, l’alcolismo, l’isolamento sociale e un elevato numero di suicidi (il paese è tra i primi posti nella classifica mondiale dei suicidi: 43 al giorno).

Il lavoro intero, composto da 41 fotografie, è disponibile in ebook, edito dalla casa editrice emuse. L'ebook contiene anche due testi critici di Silvia Camporesi e Davide Grossi.

Made in Korea è già stato esposto in Italia e all'estero, in particolare:

  • Alla Somerset House di Londra, al Sony Square di New York, allo Spazio Tadini di Milano, allo U Space di Pechino, a seguito del premio ricevuto ai Sony World Photography Awards.
  • Al MACRO - Museo d'Arte Contemporanea di Roma, in quanto selezionato nell'ambito di Emerging Talents.
  • Al Foro Boario di Modena, in quanto selezionato come Nuovo Talento di Fondazione Fotografia Modena.
  • A Kaunas, nell'ambito del Kaunas Photo Festival.
  • Al CIFA - Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena.

L'AUTORE
Filippo Venturi è un fotografo italiano, lavora a progetti fotogiornalistici e commerciali su commissione. Si dedica inoltre a progetti personali su temi, storie e problematiche che ritiene interessanti da approfondire. I suoi lavori sono stati pubblicati su diversi magazine e quotidiani come The Washington Post, Die Zeit, Internazionale, La Stampa, Geo, Marie Claire, Vanity Fair, Gente, D di Repubblica, Io Donna del Corriere della Sera. Il suo ultimo progetto personale, Made in Korea, è stato esposto al Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, al Foro Boario di Modena come Nuovo Talento di Fondazione Fotografia Modena, al MACRO - Museo d'Arte Contemporanea di Roma nell’ambito della selezione Emerging Talents e alla Somerset House di Londra dal Sony World Photography Awards.

ARTEALMONTE
Il progetto Artelmonte contempla la realizzazioni di esposizioni d'arte che prevedono il coinvolgimento di artisti del territorio forlivese e della Romagna. Le mostre sono cinque e si svolgono da settembre a luglio. Ogni singola mostra è amplificata e collegata da una serie di eventi che si attuano lungo il periodo espositivo della stessa. Tutto ciò avviene in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

LO SPAZIO ESPOSITIVO
Il Palazzo del Monte di Pietà è un gioiello architettonico cinquecentesco situato nel centro storico a pochi passi da Piazza Saffi. L'austero palazzo, costruito nella prima metà del '500 in laterizio bruno, presenta una facciata semplice e imponente, coronata da un bel cornicione con mensole in legno e pietra rifatto alla fine del Settecento. Oggi è sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

 

Aggiornamento del 26/03/2017, di seguito la rassegna stampa:

 

Aggiornamento del 26/03/2017, alcune fotografie dell'Inaugurazione: